Melli e Messina al centro di ogni commento dopo una giornata che ha sancito la separazione del Capitano dall'Olimpia. Da dove e da chi arriva questa scelta?

Nicolò Melli non giocherà la prossima stagione nell'Olimpia Milano. Per taluni era nell'aria, per altri era impensabile, ma alla fine conta soltanto la realtà che è quella espressa da un gelido comunicato che ha squarciato il cielo del basket nostrano, e di riflesso europeo, in un 20 di giugno qualsiasi, ricco soltanto di voci di mercato in astinenza momentanea dal gioco.

Provare a capire è normale sebbene la giungla di presunte verità che accompagna un movimento di mercato comunque clamoroso è ostacolo non da poco.

LA STAGIONE, LE TENSIONI

Non è certo un segreto il rapporto tra Coach e Capitano non sia stato semplice. Lo scudetto è arrivato perchè si tratta, come giustamente detto da Melli, di professionisti che hanno «in comune il fatto di volere il bene dell'Olimpia». Che poi però pesassero molto altre parole e segnatamente quel «Il nostro rapporto è stato a volte distruttivo» era abbastanza chiaro.

Caratteri forti, magari talvolta eccessivamente spigolosi, ed una serie di situazioni che alla fine di mesi tormentati dal secondo cammino europeo largamente insoddisfacente, per non dire disastroso, in rapporto alle forze messe in campo, non potevano essere cancellate da entrambi con la medicina tricolore, importante il giusto.

La settimana nera del doppio turno tra Oaka ed il Sinan Erdem resta quella in cui l'ultimo chiodo sulla bara delle speranza europee milanesi è stato posto. La grande tensione di Istanbul, con un Digbeu a commentare esterrefatto, è stata uno dei passaggi che ci ha portato a quanto accaduto ieri. E lì, sulla sponda europea di Istanbul si arrivava dopo un oltremodo nervosa gara ad Atena due giorni prima, nonchè esattamente un mese dopo quella "difesa della differenza canestri" al Pireo che non piacque proprio a nessuno, figuriamoci i più competitivi tra i giocatori milanesi.

Il resto sono storie di spogliatoio che devono essere storie in stile Las Vegas, ciò che vi accade deve retare lì, anche nel mondo social di oggi.

Olimpia, Melli | Eurodevotion

PAROLE PUBBLICHE, VERITA' PRIVATE

Un abboccamento di fine estate 2023 per provare a confrontarsi sulla durata di un eventuale rinnovo, poi il grande silenzio sino alla fine di aprile.

Sì, questa è la storia delle presunte proposte di rinnovo fatte al Capitano. Non vi possono essere rifiuti di fronte alla mancanza di proposte per otto lunghi mesi. E questa è una situazione che è ben nota ad un numero assai ampio di addetti ai lavori da tante settimane, non da ieri. Sostenere realtà ad oggi semplicemente parallele è esercizio complicato e necessiterebbe chiarezza derivante dai fatti.

Per tale ragione abbiamo avuto ripetuti sussulti quando abbiamo sentito dire dapprima che «Da mesi il giocatore è al corrente della volontà del club di proseguire insieme» per poi aggiungere, solo in un secondo tempo, che fosse volontà «anche dell'allenatore», sottolineatura che ci è parsa almeno particolare.

E' cronaca recente quella di diverse ultime (Basket On-ER l'ultimissima) interviste del Presidente-Allenatore meneghino in cui si ribadiva la volontà di trattenere Melli come a conoscenza del giocatore e dell'agenzia che lo rappresenta.

E' vero che viviamo in una mondo in cui un successo comunicativo deriva più da come dici una cosa piuttosto che dalla sua veridictà, tuttavia quando la realtà stride con le parole qualche domanda è lecito farsela.

Probabilmente si tratta solo di quelle dinamiche di mercato dense di mezze verità che magari in questo caso sono un po' meno. Un terzo, un decimo...

LA SCELTA DI MESSINA

Milano è una città di calcio, non di basket ed anche questo è noto a tutti. Probabilmente una situazione simile con Lautaro od il capitano del Milan avrebbe visto lo schieramento di orde di cronisti sotto la sede del club e le case dei protagonisti.

Nel nostro caso, nel nostro piccolo mondo italico, basta l'uccellino, sì quello famoso al lavoro dalle parti del Forum sin dai tempi dei cestini di Alessandro Gentile nella Milano di Repesa. Si sa, è primavera, la stagione del canto e della verità per gi uccellini stessi ed allora conoscere certe dinamiche diventa più semplice.

Ettore Messina ha scelto di proseguire senza Nik Melli e di costruire la sua prossima Olimpia su Nikola Mirotic. Avevamo avuto sentore di tutto ciò più volte in stagione, abbiamo avuto la conferma ieri.

In fondo non era nemmeno una cosa difficilissima da capire se guardiamo al mercato, concluso ed in conclusione, degli ultimi 365 giorni o quasi. Dentro Mirotic, nel ruolo del tuo Capitano, quasi dentro LeDay, quello che avevi liberato proprio quando rifirmasti lo stesso Melli, tante altre opzioni nel ruolo. Un tweet, emblematico, di un giornalista sul pezzo logico come pochi altri, Marco Pagliariccio lo spiegava proprio ieri con disarmante semplicità.

Per comunicare la decisione è bastato poco, sia privatamente che con un comunicato. Il gelo, appunto.

