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Al WiZink Center l'Olimpia si illude, poi cade sotto i colpi del Real

Le scarpette rosse escono con le ossa rotte dalla reggia del Madrid, nonostante un inizio molto promettente. Il ritorno di fuoco della casa blanca produce una severa punizione, maturata per 88-71.

Olimpia lost in Madrid - Eurodevorion

Ecco i nostri tre punti d'analisi, in pieno stile Eurodevotion.

Con il piede giusto

L'Olimpia che parte con ha un volto brillante, un volto di ordine offensivo, di desiderio di condividere il pallone e di grande concentrazione sui compiti difensivi.

Il Real non appare di contro troppo aggressivo in attacco, sembra pigro nel ricercare i suoi punti di forza e nell'attaccare le debolezze degli avversari. Messina sceglie di provare a schermare Campazzo con Shields e questo significa inevitabilmente Pangos su Musa: questo evidente mismatch non viene mai esplorato.

I padroni di casa, inoltre, gettano molti palloni al vento e consentono a Milano di entrare in fiducia. L'Olimpia riesce a mettere fuori dai giochi per falli sia Tavares, che Poirier, avendo così la possibilità di allungare le mani sul pitturato, dove vince la lotta a rimbalzo e dove conquista numerosi assalti in area e in penetrazione.

Con pazienza e costanza, la truppa di Messina costruisce mattoncino su mattoncino, in pieno controllo, e agguanta il +9 dopo 17'. Sarà il culmine della performance biancorossa, di un approccio di grande applicazione e impegno.

Minorca

L'isola che ha dato al mondo il più strepitoso guastafeste della storia di Eurolega, Sergio Llull.

Infatti, il Real a fine terzo quarto ha avuto un colpo di coda, ricucendo in un lampo lo svantaggio, è riuscito miracolosamente ad impattare la gara all'intervallo. Le grandi protagoniste del parziale sono state senza dubbio le giocate dell'uomo che ha deciso l'ultima finale di Eurolega. Una bomba dall'angolo sulla rimessa e una celestiale tripla in slalom a fil di sirena.

I madrileni arrivano nella posizione migliore nel secondo tempo, potendo ricominciare da un risultato molto più favorevole di quello che il campo aveva indicato nei primi minuti.

L'attacco dell'Olimpia ha meno spazi e meno fiducia e rallenta considerevolmente. I padroni di casa invece sono determinati a mettere le mani sulla gara. Con il progredire dei minuti, il Real gioca sempre più la sua partita, moltiplica i pick and roll centrali, tra Poirier e Campazzo o, soprattutto, Rodriguez. I blancos sovrastano la difesa dell'Olimpia.

Si crea un primo divario. Milano incassa, ma lancia ancora qualche segnale di ribellione.

Segnale che regge fino al ritorno del Re, Llull, che annuncia la sua passeggiata regale con una scarica maestosa di 8 punti filati. Il minorchino apre le danze per il dilagare del Real, i biancorossi subiscono e non trovano armi per riemergere.

Momenti

Il Real è una squadra che, nei fatti, non si è mai fermata alla stagione 22/23. Una corazzata imbattuta, che ha già oggi nella stagione la capacità di switchare da un approccio più svagato a uno più deciso, senza troppi problemi. Peraltro, con un Musa pessimo e senza l'MVP delle scorse Final Four, frenato dai suoi falli.

Di solito essere già avanti così presto nella stagione non porta mai benissimo, ma è più un fatto di continuità tecnica che di stato di forma.

Dopo Llull il migliore in campo è stato Campazzo, che ha chiuso con 12 punti e 10 assist. Il simbolo del polimorfismo, a seconda della necessità del momento della partita.

L'Olimpia resta una squadra in costruzione. A Madrid, serviva capitalizzare quei momenti positivi con un cinismo diverso. Shields e Mirotić hanno timbrato la loro doppia cifra, Pangos non è stato insufficiente, ma ha continuato a mancare quella marcata impronta in regia di cui questa squadra ha necessità.

Bisognerà continuare il lavoro in palestra e, insieme, cominciare a rimpinguare la classifica con qualche vittoria, a cominciare da una trasferta a Berlino da non fallire settimana prossima.

Photo credit: Olimpia Milano e Real Madrid Facebook

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