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Messina abbraccia lo staff dopo la vittoria a Belgrado
L'abbraccio dello staff Olimpia

Una Stark Arena, gremita come abitudine, commossa (per la morte di un tifoso dopo la partita vs il Barca), emozionata per il ritorno di Leday, caldissima nei confronti di Mirotic, è il teatro per la sfida tra due squadre deluse, ferite e in cerca di risposte. 81-88 per Milano, il finale.

Un primo tempo a singhiozzo

31imo episodio di una saga infinita tra due coach leggendari. Obradovic vs Messina vuol dire, 13 trofei sollevati ed epiche battaglie. E in questo venerdì sera belgradese, non ci sarà in palio una coppa, ma oltre ogni intento retorico, la vittoria vale quasi come fosse una finale. Obradovic vs Messina oggi vuol dire più che mai, Partizan-Olimpia. Due squadre in difficoltà, ben lontane dal luogo dove speravano di essere a questo punto della stagione. 5 L di fila per il Partizan, la scioccante serata di Berlino per l'Olimpia.

L'inizio conferma i peggiori auspici. Attacchi statici, farraginosi. Titubanti allargando le difficoltà tecniche alla sfera psicologica. Milano alterna palle perse a triple, e dopo aver ripassato la tabellina del 3 fino al 4, trova con Mannion i primi punti dall'interno dell'area.

Mannion, Olimpia attacca Pokusevski, Partizan
Mannion sfida Pokusevski - Photocredit: Olimpia Milano X

Le squadre se riescono ad attaccare in transizione, trovano fiducia, di contro a metacampo, insorgono difficoltà notorie per entrambe. Le panchine danno linfa. Sterling Brown è preciso, e il contesto lunatico comune ad entrambe i team, da vita a diversi parzialini.

I padroni di casa toccano il +12, ma da li, l'Olimpia manda il primo importante segnale di serata. Controparziale di 12-0 e tutto da rifare. Tripla complessa di Brooks per iniziarlo, Bolmaro e Mannion per alimentarlo. Saranno anche i due a cui si affiderà alla regia per il resto della partita coach Messina.  La partita è sul filo, il messaggio che lascia il primo tempo rimane agrodolce. Due squadre che non sanno capitalizzare i momenti buoni. Due squadre a cui basta poco per scoraggiarsi.

Zona, Lotta e Concentrazione, piano riuscito

Il terzo periodo, è una vetrina per due giocatori, dall'innegabile talento, ma che han sempre destato sospetti sulla loro durezza in generale. Mirotic e Davies. Il montenegrino di Spagna, molto silente nel primo tempo (meno il pubblico nei suoi confronti), raggiunge rapidamente la doppia cifra segnando 8 punti. 

Vero faro dell'attacco bianconero invece, l'ex di turno Brandon Davies, 17 punti, 11 nel solo terzo parziale e percentuali altissime, che non troppo a sorpresa, scemeranno nel finale. 

Il Partizan sull'ali di Davies e della solita Stark Arena, prova a tenere a distanza Milano, che, pur nelle difficoltà, non da mai l'idea di voler, anzi di poter uscire dalla partita. Non una cosa scontata con l'Olimpia di questa stagione. 

Davies a rimbalzo
Davies, 17 per l'ex di turno - photocredit: Partizan Mozzart Bet X

Rimangono errori banali (rimbalzo e schiacciata di Bonga, rimessa regalata a Brown con tripla di Pokusevski) figli del momento, ma altrettanto coperti da giocate più lucide e decise, che premiano l'Olimpia. Messina propone accenni di zona, già dal primo tempo, diverse azioni nel finale, lette in maniera molto povera dal Partizan. 

Applicazione, intensità e un po' di fortuna (vedi tripla di Ricci) che nonostante proverbiali brividi finali (palla persa di Mannion) sono la ricetta per una vittoria, lontana dalla perfezione, ma mai così provvidenziale, come testimonia il sentito abbraccio tra i componenti dello staff milanese a giochi fatti, ma a sirena ancora non suonata. Seguito da un applauso alla squadra da parte di coach Messina. 

Partizan sconfitto, alla sesta caduta consecutiva, con una classifica che mette spalle al muro (2-8, e ultimo posto condiviso con Virtus e Alba) e una partita, fatta di errori, folate, ancora errori e grande difficoltà sia nel gestire i momenti della partita, sia nel leggere scelte tattiche, i momenti a zona in particolare.

In casa Olimpia, alla prima vittoria in trasferta nell'annata europea, prematuro parlare di svolta, banale quanto reale parlare di boccata di ossigeno. Trasferta a Cremona e soprattutto il Maccabi al Forum tra meno di una settimana per provare, passo dopo passo, a dare continuità, con un sostituto di Nebo forse in più.

Protagonisti e numeri di serata

Il tabellino ha al solito un re per Milano. Nikola Mirotic colleziona altra partita super per numeri. 19+9 rimbalzi per 27 di valutazione. Bene nel secondo tempo, non si sottrae alle responsabilità nonostante un ambiente particolarmente ostile visti i lontani precedenti di mercato, non evidentemente dimenticati.

Nel complesso positiva la prestazione di Mannion (13+7 assist) e di Bolmaro (11+6 rimbalzi), che a Belgrado hanno panchinato Dimitrjievic dopo una prima comparsata del nordmacedone. Non c'è da attendersi play nel senso più classico del termine. Sbavature, ingenuità ed errori sono da metter in conto, ma nella capitale serba, l'apporto dei due ha saldo positivo. 10 per Brooks, con due triple, una per tempo, decisive per importanza e difficoltà. 13 per un applauditissimo e premiato (almeno nel pregame) Leday, ancora a conferma della centralità del suo ruolo in questa Olimpia.

Nel Partizan, Sterling Brown, 17 con 5/9 da 3, ma anche 9 rimbalzi e 24 di valutazione. 17 per Brandon Davies, come detto, immarcabile nel terzo quarto, nullo da li in poi. Non purtroppo un inedito nella pur ottima carriera di Eurolega del lungo anche ex Varese. 12 per Carlik Jones, non lucidissimo nelle letture nel finale. 

 

Photocredit: Olimpia Milano X

 

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