Super Mario Show: Real conquista Belgrado e seed #1. Partizan fragile ma in corsa
Real batte Partizan 76-88 alla Stark Arena, con un grande Hezonja. Altra prova di forza e concentrazione, che vale ai Blancos, la certezza del primo posto in regular season.
Field Gol
Sul palco della solita gremita e teatrale Stark Arena, sponda bianconera, si respira l'atmosfera delle grandi occasioni. L'arrivo del Real di per sè potrebbe bastare per spiegare l'elettricità nell'aria, ma tra passati non lontani complessi e crucialità del risultato per i padroni di casa, il quadro si completa di una cornice davvero unica.
Anche gli attori, per quanto navigati, paiono risentirne. L'inizio chiarisce quali saranno i temi della serata che si proveranno a trattare, meno la qualità dello svolgimento. Obradovic vuole liberare l'area, Poirier (oggi in quintetto) e Tavares devono girare al largo, Kaminski e Caboclo dovranno vivere una serata pop, intesa di pick and pop. Mateo sin dal quintetto fa capire che le rotazioni saranno ampie, ma questo per il Real potrebbe non esser troppo compromettente.
Il problema è che non si segna mai. In altri sport, si parlerebbe di fasi di studio o attesa, di un gol che sblocchi la situazione. Lo spettacolo, oltre gli spalti, lo regala Hezonja con fuga e alley-oop volante, ma le squadre flirtano con il 20% dal campo e solo gli ospiti riescono a scollinare grazie alla tripla allo scadere di Hezonja stesso in una serata di quelle che promettono per il meglio.
Partizan sulle spalle del Tank
L'equilibrio è supremo nel primo tempo. Il Real soffre la vena di Kaminski, molto attivo nello sfruttare Tavares in difficoltà a seguirlo. Quello che si pensava potesse esser dal suo approdo in Eurolega, prende corpo nella prima metà del terzo quarto. 2 triple, e un altro paio di soluzioni concluse con le mani dolcissime che lo hanno sempre contraddistinto. Yabusele su Kaminski? Perfetto, è il turno di Caboclo, tripla e penetrazione a battere un Tavares raramente così in difficoltà nella sua metacampo.
E quindi? Fuga Partizan? Niente di tutto ciò. Hezonja (10 nel solo terzo parziale) fa mostra del suo talento, canestri in isolamento in post, triple e anche tre assist. Aggiungendo un Campazzo riposato dopo un primo tempo da spettatore per colpa dei falli, e in meno di 3 minuti il Real, piazza l'allungo, suggellato dalla rubata di un chirurgico Causeur, in versione Lupin sulla sirena. Il Partizan gioca 15 ottimi minuti e con un piccolo black out, è sotto di 14.
Real senza incertezze: primo posto conquistato
Punter prova ad indicare la via, in una serata difficile al di là dei numeri (1/8 da 3). Hezonja regala il massimo vantaggio con una tripla da 9 metri dopo un bel flare. Semplicemente ineluttabile. Il Partizan si inceppa, ma la forza dei ventimila della Stark e un antisportivo di Poirier, spingono i ragazzi di Obradovic a restare aggrappati alla partita.
Ma il Real è semplicemente e oramai notoriamente più forte. Ha troppe risorse e un paio di canestri tipicamente "rubati" (di cui uno complicatissimo sulla sirena) da Deck e il 2+1 di Hezonja vanificano gli sforzi di un Punter orgoglioso e più preciso in penetrazione che da fuori, con 11 punti nell'ultimo quarto.
Dopo Bologna e Berlino, ecco il tris per le città che iniziano per B, e anche a Belgrado, va in scena una versione delle merengues, spaventosamente solida e perfetta nel presentare le soluzioni idonee ad ogni problema. Il Real mostra cosa significhi il talento applicato ad una mentalità tra le più vincenti del mondo dello sport.
Si chiude col brivido finale, per un contatto Campazzo su Avramovic totalmente gratuito ma frequente nelle ultime settimane per il play argentino. Tutto superato senza complicazioni e un finale, fortunatamente a parlare solo di pallacanestro.
Protagonisti
Come nel videogioco. Tanti i personaggi, ma l'eroe è SuperMario. Così stasera, Hezonja 25 (5/6 da 3)+6 rimbalzi+ 4 assist e una fattura delle giocate, non nuova ma che sorprende sempre per la quantità di talento nel bagaglio del croato. Senza i tre grandi vecchi e con Musa non al meglio, notevole l'apporto di tutto il roster. Decisivo il duo argentino, Campazzo e Deck, sia nell'allungo che nella gestione finale. Meno sotto i riflettori ma importanti i francese Causeur, Yabusele e Poirier.
Partizan specchio della stagione. Al netto dell'importante assenza di Leday (in Usa per la scomparsa del padre), ancora una volta pare incompiuto, farraginoso, discontinuo. I suoi riferimenti storici non sempre lucidi e produttivi (16 a testa per Nunnaly e Punter), e i nuovi non troppo affidabili soprattutto quando sopraggiungono le difficoltà (19 per Kaminsky ma 0 nel quarto finale). 6 sconfitte nelle ultime 8, ma ciò che fa ancora sperare Obradovic, paradossalmente è proprio la classifica, ancora apertissima.
photocredit: www.euroleaguebasketball.net