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Real Madrid campione per la 37ma volta nella sua storia leggendaria. Solo applausi per Murcia.

Se in gara 2 Murcia è rimasta viva nonostante il 28% da due, condannata in realtà dallo 0/6 finale dall'arco, in questa magica notte al Palacio la storia appartiene ancora una volta ai "blancos"

73-84 e Real campione per la 37ma volta nella sua leggendaria parabola. Lo fa in una stagione da 72 vittorie in 86 partite (36/6 in Liga, 31/8 in EL, 2/0 in Supercopa e 3/0 in Copa del Rey). Non è uno scherzo, è tutto vero!

Il "triplete" non riusciva ai "blancos" dal magico 2015 in cui si sollevò ogni trofeo. Dopo la Supercopa proprio a Murcia in settembre, dopo la Copa del Rey a Malaga a febbraio, ecco la Liga a metà giugno, testimonianza chiara di una squadra che ha vinto perchè più forte e migliore lungo tutto il percorso stagionale, con pochissimi momenti di inefficacia. Questa è la grande impresa madrilena, visti i ritmi del gioco e dei calendari di oggi.

Quel maledetto secondo quarto di Berlino, il vero momento che ha deciso la finale di Eurolega, oggi può essere visto con grande serenità, come d'altra parte ci ha sempre detto Chus Mateo. «Ci vuole la stessa faccia, quando vinci come quando perdi, perchè il basket è importante ma la vita lo è di più».

LA GARA

Madrid parte 5-0 ma non approfitta della grande tensione che attanaglia Murcia. Potrebbe essere già un parziale decisivo invece con un paio di giocate i padroni di casa tornano a contatto e vanno avanti sino al 19-17.

Aspetti la scontata reazione "blanca" ma le palle perse del secondo quarto sono un peso insostenibile per chiunque: 7 (10 in 20') di cui 2 di un Campazzo irriconoscibile. Toccato il +9 la squadra di Sito Alonso chiude i primi 20' sul 40-32.

All'inizio è stato il 3/4 da tre di Ennis, poi è lavoro di squadra con uno splendido Capitan Radovic. Per il Real, inopinatamente distratto, c'è solo Llull a combattere per sollevare il trofeo in questa notte.

«Loro attaccano noi, noi dobbiamo mostrare di essere altrettanto aggressivi e pareggiare la loro intensità» è chiarissimo Chus. Sito risponde «Noi quell'intensità dobbiamo aumentarla».

E' un Real diverso quello che torna sul parquet. Murcia ribatte colpo su colpo, Ennis e Rodions Kurucs sono splendidi, ma Musa, Hezonja e Campazzo mettono tre triple che riducono lo svantaggio a due punti, sebbene i rimbalzi d'attacco di Murcia siano un incubo (già 10, 5 in metà terzo quarto). Altra tripla di Musa ed è vantaggio, due liberi di SuperMario ed è +3.

Il 13-0 ospite è firmato ancora Hezonja, i locali non sanno più cosa fare. L'emorragia la ferma Sant-Roos dall'arco, ma un capolavoro di Musa ed altri due liberi di Hezonja dicono 56-62.

Campazzo dalla lunetta ed Abalde con un'altra splendida esecuzione sanciscono il +10: il terzo quarto è stato senza senso per la qualità madrilena. 34-16 con un solo canestro murciano in 5'38". Dal 53-45 al 56-66 il parziale è 3-21 !

UCAM aggressivissimo ad inizio ultimo quarto ed è meno 5 più volte, col Real che risponde tuttavia. In pochi istanti arriva il quinto fallo sia per Diagne che per Morin ed allora Sito deve andare "small", ma veramente "small" con tre esterni più Sleva e Kurucs.

Il Facu inventa subito e con una magia è +10. Il titolo si avvicina a poco più di 4' dal termine. Yabusele per Musa, è +12. Tensione tra Sito e Llull, tecnico al Coach e +13 con 2'48" quando arriva la tripla di Sleva per il meno 10. L'americano si ripete ed è 73-80 con 1'17" (da rivedere) sul cronometro. Il Palacio canta "Si se puede" ma è tutto finito.

LE CHIAVI

Le 10 perse del primo tempo diventano solo 5 nella ripresa ed è un fatto chiarissimo.

Dopo 20' equilibrati ed il momento duro di inizio secondo tempo, il Real torna a dominare sotto le plance e la differenza finale è significativa: 39-33.

Se i madrileni tirano oltre il 40% da tre non c'è partita con nessuno in Europa.

Murcia ci ha provato, sino alla fine, dopo un "temporadon". Non c'è nessuna critica da muovere ad una squadra che semplicemente ha trovato i più forti di tutti.

MVP

Dzanan Musa è MVP di Movistar e lo è anche per noi, sebbene il Facu e SuperMario questa sera abbiano messi tasselli fondamentali nel mosaico "blanco".

Il Real è uno squadrone, il concetto di MVP può essere cambiato ogni tre possessi ma al comando, senza farlo pesare e senza cercare copertine, c'è un essere umano di un'altra categoria che ha iniziato lo scorso anno una collezione di titoli che è un sogno nell'intera carriera di molti, ma che non cambierà di una virgola il suo modo di essere.

«Io non sono un allenatore che vuole essere la star, il protagonista. Io ho bisogno del mio staff e dei miei giocatori per lavorare insieme e dare tutto in un club in cui sai bene che parti sempre da favorito». Sono sempre le parole di Chus a farci capire dove nasce la straordinaria stagione "merengue".

Sito merita la "standing ovation" che il Palacio gli riserva, Murcia è tutto questo, Murcia oggi è uno dei volti più belli della lega nazionale migliore del mondo. Ora arriverà il bello, ovvero il difficile: confermarsi. E confermare tanti giocatori che sono diventati appetibilissimi ai piani superiori.

E proprio quel Rodions Kurucs in post ha ben pochi rivali a livello europeo.

Si chiude una stagione di Liga eccezionale per valori tecnici, interesse generale e prospettive future delle squadre. In fondo mancano solo un centinaio di giorni alla Supercopa, possiamo resistere...

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