La Virtus Bologna torna alla vittoria dopo il digiuno che, in coppa, si era protratto dal 5 gennaio: Panathinaikos battuto 74-64 al termine di una gara in cui la Virtus ha dominato per lunghissimi tratti e che ha dovuto rimettere in piedi nel finale.

Una vittoria che significa contemporaneamente riaffacciarsi ai playoffs e spingere prepotentemente i verdi verso il fondo della classifica riducendo al lumicino le loro speranze di post-season.

La gara

La Virtus parte subito forte: in attacco Shengelia fa la voce grossa e in difesa le rotazioni sono ottime al netto di una manovra offensiva ospite molto vicino allo scadente. A fine primo quarto è 18-11 con la sensazione che si poteva anche scappare nel punteggio.

Nel secondo quarto il copione non cambia. Bako impatta bene la gara con 5 punti consecutivi e una stoppata su Gudaitis: il parziale ora dice 27-13 Virtus con il primo decisivo allungo bianconero. Il Pana si rifà però subito sotto con tre triple consecutive che riaprono prontamente il discorso. Le vu nere ripartono da dove avevano finito: Shengelia riprende il comando delle operazioni e la superba difesa finale di Ojeleye sull'isolamento di Bacon sigilla il 43-30 che manda le squadre all'intervallo lungo.

La Virtus esce male dagli spogliatoi, ma l'inerzia green è frenata dall'antisportivo di Bacon. Le vu nere, però, faticano tremendamente in attacco, complice anche la serata no di Teodosic, che commette a sua volta un antisportivo. Il primo canestro dal campo dei bianconeri nella ripresa arriva solo dopo 4'40" con una tripla di Hackett che riprova ad allungare sul 49-39. Ma la fase offensiva dei padroni di casa non decolla e gli ospiti rientrano a fine terzo quarto fino al 55-51.

Il quarto periodo inizia allo stesso modo del terzo. Questa volta però la rimonta e il sorpasso del Pana arrivano davvero: 55-57 dopo la tripla di Ponitka. Quando la china prende una china scivolosa, la Virtus reagisce con una tripla di Cordinier e con le giocate di Shengelia, prontamente rientrato in campo (64-57). Da quel momento il Pana non riesce più a reagire e in attacco pasticcia continuamente. La Virtus allora mette in cassaforte la partita.

Qualche numero. A differenza di quello che accade di solito le vu nere hanno dominato a rimbalzo (40-28) e sono andate con continuità dalla lunetta mantenendo buone percentuali (19/22). Due dati che hanno fatto la differenza, al netto di uno spettacolo cestistico non eccelso offerto da entrambe le squadre. I bianconeri, poi, al netto delle 16 palle perse, hanno distribuito 22 assist. Solo 12 per gli ospiti con 14 palle perse. Anche i numeri sono tutti bianconeri.

Pana, se per Bacon non è serata è una squadra senz'anima

No Bacon no party: può sembrare semplicistico, ma così è. Il Panathinaikos senza le fiammate offensive di Dwayne Bacon resta una squadra confusionaria e senza identità.

E se appunto il tuo giocatore da 20.9 punti di media a partita, di punti ne segna solo 8, allora la sconfitta è decisamente il risultato più probabile. Per l'ex Monaco non è serata e la Virtus è altrettanto brava a ingabbiarlo mettendogli contro Ojeleye e Cordinier. Disinnescare lui vuol dire disinnescare i vari Williams, Ponitka e Wolters: giocatori che si accendono e vanno in striscia se vengono trascinati. Ma, come detto, niente di tutto questo.

A parte qualche fiammata il tiro dall'arco non entra (27.6%) e in generale l'attacco dà l'impressione di essere inefficace per lunghi tratti di partita. Se questa non è la squadra che gioca la peggior pallacanestro nella competizione poco ci manca. L'attacco dei greens è praticamente solo isolamenti e quando c'è da costruire qualcosa per muovere la difesa tutto diventa farraginoso e mal gestito.

Il rientro nel terzo periodo è sembrato essere più demerito Virtus che merito ospite con i padroni di casa che in attacco si sono completamente fermati. E, infatti, anche dopo la rimonta, appena la Virtus ha ripreso le redini dell'incontro il Pana è nuovamente crollato senza avere la minima capacità di difendere la parità nel punteggio duramente riconquistata.

L'impressione è che questa sia una squadra con tante buone individualità che faticano ad essere squadra. E Bacon è un grande realizzatore, ma non è un grande leader. Leadership e ordine che non si possono certo trovare in Williams, Wolters o Lee. Tutti giocatori esplosivi e talentuosi che avrebbero bisogno di un solido manovratore. E Grigonis, ormai, è diventato un oggetto misterioso.

In quel di OAKA, purtroppo, si ritorna a quelle che ormai sono diventate le solite abitudini. Progetto confuso e con poche vie d'uscita. Forse i tifosi non avevano tutti i torti a lamentarsi...

Virtus, riecco Shengelia e una grande difesa

Lo avevamo detto a più riprese: nonostante qualche sconfitta di troppo, la Virtus nell'ultimo mese di Eurolega aveva espresso un'ottima pallacanestro. Raccogliendo meno di quello che aveva seminato.

Stasera ha avuto meno brillantezza delle uscite precedente, ma ha avuto grande solidità e si è andata a prendere la vittoria con autorità. Il primo tempo è stato praticamente dominato, poi nel terzo quarto ha sofferto la solita mancanza di circolazione offensiva, soprattutto in una serata in cui Teodosic (anche giustamente) si è preso una serata di riposo. Anche se, va detto, alla fine la tripla che ha messo la pietra tombale sul match l'ha messa sempre lui.

Nel quarto quarto, infine, invece di crollare psicologicamente dopo la rimonta avversaria dal -14 (come aveva fatto contro Asvel per esempio), si è ricompattata e ha ripreso in mano il controllo della situazione senza tremare o tentennare. Da squadra che negli ultimi mesi ha fatto enormi progressi in termini di consapevolezza ed esperienza. Perché questa squadra qualche mese fa questa partita probabilmente l'avrebbe persa.

C'è stata quindi una grande difesa (soprattutto nel primo e nel quarto periodo) a cui si è aggiunta un'ottima prova a rimbalzo (molto bene le 8 carambole raccolte sia da Jaiteh che da Hackett) e l'impatto di un ritrovato Toko Shengelia. Lo aspettavamo da un po' di tempo: eccolo ritornato al livello che gli compete. 16 punti, 7 assist, 3 rubate e 24 di PIR. Poi la capacità di battere praticamente sempre il proprio uomo, di servire benissimo i compagni fungendo da perno assoluto della circolazione offensiva virtussina e essendo presenza fissa nella metacampo difensiva.

Ecco come è arrivata una vittoria che era fondamentale raccogliere. La prima di quattro partite che diranno tanto di quelle che saranno le possibilità bianconere di fare i playoffs. Ne mancano tre ora: Bayern, Stella Rossa e Asvel. La gara di venerdì prossimo in Baviera potrebbe essere un grande spartiacque: si prevede gara estremamente fisica e ruvida. Ma, di solito, quelle sono proprio le partite in cui la Virtus sa esaltarsi.

Virtus Pana
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