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Supercopa Endesa 2024 in archivio col successo di Malaga. Una sorpresa relativa che in fondo potevamo e dovevamo immaginare.

L'Unicaja Malaga ha meritatamente trionfato in Supercopa Endesa 2024, superando Murcia in semifinale ed il Real in finale. La vera sorpresa non è tanto il trionfo andaluso, squadra da tempo di livello clamoroso, quanto il fatto che forse abbia rischiato di più contro Murcia che contro il Real.

Ma cosa ci resta di un'edizione sempre interessante anche se non travolgente? Ecco 10 brevi considerazioni che ci introducono alla stagione, sia di Liga che di Eurolega.

  1. SORPRESA? NO!

Malaga non può più essere una sorpresa per tutto quanto dimostrato in questi anni. Inoltre era la squadra più preparata, avendo iniziato la stagione prima di tutti per l'impegno nell'Intercontinentale di Singapore, altro trofeo conquistato. Se lo abbiamo dimenticato in fase di pronostico abbiamo sbagliato grossolanamente.

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2. BARÇA NUOVO O SOLITI DIFETTI ?

Manca sempre qualcosina ai blaugrana, nonostante i tanti cambi e la maggior profondità e qualità del roster. Il #clasico ci ha detto che ogni volta che la squadra di Penarroya aveva la possibilità di piazzare la zampata è sempre stata troppo timida e vittima di errori. Ed allora serve poco pensare che degli ultimi 22 punti del Real 14 sono arrivati dalla lunetta. Meglio partire dalle proprie mancanze prima di cercare alibi.

3. IBON NAVARRO: PERCHE' NON E' CONSIDERATO UN FENOMENO?

Ha costruito un sistema di gioco assai efficace, uno splendido mix in grado di coniugare ritmo ed organizzazione. Sono ormai anni che i suoi predicano bella pallacanestro ed il Coach merita di stare tra i grandi. Perchè pensare altrimenti?

4. RUDY E CHACHO VIA, RESTA SOLO LLULL

Leadership. Parola chiave. Soltanto curioso, la mattina della gara ho chiesto al Facu ed a Chus cosa cambiasse nel preparare una finale senza i due campioni ritirati, col solo Llull rimasto tra le leggende del club. Il testimone deve passare allo stesso Facu ed a Tavares nelle gerarchie del club, ovviamente con "Mr Mandarina". Attendiamo segnali concreti in stagione, quelli mancati nella finale di Murcia.

5. IL REAL ED IL ROSTER A 13 UOMINI

No, non bastano. Poi possiamo discutere di qualità ma di sicuro per 90 partite ci vogliono almeno altri 2/3 uomini di alto valore. L'ho chiesto a Chus e la risposta è traducibile in un concetto chiarissimo: siamo sul mercato. Abbiamo approfondito la situazione proprio ieri.

6. ALBERTO DIAZ, CUORE DI CAPITANO

2 punti in finale con tre tiri, 0 in semifinale con una sola conclusione. Se un giorno qualcuno mi chiedesse di raccontargli chi è e cos'è un Capitano gli parlerei di Alberto Diaz e di quei 4 rimbalzi d'attacco che vanno nelle statistiche dalla porta di servizio ma che entrano nell'albo d'oro della coppa da quella principale.

7. KAMERON TAYLOR, CHE STORIA!

«Cameron, it's been a long journey...» E' iniziata così la mia domanda... «Today it's priceless going back to what I've been through...». 22 punti, 6 rimbalzi, 6 assist, +15 di plus/minus e 29 di valutazione. "Partidazo" del nativo del Maryland che è arrivato sino a qui attraverso Seton Hill, sì è Hill, non Hall, quindi Division II, ha conosciuto la Germania anche in terza serie, è stato leader delle rubate in Ungheria ed eccolo con in mano un trofeo di MVP strameritato. Il suo sorriso vale tutto.

8. HEZONJA, I LEADER SI SPORCANO LE MANI...

Mario Hezonja ha ricevuto dal buon Dio un talento smisurato e fa arrabbiare anche chi non tifa la sua squadra quando sembra vivere su un pianeta tutto suo, fatto di bellezza unica e di superficialità imperdonabile. Questo Real può diventare la sua squadra ma perchè avvenga serve sporcarsi le mani. Vale per la semifinale, vale per la finale non giocata, vale per lo spogliatoio.

9. MURCIA, CHE CITTA' DI BASKET!

Ad ogni angolo della strada una maglia UCAM, un palazzo che ribolle di gioia cestistica mai sopra le righe, i giocatori perfettamente integrati ed entusiasti, tanto che anche un Dustin Sleva non riesce a dimenticare Plaza de Las Flores dal quartiere di Besiktas, Sito Alonso che incarna l'orgoglio di chi oggi a pieno titolo si siede al tavolo dei grandi. Murcia, #basketcity.

10. RATHAN-MAYES, FELIZ E WILLY: STORIE DIVERSE ANCORA DA SCRIVERE

Le due guardie madrilene devono ancora capire dove sono e cosa rappresenti vestire il "blanco". E' giusto dare loro tempo perchè quella maglia può pesare, soprattutto in una Final 4 che vale un trofeo. Per Willy è ben diverso: non è possibile verso così molle, "soft" per dirla come fa più figo. Occhio perchè tra i vari Fall, Vesely e Metu si rischia di sventolare asciugamani a lungo ed allora i due famosi telegiornali (*) potrebbero tornagli addosso come un pericolosissimo boomerang.

* Si tratta di un modo di dire iberico che si traduce "ti resta ben poco tempo" relativo al tuo ruolo. E' quanto lo stesso Willy ha detto a Roger Grimau la scorsa stagione durante un TO a Montecarlo.

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