L'Olimpia Milano inizia bene, poi si perde e rischia un disastroso esordio casalingo. Nel finale la spuntano Shields e la difesa sugli esterni. Finisce 79-74 ed esordio al limite per Ettore Messina.

Non una partita indimenticabile all'Unipol Forum. Paris si porta avanti a metà del secondo quarto, grazie al talento di Shorts e Hifi e una prestazione solida dei lunghi di Tiago Splitter. Non è di certo una squadra a suo agio a difesa schierata, ma nemmeno Milano è parsa in controllo da quel punto di vista, in una serata in cui ha fatto fatica anche a correre. Alla fine la vince il talento, immenso, di Shields, che tanto dà e qualcosa toglie, la difesa e il cuore di Ricci, ma anche i muscoli e il carisma di Leday che ha caricato il palazzetto praticamente da solo.

L'approccio di Mirotic e il finale di Shields

Nuovo anno e stessa Olimpia. Mirotic attacca il match per poi sparire alla lunga, Shields entra ed esce dalla partita fino ai possessi decisivi, poi si carica Milano sulle spalle.
NIkola Mirotic approccia la partita da leader. Non solo dal punto di vista offensivo e tecnico, ma anche dal punto di vista caratteriale. Il montenegrino, con cittadinanza spagnola, inizia segnando (10 con 2/2 da 2 e 2/2 da tre), ma soprattutto facendo segnare ed aiutando in difesa. Un assist no look per la tripla di Ricci e una palla rubata, in aiuto a Dimitrijevic rimasto contro Hayes, hanno strappato gli applausi convinti del Forum. Sicuramente una bella risposta dopo Monaco, a livello di aggressività, e un impatto emotivo diverso dal Mirotic della prima parte della scorsa stagione. Shields è lo stesso di sempre: per essere quello che gli chiede Messina deve fermare i possessi e crearsi tanti isolamenti. Alla lunga non è un atteggiamento che può assicurare un importante numero di vittorie, ma è bastato per strappare una vittoria sudatissima contro Paris.

Olimpia Milano e l'importanza del playmaker

10 palle perse nel solo primo tempo, 16 alla fine. Tante. Per chiunque. Soprattutto per una squadra che ha, chiaramente, avuto dei problemi a riprendersi dal post Chacho e che ancora non sembra aver individuato con chiarezza un leader in quel ruolo. E' vero, siamo nel 2024 ed è l'era degli handler, delle point guard, Hifi e Shorts ne sono due esaltanti esempi, ma, soprattutto in Eurolega, è fondamentale avere la figura da cui andare nelle situazioni di grande pressione. Dimitrijevic ha tutto per diventare quell'uomo lì, ma l'impatto nella seconda lega al mondo a detta di tanti, per un rookie, non è per niente banale da affrontare. Bolmaro ha "solo" 24 anni e ha sicuramente propensioni da gestore, ma non è, a tutti gli effetti, un playmaker puro. Milano rimane vigile sul mercato, ma i nomi che sono venuti fuori negli ultimi mesi rimandano di più a giocatori con tanti punti nelle mani, ma meno capacità di espugnare una difesa schierata, quando si cammina da una metà campo all'altra e non si corre. Questo limite dell'EA7 viene mascherato o amplificato, dipende dai punti di vista, dalla presenza di un giocatore come Shields che playmaker o non playmaker accanto, ferma tanto gli attacchi e quando i suoi isolamenti non portano punti, i nodi vengono al pettine.

Olimpia Milano, vittoria che lascia qualche dubbio

Mancavano Nebo e Bolmaro, oltre a Flaccadori e, oggettivamente, nessuna partita è banale in Eurolega, soprattutto senza due quinti del quintetto, in due ruoli non proprio comprimari. Milano ha iniziato bene la gara, con il giusto atteggiamento in attacco e in difesa, nonostante non sia riuscita a portare a termine tutto ciò che ha creato. Le palle perse, però, sono aumentate a dismisura e gli assist sono arrivati a fatica alla doppia cifra e le incertezze difensive sulla gestione del pick & roll ha costretto i ragazzi di Messina ad un grande sforzo per rimettere in piedi la partita. C'è sicuramente da intervenire sulla squadra, non solo negli esterni, dove sembra sempre più evidente la mancanza di un play puro oltre che di un difensore di alto livello sulla palla, ma anche nei lunghi. Mccormack ha giocato solo 7' e Diop due in più, con due rimbalzi offensivi importanti, ma con tanti errori di lettura. Inoltre, l'impressione è che i due cambi di Nebo siano la versione meno completa del titolare. Le rivali per un posto ai playoff sembrano avere qualche alternativa in più, grazie ad una serie di giocatori diversi, anche se nello stesso ruolo. L'Olimpia riparte dalla voglia di portarla a casa, dalla carica di Leday e dal solito Shields. Basterà per un posto ai playoff? Si sente già la mancanza di Melli? Queste sono solo due dei tanti interrogativi che ancora aleggiano su questa squadra che vince la prima partita europea dell'anno, ma non convince fino in fondo.

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