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Real Madrid al terzo successo stagionale in un "clàsico". Il Barça si dimostra solido ma manca della freddezza necessaria a sferrare il colpo del KO nel momento più importante.

E' un brutto "clàsico" quello che va in scena al Wizink Center in una notte di ottobre inoltrato che sancisce il 3/0 stagionale tra blancos e blaugrana.

Le premesse per una grande gara c'erano tutte, ivi compresa la base di una classifica che vedeva le due grandi di Spagna come sole imbattute nel contesto continentale. La realtà ci ha raccontato di una partita che è andata a folate, o meglio a quarti: 42-26 Barça tra il primo e l'ultimo, 39-22 Real nei 20' centrali.

LA GARA

Scatto catalano in avvio: per nulla scontato, assai efficace. La squadra di Grimau pare più sul pezzo, ha reattività ed idee chiarissime. Tavares sembra l'unico baluardo castigliano ma va in difficoltà palesando una condizione non perfetta dopo la lunga estate ed i problemi respiratori accusati qualche settimana fa.

Willy vuol prendersi il Wizink Center pare in grado di farlo grazie ad un talento che ha pochi eguali. Madrid, intanto, non fa canestro mai, ma proprio mai.

«Dobbiamo continuare a dare palla dentro per aprire il campo e crearci buoni tiri, la prima opzione deve essere andare in area» chiede Chus Mateo ai suoi. Lucidissimo.

A 2'12" del secondo quarto il tabellone dice 21-30 ed il controllo ospite pare evidente. Qui, se non sferri il colpo del KO davanti alla peggior versione madridista in stagione, rischi grosso. La tripla di Deck sulla sirena, la prima dopo una valanga di errori, che fissa il punteggio sul 28-30 è un segnale pessimo per Grimau ed i suoi.

«Non hanno ucciso una squadra quasi morta, ora è dura» il messaggio che ci arriva dalla tribuna stampa madrilena a firma di un giornalista prestigioso. Lo pensiamo tutti.

Il tutto si materializza, come da pronostico, in un terzo quarto di dominio blanco. Dopo 30' è 51-41 e tutto, ancora una volta, pare chiaramente indirizzato.

Qui, quando la tavola è apparecchiata per un nuovo "clàsico" a tinte merengue, ecco che gli uomini di Mateo si bloccano segnando solo 6 punti in 5'. La qualità generale non incanta, il Barça potrebbe approfittarne anche meglio, lo fa solo in parte ed alla fine arriva la sirena a suggellare una vittoria (65-64 la dice lunga) dei padroni di casa che francamente sarebbe potuto esser tranquillamente roba per Abrines e soci.

Qualche segnale di stanchezza, dopo un inizio di stagione notevole da parte di entrambe le squadre, si è visto ed il risultato è stato una gara che certamente non entrerà nel cassetto delle notti indimenticabili di Eurolega.

LE CHIAVI

La cosiddetta "shooting chart" dell'incontro pare molto come un campo di combattimento: 2/22 madrileno da tre, serve altro per dire che il Barça ha tutto sommato perso una grande occasione?

La valanga di rimbalzi che ne deriva (48-43) è ovvia se una squadra tira 24/66 dal campo e l'altra non va oltre il 25/65.

La mancanza globale di qualità è chiara anche nel rapporto assist/perse: 17/15 Real e 12/14 Barça. Chiaro che se qualcuno avesse scosso maggiormente la retina staremmo parlando di dati ben diversi, ma molti di quei tiri non hanno fatto impazzire, per usare un eufemismo.

20 minuti di vantaggio esterno, con il massimo a +12, 20' a favore dei padroni di casa, con lo stesso margine: curioso tanto quanto indicativo di un equilibrio non corrisposto da una grande notte di basket.

Ben oltre i dati statistici, risulta palese come nel massimo momento di difficoltà, anche tecnica, della squadra di Mateo, i rivali non abbiano saputo piazzare il parziale decisivo e questo è successo nel finale di un secondo quarto che avrebbe indirizzati la partita su binari ben diversi.

Lo stesso si può dire di un Real che dopo 30' aveva in mano la gara ma ha rischiato di farsela sfuggire con un ultimo quarto non ottimale.

Rispetto alla semifinale di Supercopa a Murcia il gap tra le due squadre è parso molto meno evidente, sebbene le armi a disposizione di Mateo appaiono come abbastanza superiori a quelle su cui può contare Grimau. Lo ripetiamo, questo Real oggi ci pare al 65-70% del proprio potenziale, indipendentemente dal 5/0 in Eurolega ed dal 13/0 stagionale.

MVP

Nettamente Gaby Deck.

"El tortuga" dice 20 con 8/10 da due, 1/4 da tre, 7 rimbalzi e 5 falli subiti in 28'34".

Sì, le statistiche dicono Deck ma, provando ad approfondire, negli oltre 19' di Poirier sul parquet c'è un bel +14 di plus/minus, mentre nei 16' di Tavares + -20. «E' il giocatore più importante di tutta l'Eurolega» dirà Coach Mateo in sala stampa, stimolato sulle difficoltà del capoverdiano. Siamo d'accordissimo ma intanto avere come backup il francese non è mica male.

Nel Barça brilla per un po' Willy, che però sparisce in seguito. Abrines ci pare oggi il leader assoluto dei blaugrana, indipendentemente dai numeri. La stoppata su Deck è l'immagine che più ci porteremo dietro di questa gara.

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