Fuoco greco Oly! Terzo quarto regale per abbattere il Monaco
Il Monaco si illude, l'Oly si risveglia incendiario dopo l'intervallo
L'Oly di Bartzokas fa valere i favori del pronostico e agguanta la finale, dopo aver toccato in 40' il fondo più oscuro e le vette più abbacinanti. La vittima un Monaco altrettanto bipolare, che s'impone nel primo tempo e viene travolto nel secondo, salutando una stagione che lo ha visto grandissimo protagonista.
I greci si beano così del 76-62 che li consacra nel duo che si contenderà la gloria. L'appuntamento alla storia domani, in attesa del Clásico.
Come razionalizzare in poche parole la magia di Kaunas? Ci tentiamo con l'analisi per punti che contraddistingue Eurodevotion.
Monaco rotondo, Oly tremebondo
Il prologo della partita vede le protagoniste contratte, che si mostrano frenetiche e ansiose. L'adrenalina ribolle sotto i polpastrelli degli atleti, che giocano come se la palla scottasse.
Il Monaco riesce ad andare a tabellone coi suoi esterni, l'Oly fa decisamente più fatica davanti alla difesa superba degli avversari. I monegaschi sono bravissimi su ogni closeout, recupero, sono estremamente aggressivi e concentrati, coniugando un ottimo approccio mentale alle qualità fisiche e atletiche indiscusse.
In chiusura del primo quarto c'è un lieve disgelo, entrambe le squadre battono un colpo, ognuna coi suoi strumenti. L'Olympiacos costruisce due tiri ottimi da vantaggi evidenti nati dalla circolazione di palla, che conclude con Vezenkov e Papanikolau, mentre dall'altra parte è l'estro di un supremo Mike James a dar vita a due triple fantascientifiche.
I ragazzi di Obradovic chiudono i primi 10' in vantaggio, grazie alla loro difesa, e assumono la supremazia sul confronto, così il coraggioso inizio greco nella seconda frazione, propiziato dalla longa manus di Sloukas è estremamente effimero.
Il Pireo è infatti spaventato, sbaglia liberi a ripetizione, si dimostra insicuro e ansiogeno nell'impacciata gestione offensiva dei suoi. La difesa del Monaco sembra decidere per loro.
Mentre un Bartzokas in cerca di risposte dà fondo alla panchina e vi relega sorprendentemente importanti titolari, i transalpini sfruttano le loro guardie contro la difesa ellenica, riuscendo a bucarla più di una volta interpretando molto bene il pick and roll.
Il pallone da tre di K-Pap che fa in-and-out sul tiro finale del secondo quarto sembra una sentenza su una serata buissima per i greci, che intravedono gli spettri dell'anno precedente.
Fuoco greco!
Incendiario esplosivo pirotecnico sfogo biancorosso. I reds sono protagonisti di uno sforzo erculeo al rientro dall'intervallo, che rende il loro terzo quarto uno dei più leggendari che questa competizione abbia visto.
Una slavina greca che richiama quei momenti da Olympiacos, che più volte abbiamo celebrato in stagione. Un momento durato questa volta sostanzialmente un quarto intero...
I greci hanno trovato soluzioni nei pressi del ferro, facili e concrete, grazie alla condivisione e ad un immaginifico gioco senza palla. I giocatori sul lato debole biancorosso tagliano in modo sublime, al Monaco, sceso in intensità, sembra ormai vano opporsi ad un moltiplicarsi infinito di uomini che penetrano da tutti i lati.
Walkup, uscito con due falli e totalmente fuori dalla gara nel primo tempo, gira la partita con una regia salda e l'esiziale visione di gioco nell'imbeccare puntualmente tutti quei movimenti eseguiti alla perfezione dai compagni. La sua difesa su MJ è poi un altro dei tasselli decisivi del match, il che lo rende a tutti gli effetti l'uomo della svolta.
La retroguardia Oly triplica in impeto e vigore un pallido attacco monegasco, costretto più volte all'infrazione di 24 secondi e scevro di tutta la sua sfacciataggine e spavalderia mostrata nel primo tempo.
Il fuoco greco, che divampa tra il parquet e gli spalti, fa 14-0 nei primi 6', 27-2 nei 10' totali del terzo quarto. Papanikolau, un leader emozionale superbo, arringa compagni e tifosi.
L'ultima frazione conferma una forbice aperta e difficilmente componibile; l'Oly è sul velluto, il Monaco timido nel tentare di rimettere in discussione la sfida, tanto che James viene addirittura panchinato a 3' dalla fine. La finale è condotta inesorabilmente nel porto del Pireo.
Futuro, prossimo e remoto
Il futuro del Monaco sembra portare ottimi auspici, dopo un traguardo storico come le Final Four, che sancisce un percorso nelle ultime due stagioni davvero encomiabile.
Una semifinale vissuta così evidentemente su due binari opposti sconta inesperienza e anche la statura di un avversario più pronto e arrivato a Kaunas come squadra del destino. Continuare a costruire, facendo tesoro dell'esperienza di questo gruppo, più di un esempio ha insegnato essere ricetta affidabilissima.
Il futuro dell'Oly invece ha declinazioni ben più prossime, a scadenza breve, brevissima. I greci hanno un appuntamento con la storia che arriva nella piena maturazione del progetto.
La banda di Bartzokas ha dimostrato una volta di più - ma farlo in questo palcoscenico era cosa per loro inedita e non del tutto scontata - di essere capaci di divenire dominatori dello spazio e del tempo, nel senso di quella proprietà grandiosa di giocare in alcuni momenti in pieno controllo di quali sono gli spazi da attaccare e di quali sono i tempi giusti per farlo. Dote che pochissimi come loro hanno mostrato negli ultimi anni.
Essere pronti per le sfide del weekend significa eliminare quel velo di insicurezza e di tensione che ha ricoperto le azioni elleniche del primo tempo. Chissà che l'intervallo di questa semifinale non sia stato definitivo nel dare alla squadra la definitiva coscienza di sè...
L'attesa è febbrile, i tempi del giudizio sono maturi.
Photo credit: euroleaguebasketball.net e Olympiacos BC Facebook