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Real Madrid semplicemente perfetto nella serie dominata contro un Baskonia assai meritevole. I "blancos" sono sembrati molto vicini alla loro versione migliore e restano i favoriti alle Final 4.

  • pag. 1 - Il Real e la #roadtoberlin
  • pag.2 - Il Baskonia e lo sdoppiamento di personalità

Un serie controllata, dominata ed assai ben giocata. Il Real che sta disputando una stagione molto vicina alla perfezione ha superato 3/0 il Baskonia nonostante i rivali abbiano opposto una resistenza molto più che seria ed ha guadagnato la qualificazione alla decima Final 4 negli ultimi 13 anni. A Berlino lotterà per sollevare il trofeo per la quarta volta dall'inizio dell'era Laso, ora diventata quella di Chus Mateo, dopo i trionfi del 2015, 2018 e 2023, nonchè le finali del 2013, 2014 e 2022.

75 gare disputate da settembre ad oggi ed un record che fa paura (agli altri...). 30/7 in Eurolega (27/7 stagione regolare e 3/0 PO), 27/6 in Liga Endesa, 2/0 e trofeo sollevato in Supercopa così come per il 3/0 di Copa del Rey. Il totale dice 62/13, impressionante, e se pensiamo che almeno 4 delle sconfitte europee sono arrivate quando il primo posto era già abbondantemente in cassaforte e sostanzialmente si giocava per trovare la condizione in vista delle gare decisive, il tutto assume contorni, se possibile, ancor più dominanti.

Una squadra che può permettersi di dare 5" in tutta la serie ad un giocatore come Causeur, piuttosto che 13'08" ad Abalde o nessuna presenza ad un talento come Eli John Ndiaye, uno che lo scorso anno a Kaunas cancellò dal campo Nikola Mirotic, ha possibilità e soluzioni ovviamente infinite.

Il dominio della serie è andato ben oltre i risultati e va valutato nell'ottica dei valori rivali, che sono stati molto alti.

Ci sarebbero mille chiavi di lettura a testimoniare la superiorità e l'efficacia della pallacanestro dei "blancos", ma una forse spiega meglio delle altre la profonda differenza rispetto ai baschi. Walter Tavares e Vincent Poirier hanno combinato per 27/44 al tiro (61,4%), 44 rimbalzi e 101 di valutazione in tre gare, in campo complessivamente per 119'11". Serve altro per definire un dominio?

Dopo queste tre gare l'impressione è che il divario tra i "blancos" e gli avversari si possa essere ampliato.

Ennesimo passo di Chus Mateo nella direzione di una guida che è tanto serena quanto decisa, sulla base di un'interiorità positiva che va ben oltre ogni concetto tecnico. Allenare questo Real è tanto semplice quanto complicato, ma la più grossa stupidaggine che si possa pensare è che sia per tutti. Sei sulla panchina più ambita, sei su quella comunque più calda e "demanding": senza equilibrio non si può fare ed ecco che difficilmente si trova una persona più equilibrata di Chus, ben conscio di tutto quanto questo onore sia allo stesso tempo onere.

Il percorso verso Berlino è proseguito ieri con una sconfitta inattesa alla Fonteta contro un Valencia Basket da 15/21 dall'arco (!): probabilmente persa definitivamente la leadership "liguera" vista la W di Malaga al Palau, domenica si torna sul parquet in casa alle 1830 contro quel Baskonia del cui futuro da Playoff o meno si potrebbe essere giudici inappellabili.

Da mercoledì 15/5 Playoff di Liga contro un avversario a questo punto ancora da stabilire, con gara 2 venerdì 17 ed eventuale bella domenica 19, visto che le serie dei quarti di finale in Spagna sono al meglio delle tre partite.

Poi il cammino sarà solo "unter den linden"...

(pag.1/2, scorri in fondo per proseguire la lettura)

Che dire di questo Baskonia?

Sostanzialmente tutto quanto detto per mesi, ovvero che la versione europea ha sempre convinto per risultati e prestazione, mentre i problemi sono emersi in patria, tra Copa del Rey mancata per la seconda volta in tre anni ed una sempre più probabile clamorosa eliminazione dai PO di Liga.

E' veramente complicato definire il cammino basco, una sorta di sdoppiamento di personalità tra Europa e Spagna. In realtà, considerazioni sulla psiche a parte, è forse tutto molto più chiaro di quanto appaia, ovvero il problema di un roster troppo corto per poter essere competitivo sui due fronti.

Ancor di più se si pensa al ritmo che Ivanovic imposta per i suoi. Bello, travolgente, appassionante, spesso quasi esagerato ed ecco che il conto può arrivare salatissimo, come successo per la Copa del Rey e poi in Liga.

Il Baskonia ha perso in Liga con Andorra, Obradoiro, Joventut (2 volte), Bilbao e Girona, tutte squadre mai state in corsa per la postseason iberica. Con 10-12 uomini tutto diventa complicatissimo e di prove a Vitoria ne hanno avute diverse in questi anni.

La riflessione maggiore che deve seguire nella stanze di comando basche riguarda proprio quanto sia necessario allungare le rotazioni per affrontare con pari intensità il doppio impegno. Questo soprattutto poichè la Liga non è uno degli altri tornei continentali dove, dichiarazioni di facciata a parte, tante gare sono scontatissime e richiedono uno sforzo non particolare. Qui si gioca e si corre a ritmi folli da settembre a maggio e veramente si può saltare anche contro le ultime.

Discorso di analisi riorganizzazione che si amplia se si pensa che diversi soggetti saranno al solito nel radar di parecchie rivali europee. Non solo lo straordinario Markus Howard, ma anche un Rookie particolare (29 anni) come Codi Miller-McIntyre piuttosto che i vari Marinkovic e Costello. La strada dei Mike James e degli Shane Larkin è tracciata da anni, urge il solito gran lavoro di "scouting" per parare colpi che rischiano annualmente di apparire devastanti.

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