È sempre la solita Olimpia Milano. Anche nella partita più importante della stagione la squadra di Ettore Messina mostra tutti i propri limiti ed esce sconfitta malamente dalla Buesa Arena, 88-73 il finale. Si salva veramente poco, forse nulla, della prestazione dei biancorossi, che dopo il primo quarto sono finiti sotto e non hanno mai dato la sensazione di poter riaprire la sfida.

La partita

L'inizio dell'Olimpia non è dei migliori. L'attacco milanese infatti è piuttosto statico e non crea alcun vantaggio, in difesa i meneghini sono attentissimi a non far ricevere Howard e Marinkovic fuori dall'arco, ma in compenso concedono canestri facili dentro l'area. Dopo appena tre minuti, Messina chiama timeout per provare a invertire questa tendenza. Milano torna in campo più determinata, inizia ad attaccare con cattiveria il ferro e trova con più facilità il fondo della retina. Dopo 10' regna l'equilibrio: 19-18.

Milano parte male nel secondo quarto. Senza Shields e Mirotic l'attacco non riesce a finalizzare, ma è in difesa che l'Olimpia commette una serie di errori molto banali e permette al Baskonia di accendersi. In un amen, con le giocate di Howard e Moneke, i baschi volano a +10. Milano, che ha perso completamente la bussola, si affida esclusivamente al tiro da tre punti, ma si tratta quasi sempre di conclusioni non costruite e che quindi faticano a entrare. All'intervallo il Baskonia conduce di 14 lunghezze sul 48-34.

Napier prova a scuotere l'Olimpia, che apre il terzo quarto con un parziale di 8-0. Dopo il timeout di Ivanovic, però, la rimonta milanese si ferma. Per qualche minuto si segna poco da entrambe le parti, poi il Baskonia torna a colpire con il solito Howard e scappa di nuovo via. Nel finale di quarto si accende anche Moneke e lo svantaggio dell'Olimpia si fa ancora più pesante. La terza frazione si chiude con i baschi in vantaggio 69-55.

Poco da dire sull'ultimo quarto, che scorre via velocemente con Milano che non prova mai a rientrare e il Baskonia che gestisce comodamente il vantaggio.

Milano, i problemi sono sempre gli stessi, ma questo atteggiamento è inspiegabile

Dopo i primi minuti di assestamento, sembrava che Milano avesse trovato la via per interpretare al meglio la partita. E invece, per l'ennesima volta, l'Olimpia si è dimostrata fragile sotto tutti i punti di vista.

La qualità del gioco espresso è stata molto bassa, ma questa volta, più di tutte le altre, a lasciare perplessi è stato l'atteggiamento totalmente remissivo della squadra, in una sfida che l'allenatore aveva presentato come una finale.

Indipendentemente da tutte le difficoltà, dall'addio improvviso di un giocatore e da una situazione complicata da tempo, ci si aspettava che Milano desse tutto in una partita che aveva un grande valore per provare a rientrare nella lotta per la post season. Invece sono bastati un paio di errori, seguiti da un parziale avversario e l'Olimpia si è completamente sciolta, ha smesso di giocare da squadra e, soprattutto, ha perso tutto il fuoco e la voglia di competere.

L'unica scintilla si è vista in apertura di terzo quarto. Ma parliamo di un paio di giocate sporadiche di puro talento, nulla di più. Onestamente, Milano non ha mai dato la concreta sensazione di poter riacciuffare i baschi. Troppe poche le soluzioni offensive dei biancorossi che, come spesso è accaduto in stagione, si sono affidati quasi esclusivamente al tiro da tre (36 tentativi, 33 quelli da due) e alle giocate di Shields e Mirotic. Anche le due star biancorosse, però, spesso si sono accontentate di forzature e tiri senza ritmo.

L'unica nota positiva della serata arriva dagli altri campi. Le sconfitte di Valencia e Partizan, infatti, permettono a Milano di rimanere ancora in corsa per il decimo posto. Anche se, paradossalmente, vista la condizione mentale della squadra, forse è meglio sperare che la stagione finisca al più presto.

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Photo Credit: Olimpia Milano X Account

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