San Francisco fa il miracolo, il Bayern gela il Partizan nel R#26
Francisco for the win!! Il Bayern gela la Stark Arena di Belgrado con un canestro a circa 1" dalla fine di Sylvain Francisco e passa su un Partizan che continua a vedere nero e che conosce così il terzo ko interno della sua stagione nonché il terzo consecutivo ed il quarto nelle ultime 5 partite, l'ultimo in casa della Virtus, giunto nei minuti conclusivi. Succede praticamente di tutto nella capitale serba, con i padroni di casa che tengono il vantaggio ma non riescono mai ad azzannare definitivamente il match.
Sono 8 gli uomini in doppia cifra nel match della Stark Arena, con i padroni di casa guidati al solito da un Punter da 22 punti. Con l'ex Virtus in doppia cifra ci sono anche Kaminsky con 14 ed i 10 a testa per Nunnally e Dozier. I bavaresi sono guidati dal match-winner Francisco con 20, dai 14 di un Ibaka condizionato dai falli, dai 12 di Edwards e dagli 11 di Danko Brankovic, tutti nel primo tempo. Finisce 78-79 - in una arena gremita e ribollente di passione come sempre - per la squadra di Pablo Laso.
La partita
La partita della Stark Arena è incredibile, pazzesca, meravigliosa, un qualcosa che riconcilia con la pallacanestro: chi non ama questo sport può davvero andare a confessarsi, perché non è possibile non alzarsi in piedi e godersi lo spettacolo. Un match straordinario nella cornice ingiocabile dell'arena bianco-nera di Belgrado, spenta dal buzzer-beater di Sylvain Francisco, che ha messo in ginocchio Kaminsky prima di incenerire la retina di fronte agli occhi diventati color ghiaccio dei tifosi serbi.
Equilibrio la parola d'ordine, con il Partizan guidato dal solito Punter e da Nunnally nel primo quarto, ma è il Bayern a prendere la leadership grazie a Brankovic, Edwards e Weiler-Babb per un 23-26 che è l'antipasto di uno spettacolo enorme. I serbi caricano a testa bassa, sospinti da 4 bombe di un incendiario Kaminsky aprono in due la difesa bavarese e si prendono il comando delle operazioni, pur risicato, all'intervallo. 45-41 dopo 20'.
Jaramaz e Punter aprono la scatola con la squadra di Obradovic in campo con un'altra faccia, determinata e concentrata anche nella metà campo difensiva. Il Bayern - però - ha in Serge Ibaka l'uomo in più della ripresa dopo un primo tempo passato in panchina: il lungo spagnolo aiutato da Francisco ricuce il gap da -10 e dopo 30' è tutto lì, in equilibrio o quasi. 63-59.
Nell'ultimo periodo il Partizan tiene il vantaggio e cerca le spallate, ma Ibaka ed un carico Francisco rimettono tutto in parità Dozier e Kaminsky fanno +4 a 43" dal termine: finita? Macché. 2 liberi dell'esterno francese ed una tripla dalla punta in step-back a 1"1 dalla sirena rovesciano inerzia e punteggio. L'ultimo destro-sinistro di Punter tocca il primo ferro, il tabellone, nuovamente il primo ferro e non viene accolto: è colpo tedesco in Serbia.
Partizan, un ko che è foto di una stagione da roller-coaster
Grande attenzione nelle azioni offensive con il Partizan che gioca principalmente sulle invenzioni di Punter e sui pick and pop di Kaminsky, ispiratissimo nel primo tempo da 4/4 dall'arco. I serbi fanno molto affidamento sulle conclusioni da lontano, tutte ben costruite, con il solito flusso offensivo che contraddistingue la formazione di Obradovic nelle sfide giocate tra le mura amiche alla Stark Arena. Difensivamente i bianco-neri faticano sulle incursioni degli esterni bavaresi, in particolare quelle brucianti di un ispirato Edwards.
Una difesa che - però - dall'altra parte ha "escluso" dal match un giocatore fondamentale per i tedeschi come Serge Ibaka. Il lungo ex NBA ha sofferto pesantemente la pressione nella sua metà campo portata da attacchi sistematici di Punter ed anche un Jaramaz concentrato. I serbi continuano a colpire con il solito ex Virtus dal mid-range e con una coppia di liberi alzando il muro in difesa e rendendo complicata la vita ai bavaresi nella metà campo offensiva, soffocati da una pressione feroce e da cambi difensivi fatti al meglio.
