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Shengelia è meraviglioso, la Virtus lo segue. Serata magica alla Sgrafredo Arena che lancia i bianconeri nell'élite europea.

Notte di grande basket per il ritorno della Virtus alla Segafredo Arena. C'è da sfidare il club più titolato degli ultimi anni di Eurolega: sebbene molto cambiati i turchi restano cliente da gestire con estrema attenzione.

Erdem Can ci ha detto alla vigilia quanto tema la condizione degli uomini di Banchi, il quale da par suo ha parlato di eventuale impresa contro un tale squadrone.

Bella gara, intensa, che premia alla fine assai meritatamente le V nere (93-81) che volano a 5W ed 1L con all'orizzonte la gara per il primato a Madrid giovedì prossimo.

Sognare è ben lecito, ma con la pragmaticità tipica delle squadre di Luca Banchi, uno che fa semplicemente giocare bene a pallacanestro.

LA GARA

Inizia forte la V, attiva a rimbalzo e con la voglia di imporre i propri ritmi.

Si va a folate tra i padroni di casa: quelle di Belinelli, di Shengelia e di un meraviglioso Bryat Dunston.

L'Efes resiste e nel secondo quarto prova a scappare con un Beaubois sontuoso.

I bianconeri sono però resilienti e rientrano dal 33-42 sino al 41-45 di metà gara.

L'impressione è che la partita sia in mano alla sponda europea di Istanbul. La Virtus sembra un po' bloccata, ma vanno tenute in conto le percentuali notevoli degli ospiti: dovessero scendere un poco, come logico, si parlerebbe d'altro.

La ripresa inizia con alcune pennellate di Shengelia in stile cupola della Cappella Sistina. I grandi vecchi Beli e Dunston confezionano pareggio e vantaggio (52-50). L'Efes sembra un po' fermo.

ATO? Bene i turchi, che aprono il campo e ne sfruttano tutta l'ampiezza, è pareggio a quota 52. Dopo 25' sono 13 i rimbalzi offensivi bianconeri: dato pazzesco che andrebbe sfruttato per una fuga, o mini fuga che sia. Inquietante la poca applicazione turca nel proteggere i propri tabelloni: semplicemente la Virtus ha più voglia.

"Milos" Shengelia continua a darla via in maniera spettacolare, l'ultimo beneficiario in ordine temporale è Mickey, che fa frusciare la retina dall'angolo. Darius Thompson piazza due triple in un amen. E' 59-58.

Belinelli porta a scuola Bryant: tre liberi e 63-58. Il campione di San Giovanni in Persiceto è a quota 17 quando lascia il campo con 2' da giocare nel terzo quarto.

Uno dei classici capolavori difensivi di Pajola su Larkin da il la ad un contropiede chiuso con affondata di Cacok: +7 (69-62) dopo 30 dopo un terzo quarto da 28-17. La maggior qualità Virtus è dimostrata dal 17/6 nel rapporto assist/perse, mentre i rivali sono ad un pessimo 7/11.

Il protagonista che non ti aspetti? Devontae Cacok: 4 punti e 5 rimbalzi in 5'. Energia pura. L'Efes sembra capirci pochissimo, Larkin deve forzare tutto e l'intensità difensiva dei padroni di casa fa la differenza sino al +10.

I turchi tornano a -6 ma Willis ora, come Clyburn prima, avranno a lungo incubi col volto di Toko Shengelia. Mickey diventa improvvisamente Toko, due a referto ed antisportivo: entrasse la tripla di Cordinier si direbbe "game, set and match" ma in effetti manca comunque pochissimo.

Altro assist di Shengelia, è il sesto: stavolta a ringraziare è proprio Cordinier. Dall'altra parte c'è solo Larkin, un po' poco.

La tripla del "ciaone" è di Alessandro Pajola: le V nere andranno a Madrid per giocarsi la leadership di Eurolega dopo 7 turni.

LE CHIAVI

La Virtus è semplicemente più squadra. Non si scompone nelle difficoltà e reagisce facendo le proprie cose per scappare.

Qualità nel passarsi la palla, individualità di spicco, difesa che sale di colpi dopo averne perso qualcuno. 22 assist e sole 8 perse, 32 a 25 a rimbalzo, 66 tiri dal campo contro i 49 dell'Efes a cui vengono concessi solo 10 assist a fronte di 14 perse.

Come in ogni gara è corretto valutare i meriti di chi vince anche in relazione dei demeriti di chi perde. Questo Efes è oggi in grande difficoltà: lo è perchè l'intensità bolognese è tripla, lo è anche perchè manca applicazione da parte di troppi protagonisti. La non voglia a rimbalzo, rispetto alle ferocia bianconera, è l'immagine più chiara della gara. Il lavoro di Erdem Can deve (ri)partire da lì.

MVP

Toko Shengelia, dopo l'MVP di ottobre inizia novembre da candidato numero uno. 19 punti, 6 assist, 9/11 ai liberi, 5 rimbalzi e 12 falli subiti per un 30 di valutazione che la dice lunga.

Numeri? Ok, ma è la leadership del georgiano ad impressionare insieme ad una serie di passaggi e finte che fanno impazzire tutta la difesa turca. Non è solo quello di Vitoria oggi, è molto di più.

Oltre al georgiano ciò che pesa nella gara è la capacità di tanti altri protagonisti virtussini di portare qualcosa di positivo. Lo fa Dobric, lo fa Pajola, lo fa Smith come Cacok e Mickey. E' essere squadra, anche in una serata in cui Cordinier segna un po' il passo: normale che possa accadere.

Dura dare una valutazione alle prove avversarie, ma non si può evitare di sottolineare la negatività assoluta di Will Clyburn: 10 punti del tutto impalpabili, difesa inesistente ed un atteggiamento globale pessimo.

Larkin e Beaubois ci provano nel deserto, con un Darius Thompson lontano parente di quello visto al Baskonia ed uno Zizic che mette insieme buone statistiche senza che incidano minimamente.

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