Una tripla cristallina e magica nell'ultimo possesso regala una gara 1 stupenda e avvincente al Partizan in quel del Wizink Center: il Real Madrid cade 87-89.

La gara

La scelta tattica di schierare Smailagic contro Tavares per portarlo lontano dal ferro dà subito i primi frutti a Obradovic: due triple consecutive e ottimo impatto sul match. E i primi minuti serbi sono decisamente migliori di quelli di un Real ancora contratto: è 6-14 dopo la terza tripla di Smailagic. I madrileni però si ritrovano con il post basso di Deck, trovano l'aggancio e iniziano a salire di tono; mentre inizia a salire di colpi anche Yabusele, uno che sarà rebus per la difesa serba. Dopo 10' è perfetto equilibrio sul 22-22.

I blancos muovono con grande efficacia la palla in attacco, mentre gli avversari faticano ora a trovare tiri puliti: ecco un parziale di 8-0 in cui c'è tutta la difficoltà dei serbi a contenere i mismatch nel reparto lunghi. Ma i bianconeri ritrovano subito intensità e piazzano un controparziale da 2-11, prima di una sfida di triple tra Punter ed Hezonja. Intanto si alzano i ritmi, spariscono le ultime insicurezze e si alza anche la qualità della pallacanestro. Il Partizan cresce minuto dopo minuto, il Real non fa altrettanto e allora è giusto il vantaggio serbo all'intervallo: 44-48.

L'impatto di Smailagic è ancora ottimo, come l'atteggiamento del Partizan in generale: l'impeto del centro serbo è però fermato dai problemi di falli. Gli aggiustamenti di Obradovic su Deck funzionano, e funziona ora anche la difesa blanca; si continua a galleggiare sull'equilibrio. Il terzo quarto è fatto di un dinamismo più lento e falloso, fatto di sorpassi e controsorpassi con nessuna delle due squadre che riesce a fare uno strappo. E allora è 64-63 prima degli ultimi dieci minuti.

Un triplazo di Musa apre il quarto e esalta il WiZink Center, ma i serbi resistono a un momento difficile. I primi minuti del Partizan sono farraginosi, ma il Real non inferisce e lascia le cose aperte, lasciando qualcosa di troppo dalla lunetta. Il 77-70 è però allungo vero e la firma è, ancora una volta, quella di Deck. Ma il Partizan non molla per nulla e si rifà sotto prima di una stoppata surreale di Yabusele su Lessort! Chi può fare un 3+1 decisivo se non Kevin Punter? E allora è 80-80 quando mancano poco più di 2 minuti.

A 0.4 dalla fine sul -1 arriva la tripla della pantera, Kevin Punter! Una giocata clutch delle sue, cristallina, meravigliosa: e allora è già fattore campo rovesciato e Partizan in paradiso.

Il Real Madrid è i soliti problemi: non bastano Deck e Yabusele

Sempre il solito Real Madrid: quello visto in stagione regolare e quello di cui vi abbiamo parlato in fase di presentazione di partita. E anche allora avevamo ripetuto questo dettame: quando hai un roster così ricco di campioni puoi vincere anche non giocando al meglio. Tuttavia, contro una squadra ben allenata e affamata come il Partizan sarebbe anche potuto non bastare.

E così è avvenuto in gara 1. Anche stasera la pallacanestro offerta dalla squadra di Mateo è stata di livello tutt'altro che eccelso: tanti isolamenti e poca circolazione di palla in attacco al netto di una difesa a tratti molto buona, ma questo è merito anche della composizione fisica di un roster che rasenta di molto la perfezione.

Il solito grande problema è provenuto dalla cabina di regia. Manca sempre e comunque un play: Llull era assente e comunque non è un play puro, Hanga e Williams-Goss sono poco più di due specialisti difensivi e Musa è chiaramente un play adattato che non riesce a mettere in ritmo i compagni. E allora anche stasera le difficoltà madrilene in fase di costruzione sono state oltremodo lampanti.

Di conseguenza l'attacco del Real si è spesso ridotto alle soluzioni e alla qualità dei singoli, in particolar modo di Deck e Yabusele. Il primo ha provato ad essere ancora una volta l'àncora dei suoi con una prova a tratti dominante 24 punti, 8 rimbalzi e 33 di PIR; mentre il secondo è stato riferimento offensivo costante (12+5 a fine partita).

Poi i padroni di casa sono stati anche sfortunati perché oltre l'assenza già nota di Poirier si è aggiunta quella in corso d'opera di Tavares, che fino a quel momento era uno dei maggiori grattacapi per gli ospiti. Queste assenze hanno costretto Mateo ha utilizzare un quintetto piccolo con Yabusele da 5 che comunque è tutt'altro che disfunzionale. Pesa altrettanto l'esclusione per scelta tecnica di Hezonja nel secondo tempo, rimesso in campo solo nel minuto finale. Ma in un roster così vasto non ci possono essere giustificazioni di questo tipo.

Quindi ormai è chiaro come per vincere questa serie non potranno bastare le giocate dei singoli, né i soli Deck e Yabusele, per quanto eroici. Madrid deve trovare fluidità di manovra e soprattutto un maggiore coinvolgimento in attacco degli esterni, spesso troppo isolati rispetto al reparto lunghi. Saprà farlo nel giro di pochi giorni?

Il Partizan è in missione, Punter è letale

E' il solito grande Partizan, quello che ci siamo abituati a vedere nel 2023. Solido, paziente, aggressivo, bilanciato e soprattutto lucido. Quello che ha impressionato anche oggi è il controllo che Obradovic ha su questa squadra. Una squadra che sembra svolgere al meglio delle proprie possibilità lo spartito indicato dal suo coach. E questo lo si vede dai momenti di difficoltà.

Sul 77-70, infatti, i serbi potevano soccombere, invece hanno continuato a giocare con pazienza senza perdere lucidità, non smettendo di fare le scelte giuste e così dandosi la possibilità di rientrare nel punteggio e arrivare al finale punto a punto.

Avevamo detto che Deck e Yabusele sarebbero stati due rebus importanti. Ovviamente non sono stati risolti completamente e i due hanno fatto male la difesa serba per gran parte di partita. Ma gli aggiustamenti e i raddoppi portati contro gli isolamenti in post dei due giocatori hanno limitato i danni e hanno tolto ritmo soprattutto al francese nel secondo tempo.

Finché è stato in campo, poi, è stato svolto anche un ottimo lavoro contro Tavares grazie alla presenza di Smailagic che constringeva il capoverdiano a uscire dall'area fino all'arco togliendolo dal suo habitat naturale e quindi togliendo al Real il suo famigerato difensore d'area.

Ogni giocatore del Partizan ha portato il suo importante mattoncino alla causa: dal secondo tempo intenso di Madar - dopo che non aveva visto il campo nel primo tempo -, alle giocate silenti di Avramovic fino all'imprescindibile Leday.

Poi ovviamente c'è Kevin Punter, giocatore che fa categoria a parte in fatto di scoring: 26 punti con 5/8 dall'arco a cui ha aggiunto anche 6 assist. Con quel canestro finale che è un quadro di arte finissima: di giocatori clutch come lui ce ne sono davvero pochi.

Ma il Partizan è squadra prima di tutto. La vittoria di gara 1 non fa che aumentare la consapevolezza e l'unità di un gruppo già fortificato e pronto: ora tutto è ancora più possibile.

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