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Nella "trasferta" all'Hala Nikolic, nell'attuale casa del Maccabi, il Partizan si impone 91-79 alla sirena di un match molto fisico e spettacolare, davanti agli occhi di un ospite speciale Vlade Divac.

Resilienza Maccabi

I ragazzi di coach Kattash si presentano senza Jokubaitis e Gabriel, i due "colpi" estivi rimasti, visto i precocissimi saluti di Loyd, non esattamente due da regalare nonostante l'arrivo del ciclone Saben Lee. I gialloblu reduci dallo scalpo dell'Efes, mettono la partita sui binari preferiti, alto ritmo, grande condivisione della palla, collaborazione tra i lunghi e fisicità. Il tutto cercando di gestire energie e una percentuale dall'arco, altamente deficitaria (25% con 6/24).

Nel primo tempo sale in cattedra Levi Randolph (19 di cui 17 nei primi 20 minuti), l'eroe che non ti aspetti, tra tante scelte, anche inattese di coach Kattash. Il quintetto inedito con Hoard, Sorkin e Rivero, regge il campo e regala un vantaggio fisico che si produce in una messe di rimbalzi offensivi (19 totali, in un 43-26 totale per gli israeliani).

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Saben Lee, trova le prime difficoltà a livello europeo e per una volta non ha impatto a livello di scoring, pur affinando la sua intesa con i suoi ricevitori sui pick and roll. Tamir Blatt, non manca di prendersi responsabilità e oltre ai soliti assist (9 come la media stagionale) sfiora la tripla doppia con 10 punti e 9 rimbalzi. Insomma, tante difficoltà ma anche tante risorse pescate, anche se in questo caso insufficienti.

Partizan in potenza

Il Partizan non si scompone. Accetta il ritmo, accetta la fisicità, pur confermando un quintetto atipico, con Bonga da ala forte. Mettendo quasi in conto la sofferenza a rimbalzo, riesce a sfruttare il talento nello spot di guardia (che vede un rientrante, almeno per la panchina Duane Washington) con Brown (20), Lundberg e Carlik Jones (11) e Ntilikina (12) in ottima serata e bravi a condividere responsabilità e palla.

Il settore lunghi, vede l'abnegazione e la lotta di Jones e Davies, far quel che si può sia a rimbalzo, che vicino al ferro (7/22 da 2 combinato), ma trova risposte da Pokusevski (3 stoppate) e soprattutto Bonga, 14 punti con 4/5 dall'arco.

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Coach Obradovic sta camaleonticamente trasformando il Partizan secondo le caratteristiche quasi estreme del roster, con enorme talento nel back court e più corto, sia numericamente che per stazza sotto le plance. Un progetto intrigante, due vittorie che danno fiducia. Servirà una conferma di maggior rilevo, certo, ma per ora questo Partizan sembra dare adito ai sostenitori dell'importanza di aver guardie di alto livello.

Bonga-Hoard: atipicità in fieri?

Interessanti le prestazioni e l'inizio di stagione di due protagonisti di serata. Bonga, non può definirsi una sorpresa. Ex Nba, campione del mondo in carica, eppure qualche strascico di dubbio su continuità e ruolo, lo accompagna ancora. Designato nello spot di "4" nonostante le triple non siano il suo mestiere, almeno primario, ha trovato stasera un 4/5 dall'arco, e in generale una sicurezza nel tentare tiri, che può consacrarlo come ruolo chiave per questo Partizan. Già nota a tutti la sua "atipicità" difensiva, che lo porta a poter marcare praticamente chiunque, sta sviluppando la sua "atipicità" offensiva per un percorso segnato direzione stretch four.

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Jaylen Hoard, grande terzo quarto stasera, alla stagione di debutto in EL, sembra poter ricalcare le orme di un ex Maccabi, Bonzie Colson. Arrivato con incognite sulle caratteristiche, si sta calando già perfettamente nella parte di ala versatile. Passerà anche per lui molto, dalla capacità di aggiungere una bidimensionalità, perchè l'atletismo e l'intensità non latitano. Da anni uno dei migliori profili fuori dall'Eurolega, non sta facendo pentire i suoi sostenitori. Curiosi di vedere lo step successivo.

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photocredit: Partizan X

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