Breogán combatte e cede. Cazoo, è la decima in fila!
Il Baskonia continua il suo periodo positivo, reagendo all'ardua resistenza del Rio Breogán e neutralizzandola
La decima uscita vittoriosa consecutiva, tra EL e ACB, non è quella di un Baskonia scintillante, capace di tutti i picchi spumeggianti che gli abbiamo visto raggiungere nelle ultime settimane, ciononostante è concreto e resiliente, tanto quanto basta per vincere.
Sebbene mancasse Markus Howard, preservato dopo che non si è allenato in questi giorni, frenato da qualche problema fisico, i rossoblù sono riusciti comunque a reagire con forza di fronte ad un Breogàn coriaceo nei quarti centrali e hanno trionfato 86-77.
Qualche considerazione su quest'edizione del baloncesto ispanico tra le festività la troverete così nella nostra consueta analisi.
Un approccio baskonista
L'inizio è di quelli perentori, di quello che mi avrebbero sinceramente fatto presupporre un'altra gara a valanga dei baschi. Merito dei padroni di casa se non è stato così, ma di questo parleremo più avanti.
Il Baskonia trova un approccio alla gara sulla falsa riga del dominio cui sa abituare di recente, agendo in attacco in scioltezza sotto la guida del sempre inappuntabile Darius Thompson, riuscendo ad impiegare meccanismi oltremodo oliati di fronte all'inerme retroguardia galiziana.
Un primo, nettissimo, 16-9 diverrà 25-13 a fine quarto.
Breogán fatica soprattutto in attacco, dove riesce a recapitare la palla in post, ma fallisce gran parte dei tiri che riesce a creare, dimostrando una vena offensiva, soprattutto dall'arco, piuttosto scadente.
Le triple basche invece fioccano, e la differenza della pallacanestro prodotta si vede proprio lì. Lì e a rimbalzo.
50%-12% dai 6,75 per Baskonia, e 12-6 a rimbalzo, sempre per i ragazzi di Penarroya. Sembra una serata davvero storta per i padroni di casa, con mani di ghiaccio e un attacco alquanto falloso, ma, come giustamente sottolinea coach Mršić, i galiziani non dimostrano neanche la giusta cattiveria, non gettandosi nemmeno con rabbia a caccia di carambole offensive per tamponare i propri ripetuti ferri scheggiati.
Un divario che sembra quindi soltanto pronto a dilatarsi, una gara che ha in realtà ancora tanto da dire.
Cuore Breogán
La squadra di Lugo, pur non riuscendo mai a sovvertire la leadership della gara, ha costruito infatti una coriacea reazione nei quarti centrali della sfida.
Il primo segnale è proprio ad inizio secondo quarto, quando Breogán sfrutta due attacchi inconcludenti del Baskonia per innescare una transizione rapida. Succede due volte, per Penarroya è abbastanza per fermare la gara e rimproverare i suoi.
La squadra ospitante è entrata caratterialmente in partita e man mano si vede, riesce a fermare qualche volta in più le iniziative basche e a punire nella metà campo avversaria. Il pallone ai lunghi sgorga sul perimetro con maggior convinzione e il grilletto dei tiratori questa volta tradisce con meno frequenza.
Il trend delle rispettive percentuali da fuori si inverte cautamente, è Lukovic il principale protagonista dei galiziani che contraddistingue il secondo quarto con i suoi 10 punti in tutti i 10' (compreso un 2/4 dall'arco).
Thompson però è incrollabile, le sue penetrazioni esprimono un controllo immanente sulla situazione e Baskonia non si fa trascinare, all'intervallo la reazione galiziana è ancora interlocutoria.
Qualche storia tesa che anima l'inizio della seconda metà, in particolare nel battibecco Bamforth-Marinkovic (conclusosi con l'espulsione del serbo), crea una condizione emotiva ancor più favorevole e il Breogán produce il culmine della sua gara, con un terzo quarto esplosivo.
30 punti nel quarto, frutto di entusiasmo e determinazione, controllo dell'inerzia del match, capitanati da Nakic e Garcia, ma soprattutto da un debordante exploit di Arteaga, protagonista sotto canestro di un banchetto offensivo succulento. 10 in 6' del terzo quarto, 16+5 in 13' in totale, con anche una presenza a rimbalzo d'attacco da dolorosa spina nel fianco per i baschi.
Se non fosse per un mortifero Daulton Hommes, che non sente ragioni e apostrofa continuamente dall'arco gli avversari, sicuramente il ribaltamento di fronte sarebbe stato servito.
Il finale rossoblù
Passata la nottata, per così dire, finché però un ruvido Breogán è stato costretto nell'ultimo quarto al ritorno del Baskonia.
La truppa di Penarroya trova di nuovo il comando sulle operazioni, tornando a dettare i tempi in attacco e limitando la produzione dei galiziani.
Contrariamente al tema prevalente dei rossoblù, che recita tiro da tre e produzione degli esterni, la roccia nella tempesta sono stavolta la ricezione profonde di Kotsar, che si rivela grimaldello vincente, e che, insieme alle prove da tuttofare di Sedekerskis e Costello, riporta saldamente la testa della sfida ai baschi.
Non serve molto, a quel punto, per chiudere definitivamente i conti e saccheggiare la Galizia con un solido successo (il decimo in fila!).
Una vittoria importante per tenere botta in classifica, necessaria per preparare in tutta serenità un'altra sfida dal sapore di Endesa, ma di livello Eurolega, come quella che aspetta Vitoria alla Buesa contro il Real. Una sfida contro la squadra della corona di Spagna in cui certamente gli indipendentisti dei Pirenei non vorranno sfigurare...
Merengues alle quali continua l'inseguimento anche nella classifica nazionale, di cui il Baskonia è persecutore solitario attendendo i risultati conclusivi della Jornada 13.
Breogán che forse può coltivare qualche rimpianto, dopo una sconfitta che ci sta e che rende però più complesso aspirare all'ingresso nella Copa del Rey,
Photo credit: ACB Facebook, Baskonia Twitter e Facebook, cbbreogan.com