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Niente da fare: la Virtus Bologna cade anche nel Principato contro l'AS Monaco. La squadra di Banchi lotta fino al 30', ma nel quarto finale cede inesorabilmente.

Una buona partenza, una Virtus convincente nel primo tempo che tocca anche il +11. Poi però diverse ingenuità e tanti dettagli che vengono lasciati ai monegaschi che quindi ricuciono fino all'intervallo e poi nella ripresa dimostrano la loro superiorità, con la Segafredo che ha nuovamente perduto le buone vibrazioni prodotte nei primi 20 minuti.

Monaco: gli esterni, le percentuali, le sole 2 palle perse e Jaiteh

Il primo tempo è equilibrato. La Virtus gioca una buona pallacanestro: difende forte, forse pure troppo, visto che incappa in tanti falli di eccessiva aggressività, ma gioca complessivamente 20 minuti solidi, con anche una buona manovra offensiva che vede tanti interpreti diversi andare a segno.

Nella seconda metà della gara, invece, gli uomini di Obradovic vanno a velocità doppia. Subito 10-0 di parziale e poi un controllo della gara pressoché costante che vede sempre i padroni di casa oscillare sulla doppia cifra di vantaggio. Monaco, nel terzo e quarto periodo, sembra andare a velocità doppia: batte facilmente l'uomo, arriva prima sulle seconde palle, è più reattivo e anche le palle vaganti sono spesso benevoli. Insomma, i monegaschi hanno qualche marcia in più e a prendere Bologna sembra quasi un senso d'impotenza.

La squadra di Sasa Obradovic ha la sua forza nello smisurato talento degli esterni, lo sappiamo. Stasera in tal senso è stato un clinic. Mike James ha dominato con 19 punti, 3 rimbalzi, 5 assist e 29 di PIR: ogni sua accelerazione ha portato a un fallo subito o un vantaggio. Strazel ha messo a segno quattro triple importanti, Loyd ha fatto 11 e Okobo 20 con 6 assist e 27 di PIR.

In più Vitto Brown ha giocato di gran lunga la sua migliore gara in Eurolega dall'esordio e si è assistito anche alla partita dell'ex Mam Jaiteh. L'ex Virtus, in questo inizio di stagione, sembra un giocatore diverso: più attento, efficace e incisivo. I suoi 15 punti e 7 rimbalzi sono stati di grande impatto così come la sua presenza sotto canestro.

Se poi i dati di squadra sono 50% dall'arco, 16 assist e solo 2 palle perse (!) - sono numeri allucinanti - non può esserci partita. Viene da dire che la Virtus è riuscita anche troppo a lungo a stare in partita. Monaco, alla lunga, è sembrato semplicemente superiore.

monaco-virtus

Il peso dei veterani e nuovi assetti

Si diceva che la Virtus è riuscita anche fin troppo a lungo a rimanere in partita. Anche stasera la percentuale dall'arco (26.9%) è stata insufficiente per pensare di poter competere. Purtroppo questo è un trend di questo inizio di stagione: e con delle percentuali che si aggirano intorno o al di sotto di questa percentuale è difficile pensare di poter vincere.

Questa sera, a tenere in partita le vu nere, sono state le ottime percentuali da dentro l'area (soprattutto nel primo tempo quando la palla si è mossa molto meglio) e il 24/25 ai liberi.

Cosa non ha funzionato? Ancora le palle perse ingenue e le disattenzioni che hanno permesso a Monaco di rientrare in partita nel primo tempo, e le stesse che non hanno permesso alla Segafredo di rimontare quando era arrivata a -4 alla fine del terzo quarto.

Le rotazioni, invece, ci sono sembrate più convincenti, con dei quintetti più equilibrati e sostenibili. Tuttavia, continuano ad essere alti i minutaggi di Hackett e Belinelli, quando gli azzurri sembrano ancora atleticamente e fisicamente indietro rispetto ai compagni o agli avversari. Perché Hackett e non Tucker? L'ex Reyer non porterebbe difesa come l'ex Cska, e in più anche esplosività, dinamismo e freschezza? Tutte cose che sarebbero state utili.

Continua a fare bene Diouf; questa volta Zizic non commette grossi errori e non demerita; Shengelia sale di condizione ed è il migliore dei suoi, mentre Cordinier e Clyburn incappano ancora in una partita confusionaria.

E' una Virtus migliore, ma non basta

Quella vista oggi alla Salle Gaston Medecin è una Virtus migliore, più equilibrata, consistente e costante all'interno dei 40 minuti. Una Virtus che, in questo modo, avrebbe vinto a Lione e forse anche con lo Zalgiris.

Il problema è che, ad oggi, non basta una buona prestazione, perché servono anche le vittorie. Il peccato originale alla base, infatti, è l'aver iniziato l'Eurolega con un cantiere davvero aperto e una condizione fisica nettamente indietro rispetto alle altre squadre. Così si sono perse delle partite che altrimenti avrebbero potuto essere delle vittorie. E oggi non bastano più le buone prestazioni o le buone partite, perché intanto il tassametro corre.

Ora è 0-4 - unica squadra dell'Eurolega con nessuna vittoria conquistata - e settimana prossima si va a Belgrado a sfidare il Partizan.

Lo avevamo detto che la squadra aveva bisogno di tempo per trovare nuovi equilibri e una nuova chimica. Però il calendario non si cambia ed è uguale per tutti. E' prematuro parlare di campagna europea compromessa, però di certo si parte con un grande handicap. La Virtus sembra si stia trovando, ma c'è una montagna da scalare.

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