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Nella notte di Teodosic, è la Virtus a trionfare danti ad un Paladozza sold out. La Stella Rossa cade per la terza volta consecutiva nel massimo campionato continentale e si conferma squadra in difficoltà, almeno su alcuni aspetti.

Non può essere soddisfatto coach Ivanovic, molto nervoso in sala stampa e, proprio per questo, di poche parole. Ormai lo conosciamo l'allenatore dei biancorossi di Belgrado: molto abile nel mostrarsi pacato, anche e soprattutto quando rammaricato per la prestazione dei suoi. Consapevole della forza dell'avversario, la guida tecnica degli ospiti analizza soprattutto i primi minuti di gara, in cui il gap tra le due compagini è stato molto evidente: "Abbiamo sofferto, abbiamo lottato, ma complimenti alla Virtus, che ha giocato una grande partita e lo ha fatto con grande rispetto. E' stata visibile la tanta differenza dei primi minuti, ma per come si è sviluppata la gara non ho nulla da rimproverare alla mia squadra."

E allora, forse, è la Virtus a fare questo effetto: la Segafredo viene, infatti, percepita come una formazione contro la quale, se perdi e combatti, puoi potenzialmente incappare in una sconfitta, poiché l'Europa si sta rendendo conto del basket espresso dai ragazzi di Luca Banchi.

Proprio il coach delle Vu nere, molto più sorridente del collega avversario, ha analizzato la gara in conferenza stampa, facendo trasparire molta soddisfazione per i due punti raccolti, ma, allo stesso, tempo, parecchia consapevolezza di dover far crescere il proprio team ulteriormente.
"Buona vittoria, contro un avversario forte, che è arrivato per dimostrare di essere migliorato dopo la gara di Monaco. Loro sono una squadra forte. In termini di impegno e sudore abbiamo giocato una gara molto continua, iniziata molto bene." Le prime parole dell'allenatore toscano sono mirate a descrivere la forza della Stella Rossa ed a sottolineare lo sforzo dei suoi giocatori, espresso durante tutto l'incontro.

"Dobbiamo aggiustare qualche dettaglio perché non ti puoi permettere 19 palle perse a questo livello. Io devo concentrarmi sul pulire il nostro gioco, troppe palle perse, anche se mi piace che competiamo quando il livello sale a questi regimi e poi devo occuparmi della condizione fisica. Ripeto, devo aiutare i giocatori a ripulire il gioco." Eccola, quindi, la prima critica della guida tecnica virtussina nei confronti del team: il gioco non sempre è stato "pulito", termine spesso utilizzato da Banchi, e questo ha generato svariate palle perse, le quali hanno, poi, permesso a Belgrado di partire in transizione o, più in generale, di attaccare a difesa non schierata.

"Non siamo mai stati sotto, nonostante i ragazzi giocassero con tanta pressione addosso: era un giorno particolare per tutti. Questa è la strada, abbiamo talento, dobbiamo continuare così e tutti devono continuare a dare questo sforzo. io mi tengo strette le fondamenta, che sono la voglia e lo sforzo." Dopo il bastone, la carota. Questa modalità di conferenza stampa post partita viene spesso utilizzata dall'ex Pesaro, al fine di, come si dice in gergo, "dare un colpo al cerchio ed uno alla botte", senza illudere i giocatori che tutto stia andando perfettamente.

Da sottolineare, come, di fatto, accade da inizio stagione, il gioco bianconero e la costruzione dei tiri: "Le percentuali al tiro sono strettamente collegate alla qualità del gioco, alla costruzione dei tiri ed alla circolazione della palla. Finché sono buoni tiri possiamo sbagliarli o segnarli. Bisognerebbe segnare quando si ha così tanto spazio, quasi col 100%." Queste parole sono l'ennesima dimostrazione un concetto che dovrebbe essere chiaro a tutti: non importa l'esito delle conclusioni, la parte importante è quella prima, vale a dire la scelta dei tiri da prendere e come arrivi a prenderli. Questa è la principale differenza tra le squadre che offrono un buon basket e quelle che si affidano troppo spesso alla qualità dei singoli.

Infine, rispondendo a domanda specifica, Banchi ha spiegato la presenza di Iffe Lundberg e Jaleen Smith in campo contemporaneamente: "Smith e Lundberg insieme? Abbiamo varato qualsiasi tipo di quintetto ormai, basta lo spirito giusto. Al di là dei sei giocatori in doppia cifra, possiamo contare sullo sforzo di tutti. La cornice di pubblico è unica: giocando con questo calore è difficile non dare il massimo e bisogna ripagare il sostegno della gente."

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