Real Madrid sconfitto alla Ulker Arena di fronte ad un Fenerbahçe con un cuore immenso. La striscia madrilena si chiude dopo 10 vittorie consecutive.

Il Real Madrid di oggi è battibile in Eurolega?

Dopo il trionfo a suon di giocate incredibili anche nel recupero contro il Maccabi, la grande domanda del torneo trova una risposta positiva alla Ulker Arena di Istanbul dove la squadra di Chus Mateo cade in una notte che ci racconta tutta la bellezza e la crudeltà del gioco.

100-99 dopo un OT il punteggio finale di una gara veramente speciale.

Sono tanti i grandi protagonisti turchi, c'è un Campazzo stratosferico a guidare Madrid.

Ed ora dopo i 23 punti di scarto all'Efes, i 14 allo Zalgiris, i 17 a Milano, i 26 alla Virtus, i 18 al Monaco, i 24 all'Alba ed i 29 al Maccabi arriva la prima L della stagione per il Real. Curioso come le uniche squadre che se l'erano giocata sino ad oggi coi "blancos" fossero le spagnole: Baskonia -2 (77-79), Barça -1 (65-64) e Valencia -3 (73-76).

Toccherà ora ad Olympiacos e Panathinaikos, tra il 5 ed il 7 dicembre in un doppio turno sulla carta terribile per chiunque, spiegarci se la caduta della "casa blanca" è casuale o meno.

LA GARA

Il primo quarto è imbarazzante per la superiorità madrilena. 71% da due, 75% da tre, 12 rimbalzi a 4: non può esserci partita. Facu da 16 senza errori dal campo (5/5 e 2/2). Deck surreale per intensità: 16-29.

Reazione gialloblu nei secondi 10', Madrid si ferma in attacco nel momento in cui è il Chacho a guidare le operazioni e si arriva sul 33-35 prima di un 7-0 iberico che porta verso il 37-44 di metà gara.

Il terzo periodo è battaglia. Hayes-Davis torna quello vero, Hezonja prima sembra aver mandato il cugino scarso e poi fa una cosina che farebbe alzare e camminare Lazzaro, il tutto col Facu sempre dominante. Sergi porta a scuola Wilbekin ed è gioco da 4. 59-67 all'ultima sirena.

Le redini tornano saldamente nelle mani di un Campazzo straordinario ed il +14 (64-78) direbbe cosa fatta prima che il Fener, resiliente come poche altre squadre, dica -6 con la tripla di Wilbekin. 72-78: abbiamo una partita?

Scappa ancora Madrid sino al +9, ma Calathes sulla sirena dei 24" mette il -4 dall'arco con poco più di 2' sul cronometro.

Real impreciso dalla lunetta, Guduric glaciale da tre ed è -2 sull'80-82. Prosegue lo scambio di colpi, Campazzo sempre al comando ma un errore difensivo di Llull a 10" concede la tripla del pareggio, peraltro notevolissima per esecuzione e difficoltà, a Wilbekin. Deck non è efficace attaccando Motley ed è OT.

ll Real prova a scappare ancora una volta, Guduric riporta tutto in parità. La giostra dei liberi potrebbe dare tranquillità agli ospiti ma Hezonja fa 1/2 e permette ai turchi di tornare a -1.

La crudeltà del gioco? Deck e Campazzo, i due migliori in campo, confezionano la persa che diventa letale dopo il miracolo di Madar.

La striscia Real si ferma qui, quella casalinga del Fener prosegue.

LE CHIAVI

E' ovvio che vi sia un Real con in campo il Facu ed uno senza, tuttavia le soluzioni per Coach Mateo sono tante e di qualità assoluta.

Se si può trovare un difetto a questa squadra, come già accaduto con Malaga in Liga, è una minima difficoltà nel chiudere definitivamente gare che paiono esserlo da tempo. Sia chiaro, dettagli minimi, ma cose su cui lavorare.

Oltre i numeri, come ha detto Itoudis, il Fener è tutto resilienza, lotta, determinazione: non è forte come il Real ma batte il Real con tanto cuore. E che differenza rispetto alla squadra vista a Bologna una settimana fa.

«Abbiamo fatto un buon lavoro ma non lo abbiamo completato». Chus Mateo è lucidissimo ed in quel mancato completamento c'è il non aver sfruttato il 44 a 37 a rimbalzo ed un 21,7% dall'arco che cozza con l'inizio perfetto.

MVP

Ovviamente, straordinariamente, Facundo Campazzo, "alla Jerry West".

Irreale gara dalla palla a due al quarantacinquesimo: la persa finale è più del "tortuga" che sua. 33 con 11/11 da due e 5 assist. Crea, conclude, trascina: molto del 10/1 attuale è roba sua.

In casa turca i 5 uomini in doppia cifra meritano tutti allo stesso modo: Guduric, Wilbekin, Hayes-Davis, Calathes e l'eroe Madar.

Poco dai lunghi, Pierre ancora palesemente indietro: l'impatto delle 4 sconfitte consecutive si è sentito ma è stato superato.

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