Il Partizan esce vincente da una lotta ruvida e fisica: la Virtus saluta virtualmente i playoffs
Una Segafredo Arena che è bolgia di tifosi bianconeri, ma anche e soprattutto di scatenati ultras serbi incorona il Partizan di Obradovic in quello che era uno scontro diretto cruciale in ottica post-season: la Virtus Bologna cade 79-88 al termine di una battaglia durata 40 minuti.
La gara
I ritmi e l'intensità sono subito altissimi con l'attacco serbo che si dimostra fin da subito tirato a lucido (7-13), ma poco dopo arrivano 5 punti di fila provvidenziali di Hackett dopo un antisportivo di Exum. La transizione serba continua a punire irrimediabilmente, mentre la Virtus continua a sbagliare troppi appoggi facili: peccato mortale in una partita in cui ogni canestro può essere decisivo. Gli ospiti sembrano sempre sul punto di scappare con una transizione che è perfetta sulle troppe palle perse bolognesi, ma con intelligenza e i muscoli di Ojeleye la Virtus rimane a contatto a fine primo quarto (26-28).
Una tripla di un Pajola finora sontuoso fa mettere anche il muso avanti alla Virtus in un momento della partita in cui le difese stanno salendo di livello e i virtussini hanno pareggiato l'intensità degli ospiti. Le vu nere hanno tutt'altra intensità: Abass schiaccia e segna una tripla, mentre la difesa di casa sta lavorando in modo impeccabile con un quintetto basso ma fisico che riesce a cambiare su ogni uomo avversario (42-36). E' il simbolo di un secondo quarto che ha visto la Virtus trovare fiducia e costanza difensiva portando la gara sui binari dell'equilibrio più serrato: 47-45 all'intervallo.
Il Partizan rientra meglio e punisce con Smailagic in area e dall'arco (7-0 di parziale per iniziare il quarto). Ci pensa una tripla di Mickey a rompere il parziale serbo e a scacciare gli spauracchi bolognesi. La Virtus però torna a perdere troppi palloni e a pasticciare in attacco, mentre sembra che i serbi abbiano ripreso il manico dell'incontro. Le vu nere però rimangono a contatto e ritrovano fiducia con le ottime giocate di Pajola e Mickey beneficiando di quattro perse di fila del Partizan. A chiudere il quarto una tripla di talento puro di Nunnally.
La Virtus insiste col quintetto difensivo ma fatica terribilmente in attacco; dall'altra parte Exum offre un poster dei suoi. Tempo un minuto e l'ex Barça vola di nuovo a schiacciare (65-71)! Ora il match sembra in mano dei serbi che hanno anche abbassato la saracinesca in fase difensiva andando sul +10. Però, nel momento, del bisogno risponde Teodosic con una tripla con fallo. La Virtus si riaffaccia fino al -3, ma un'altra tripla di Nunnally firma il nuovo allungo. La Virtus non ha più la forza di piazzare un contro-parziale: gli uomini di Obradovic possono esultare per una vittoria decisiva in ottica playoffs.
E' sempre di più un Partizan da playoffs...
Undicesima vittoria nelle ultime quattordici uscite in Eurolega: sono numeri da squadra che si sta ampiamente meritando la post-season e che, infatti, sembra una delle candidate più serie per strappare uno di quei tre posti playoffs dietro a Fenerbahce e Monaco. Anzi, onestamente sembra proprio la più seria candidata in quella che abbiamo definito spesso una tonnara.
Gli uomini di Obradovic arrivavano alla Segafredo Arena con il miglior offensive rating della competizione, ampiamente sfoggiato nel primo quarto. La Virtus ha provato a mettere nella testa dei serbi qualche tarlo tentando di arrugginire i loro meccanismi offensivi tanto ben oliati negli ultimi mesi. Ma la forza del Partizan è stata proprio questa: saper cambiare piano in corsa, sapersi adattare e trovare sempre una soluzione valida. Che poi sono le cose che fanno le grandi squadre e questa squadra, soprattutto quella versione 2023, grande lo è.
