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La Virtus Bologna vince ancora in Eurolega e lo fa su un campo difficile da espugnare come la Fernando Bues Arena di Vitoria. Il Baskonia di coach Dusko Ivanovic cade per la seconda volta in nove gare dal ritorno dell'ex Stella Rossa sulla panchina dei rossoblù, cedendo il passo ad una Segafredo stellare.

L'approccio alla gara dei bianconeri felsinei è stato quello delle notti magiche, con un +14 accumulato nei primi minuti dell'incontro ed una produzione offensiva degna di una compagine da Final Four. Le prime dichiarazioni nel post gara di Luca Banchi vanno proprio in questa direzione, con un focus particolare, però, sul rientro del Baskonia durante il secondo quarto e sulla capacità della sua squadra di gestire il punto punto che era andato in scena: “Un gioco solido, un approccio molto promettente. Poi qualche problema a resistere contro la loro grande energia, esplosività, voglia di tornare. I rimbalzi offensivi e i tre punti hanno fatto la differenza nel secondo quarto, quando il Baskonia è rientrato, ma noi siamo rimasti concentrati sul nostro piano, cercando di controllare il ritmo alla fine, dove forse abbiamo perso un po’ del nostro flusso offensivo. Abbiamo iniziato a sentire forse un po’ di stanchezza e non eravamo così lucidi come prima, ma abbastanza per vincere questa partita e per fare un passo importante per consolidare la nostra identità come squadra. Perché niente di meglio delle vittorie in trasferta può aiutare a costruire un corretto spirito di squadra." Nella seconda metà del primo tempo, la Virtus ha perso un po' di lucidità in attacco, ha controllato molti meno rimbalzi, ma non ha accumulato un gap di svantaggio irrecuperabile, permettendo ai suoi avversari, anzi, di portarsi solamente sul +3: la crescita mentale dei felsinei è sempre più evidente, partita dopo partita.

 "La qualità del tiro era alta. - aggiunge il coach toscano - quindi significa che stavamo spaziando correttamente, che stavamo condividendo correttamente la palla. E per la maggior parte del tempo abbiamo tirato bene. Questo è stato il segreto, diciamo, per ridurre le opportunità del loro gioco di passaggio. Credo che questa sia la chiave. La nostra immagine migliore. A volte non siamo così precisi. Ma quando giochiamo con un tale flusso e con una tale, diciamo, volontà di condividere il basket e i sacrifici difensivi, possiamo competere." La Segafredo ha tirato con il 48% dalla lunga distanza, rispedendo al mittente ogni tentativo di rientro in partita definitivo da parte di Vitoria, mai veramente in controllo dell'incontro. Le conclusioni degli ospiti sono state costruite alla perfezione, anche e soprattutto nei momenti catartici del match, con pazienza, dedizione ed applicazione. In fase offensiva, la Segafredo ha sempre cercato il tiro migliore, mettendo in fiducia quasi ogni componente del proprio roster, ricercando spasmodicamente la maniera migliore per ferire i padroni di casa e questo aspetto non può che mostrare la grande fiducia con cui esprime la propria pallacanestro Bologna.

 Luca Banchi, successivamente, si esprime sulla grande prestazione di Marco Belinelli, il capitano della squadra ed unico virtussino insieme a Ginobili in grado di segnare 27 punti a Vitoria negli ultimi ventidue anni di storia bianconera (Manu Ginobili mise a referto lo stesso numero di punti in Gara 3 di finale di Eurolega nel 2001). Il numero 3 della Segafredo è riuscito a spronare i suoi compagni, a caricarsi sulle spalle tutta la compagine ed a sfruttare il suo enorme talento in attacco. "Marco per me è pazzesco. - riferisce, infatti, ai giornalisti in sala stampa il coach toscano - A un certo punto ero in panchina e ho visto la sua azione e gli ho detto: wow. Ovviamente non mi sento il suo allenatore. Sono qui per vedere, per imparare. E ogni giorno mi porta qualcosa dal suo incredibile talento cestistico, dalla sua conoscenza della pallacanestro. E credo che stasera abbia dato a tutti l’esempio di un impressionante giocatore professionista che ha 13 anni di NBA nel suo curriculum. E viene a Victoria con grande umiltà e desiderio di guidare questa squadra, di mostrare a tutti la direzione che conosciamo. Era la nostra settima partita in trasferta tra campionato italiano ed Euroleague con sei sconfitte nelle gare fuori casa. Giusto? Ed era il momento di dimostrare. E quando hai un tale tipo di leadership nella squadra, tutto cambia. Perché tutti hanno tratto fiducia dal suo approccio, dal suo portamento, dal modo in cui parlava. Anche in un momento di stress, ha aiutato i compagni di squadra, ha aiutato me e il mio staff a rimanere calmi e concentrati. Non tutte le sere possono essere così. Ma si merita davvero questo tipo di complimenti. Perché è speciale. E come vi ho detto, guardando da fuori, sono il primo che si diverte a vedere un tale talento. È impressionante."

La guida tecnica della Vu nera si congratula, poi, con gli avversari: i complimenti di coach Banchi al Baskonia non riguardano il match appena terminato, ma sono inerenti all'organizzazione generale dell'ambiente, del club e di chi ci lavora. L'allenatore ospite risponde ad una specifica domanda su possibili interessamenti passati da parte dei rossoblù iberici nei suoi confronti e lo fa nel rispetto totale della società appena battuta: "Il fatto che un team come Baskonia e una dirigenza come questa considerino il mio nome nella loro short list di candidati mi rende super orgoglioso. Sono speciali. Questo posto è speciale. Hanno l’immagine esatta del mio club perfetto. La loro visione, la loro strategia, la loro struttura. Sono così chiari, così nitidi, così decisi. Da appassionato di basket, questo club è uno dei migliori in Europa. E se qualcuno in questo club avesse in mente in passato il mio nome, per me significa molto. Non so se potrà accadere, non lo so. Ma so che se il mio nome è stato inserito in questa lista, sono molto orgoglioso. E ancora, continuerò a fare il mio lavoro con serietà."

Le dichiarazioni post gara di Luca Banchi si concludono con altri complimenti al club spagnolo ed una insolita descrizione del proprio carattere da parte del protagonista della conferenza stampa: "Ho il mio stile, ho la mia identità. Non cambierò mai. Qualcuno crede che io abbia un brutto carattere. Io ho il mio carattere, è diverso. Ho personalità. Non sono un cucciolo, sono un allenatore. A qualcuno piace, qualcuno lo sa. Ma sono molto severo. E se vi dico che mi piace questo club, è perché mi piace questo club. E sono nel basket da molto tempo. E ho ragione di credere che quel posto sia speciale. Ho avuto a disposizione giocatori e allenatori miei amici, che lavorano qui in paradiso. E tutti hanno avuto parole straordinarie. Anche Marco che ha avuto un’esperienza sfortunata. Tutti sanno cos’è Baskonia. È un marchio, è uno stile. E avere la possibilità di incontrare queste persone, stringere loro la mano, per me è il miglior rapporto prima della partita e dopo la partita. Mi conoscono, sanno il mio nome. È sufficiente.”

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