LA COERENZA DI UNA SCELTA

In fondo quanto deciso dal plenipotenziario milanese ha una caratteristica che ogni tipo di critica non potrà mai scalfire, ovvero la coerenza.

Nik Melli non è una persona, prima che un giocatore, che si piega di fronte a cose che condivide poco. Ne discute, lotta per i principi, ama il confronto seppur sempre in quell'ottica sopra descritta del mettere la squadra davanti a tutto e tutti, come ha sempre fatto. Da Milano a Bamberg, dal Fener al ritorno meneghino.

Ettore Messina ha idee chiare, dirette ed è persona poco aperto alla critica, basta ricordare tanti esempi con la stampa senza entrare in dettagli di spogliatoio. Ha deciso che una figura di un certo peso fosse ormai troppo "di mezzo" ed ha ritenuto di non accantonare quanto accaduto durante questi travagliati mesi e di ritenerlo sufficiente per dire basta. Nonchè ha sicuramente idee tecniche che lo hanno portato al "no mas".

Si possono avere tutte le teorie possibili sul bene o male di questa scelta, sia tecnicamente che moralmente, ma appunto non fa difetto la coerenza al Coach, se non per quelle dichiarazioni di cui si diceva sopra che riteniamo fossero evitabilissime.

In fondo, e va ripetuto perchè passaggio chiave di tutta la vicenda, se per otto mesi non fai una proposta di rinnovo ad un giocatore in scadenza del valore e dell'importanza di Nik Melli e ritieni che sia sufficiente presentarti a fine aprile con quell'offerta, possiamo riconfermare che non appare così evidente la voglia di trattenerlo oppure no? E che quindi non può essere sorprendente la scelta di due giorni fa ufficializzata ieri?

SOLDI, RUOLO ED ASPIRAZIONI

I soldi contano, eccome se contano. Tralasciamo stucchevoli e sdolcinate situazioni su bandiere etc. Ovvio che si dovesse parlare anche di soldi, chi non lo farebbe. Però non sono tutto nei pensieri di un giocatore, soprattutto ad un determinata età, ed è una delle ragioni per le quali in tanti confermavano la rinnovata volontà di Melli di ragionare su una permanenza milanese.

Certo è che tutto sarebbe stato magari più semplice da affrontare dinanzi alla prospettiva di stagioni finalmente da "4" e non da "5" a tappare buchi e falle difensive di almeno due, tre compagni. Cosa che Melli ha fatto senza batter ciglio. Sempre. Ora gli sarebbe toccato un impatto diverso per centralità, ma certamente confermato come "5", alternandosi principalmente a Josh Nebo. Proteggere la carriera di un ultratrentenne allungandola con utilizzi più limitati è cosa ottima, proseguire a schierarlo fuori ruolo rimane cosa che non capiremo mai.

Tra i trofei che mancano al giocatore c'è certamente l'Eurolega, sfiorata da "MVP alla Jerry West" nel 2018 a Belgrado, oltre ad una medaglia pesante con gli azzurri. Anche qui un po' di chiarezza nelle scelte del club che fosse volta nei fatti alla costruzione di un roster vincente avrebbe aiutato i rapporti. Non sono certo questi ultimi due burrascosi anni a spingere in quella direzione.

Diceva Phil Jacskon che «le buone squadre diventano grandi quando ci si fida l'uno dell'altro e si mette da parte l'io per il noi». Ecco, vale per i giocatori, in campo, come per gi staff, fuori.

LE OFFERTE A MELLI

Tutte le grandi offerte, le voci circolate su stipendi d'oro, le certezze non si sa fondate su cosa che all'estero possa guadagnare molto di più, sono al momento balle colossali.

Perchè? Per una semplice ragione, ovvero che nessun operatore di mercato in Europa ha realmente creduto sino a ieri che l'Olimpia volesse separarsi da Melli. Si pensava a dinamiche di mercato e nulla di più. Ora quelle trattative entreranno nel vivo con offerte vere e proprie e si supererà lo step del semplice chiacchiericcio.

Sia chiaro, Nik Melli non è una vittima del carnefice Messina, è solo protagonista diretto di una scelta che, in qualunque modo prosegua, rafforzerà un'altra squadra di Eurolega. E non di poco.

Simpaticamente, ma forse non solo, proprio ieri un profondo conoscitore del mondo di Eurolega ci commentava così: «Faranno festa in tanti ora. Grazie a Messina ora potrà essere firmato a costi ridottissimi».

Milano si separa così da Nik Melli, probabilmente registrerà il ritiro di Kyle Hines (o comunque l'addio), un'anno dopo quello di Gigi Datome. Due anni orsono fu la volta del Chacho, che riprese la via di Madrid dopo aver atteso troppo a lungo una proposta di rinnovo in una sinistra somiglianza con la situazione attuale, sebbene quanto emerse pubblicamente raccontò storie differenti. Uno spogliatoio che in poche stagioni perde una tale valanga di personalità non può non risentirne e l'auspicio, per il bene biancorosso, è che la leadership di Messina sia tale da sopperire a tutto ciò, anche se il campo è una cosa, la linea laterale un'altra.

Come sempre nello sport sarà proprio il campo a scrivere esiti incontestabili. Chi ha sbagliato, chi ha fatto bene, chi vincerà e chi perderà, tutti concetti che i tabelloni luminosi e le sale dei trofei ci chiariranno.

Ad oggi non ha vinto nessuno, l'unica sconfitta è l'Olimpia. O meglio, un altro vincitore in realtà c'è ed è chi firmerà Melli.

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