Stessa cosa si potrebbe dire della difesa, quel lato del campo in cui la squadra di Obradovic ha fatto i passi in avanti più poderosi e importanti: il quarto quarto sta lì a dimostrare questo. Una difesa che beneficia di una fisicità che in pochi possono vantare nella competizione e che ha asfissiato totalmente le penetrazioni virtussine negli ultimi minuti. La mano del coach serbo in questa metacampo è autoevidente.
Il Partizan, poi, è una squadra che quando corre ha pochi eguali. Se leggete le percentuali delle due squadre le troverete abbastanza simili, ma un dato è significativo: da dentro l'area la Virtus ha tirato 30 volte, i serbi 47. Un dato impressionante che attesta la rapidità a cui gioca la squadra di Belgrado.
Poi ci sono le singolarità. Nunnally e Punter giocano una partita da fenomeni al tiro quali sono (17 e 18 punti), ma l'impatto maggiore lo ha avuto nettamente Exum (17 punti, 7 rimbalzi, 7 assist e 33 di PIR): quello che l'anno scorso non era nemmeno lontamente un playmaker quest'anno ricopre quel ruolo con grande consapevolezza. Poi che il suo atletsmo sia fuori scala lo sappiamo, ma il modo in cui riesce ora ad accendere i compagni oltre che sé stesso cambia completamente le cose. Senza contare quanto anche sia decisivo in difesa con la sua incredibile rapidità di piedi e la sua apertura alare che va oltre la norma. Insomma, una bella fetta di meriti stasera vanno anche a lui e a chi lo ha reso questo giocatore.
Una crescita dei singoli che è costante e che vale per ogni interprete. Un altro sintomo di una squadra che è ben diretta verso una direzione.
...quei playoffs che la Virtus sembra salutare
Vogliamo iniziare dicendo con sicurezza subito una cosa: la Virtus ha giocato una buona partita. Semplicemente ad oggi il Partizan è squadra più forte e che ha avuto la fortuna di avere meno infortuni durante l'arco della stagione. Un aspetto troppo spesso sottovalutato.
La Virtus se la sarebbe giocata alla pari con in campo Cordinier e Shengelia, due giocatori che proprio stasera avrebbero ricoperto un ruolo cruciale. I due che avrebbero veramente potuto pareggiare l'atletismo (Cordinier non era l'uomo perfetto da schierare in marcatura su Exum?) e la fisicità della squadra di Belgrado. Però non ci sono stati e quindi coach Scariolo ha dovuto ancora una volta barcamenarsi per trovare delle alternative.
Alternative che spesso sono state brillantemente trovate. Il primo quarto aveva dato segnali sconfortanti: il Partizan sembrava in totale controllo della partita e dei suoi ritmi. Nel secondo periodo, però, il quintetto difensivo Pajola-Belinelli-Abass-Ojeleye-Bako (il migliore della serata) è riuscito a fermare il flusso di gioco del Partizan rimettendo per lunghi tratti la partita in carreggiata. La Virtus, poi, è stata ruvida, fisica ed energica come la partita lo richiedeva: semplicemente gli altri lo erano di più sia per profondità che per qualità degli interpreti. E quindi non si può che annuire col capo quando coach Scariolo nel post-partita parla di orgoglio per come i suoi giocatori hanno giocato.
Pajola ha svolto una partita a tratti eroica per quello che erano le sue condizioni fisiche; i lunghi sono stati solidi limitando al meglio quello che era stato fino ad oggi uno dei migliori centri di Eurolega come Lessort; Mickey ha fatto vedere alcune ottime cose e Abass ha confermato la qualità del giocatore che è e può essere.
Che fare ora? Iniziare a pensare che ormai i playoffs si allontanano anche da quella che è la sfera del sogno e guardare il bicchiere mezzo pieno della stagione europea che inizia a volgere al termine. Iniziando anche a capire quali possono essere i nuovi e reali equilibri che dovranno esserci nella corsa allo Scudetto: perché sì, lo Scudetto deve essere assolutamente un obiettivo.
Per il resto siamo ancora chiari: inutile parlare ancora di playoffs. Però il ritorno dopo un ventennio sul massimo palcoscenico europeo serviva anche a questo: capire quale sia il livello richiesto e adeguarsi di conseguenza in vista della prossima stagione. In cui, personalmente, fatichiamo a non vedere la Virtus in Eurolega.