La storia della stagione del Partizan - però - è chiara e viene rispettata anche stasera: non c'è continuità nelle due metà campo in termini di attenzione e pulizia di gioco e così il vantaggio in doppia cifra del 27' viene letteralmente sprecato in 180", con Francisco che rimette i suoi a -4. Si viaggia sul filo dell'equilibrio fino a quando PJ Dozier ne mette 4 in fila e sembra indirizzare il match: i serbi - però - non la chiudono, sbagliano troppo in attacco ed in difesa ruotano male, lasciando campo ad Ibaka e Francisco.
La differenza alla fine la fa un tiro che entra ed uno che sembra poter entrare ma alla fine viene sputato dai ferri dell'infuocata Stark Arena: un dettaglio che porta 2 punti in casa Bayern e 0 in casa Partizan, ma non solo. Una storia che prosegue da inizio stagione, con la formazione di Obradovic che davvero non riesce mai a spiccare il volo e si schianta spesso, a volte inspiegabilmente, un roller-coaster di emozioni, vittorie, sconfitte, ampi disavanzi recuperati o ampi vantaggi gettati alle ortiche: con questo ruolino di marcia i play-in sono a rischio.
Bayern, la vittoria del cuore e di San Francisco
Partiamo dalla fine. Isolamento di Sylvain Francisco, blocco di Ibaka che rolla poi verso canestro portandosi dietro il marcatore dell'esterno francese. Resta Frank Kaminsky sul numero #1 del Bayern, un miss-match da cavalcare, attaccando il lungo americano. Un attacco che si arresta di fatto ai 5 metri, una finta che allontana e fa perdere il passo al #44 del Partizan. Lì Francisco crea l'ultima e decisiva separazione con uno step-back stupendo, piedi fuori dall'arco, Kaminsky - in disperato tentativo di stoppata - incenerito e la palla che entra nel canestro, zittendo la Stark Arena.
Un successo che tiene aperta la porta play-in per il Bayern, bravissimo nel restare aggrappato al match nei momenti di massima pressione di un Partizan assaltatore con Kaminsky e Punter sugli scudi e lucido - poi - nel punire gli errori difensivi del team serbo, più frequenti del solito negli ultimi 13' di partita. I bavaresi hanno in particolare il merito di aver retto l'urto nel primo tempo, di fatto giocato senza Serge Ibaka per problemi di falli (3 all'intervallo), trovando protagonisti inattesi come Brankovic.
La vittoria davanti ai 20174 della Stark Arena porta il nome in calce (o marchiato a fuoco) di Sylvain Francisco: l'esterno francese tra il 27' ed il 40' realizza 19 dei suoi 20 punti, ghiacciando l'incandescente arena serba. Tempo passato in panchina? 16" negli ultimi 10' di partita. Con tanto di prodezza finale a dare un successo dal peso specifico inaudito alla squadra bavarese.
Nel complesso la differenza la fa la prodezza di Francisco ed un tiro che fa in&out di Punter, ma non solo: l'attenzione bavarese è stata superiore a quella del Partizan, con tante situazioni offensive positive pur - talvolta - non trovando il fondo della retina. Un successo che arriva anche con il solito apporto di Serge Ibaka: bravissimo il lungo ex NBA a non uscire mentalmente dal match e bravissimi i compagni a "coprirlo" nella metà campo difensiva dopo i 3 falli del primo tempo.
L'attenzione ai dettagli, il ribellarsi alle giocate di Kaminsky, Punter e Dozier, lottando con la qualità di Francisco, l'energia e la fisicità di Ibaka, la solidità di Brankovic nel primo tempo e - soprattutto - lottando con grande personalità, attenzione su ogni possesso. Le partite si vincono spesso e volentieri così nei campi caldi come quello del Partizan. Un ko che Dozier sembrava aver scritto per il Bayern, rigettato da Francisco: il ghiaccio nelle vene per due punti d'oro.
Foto credit Bayern e Partizan