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Zach LeDay tira contro il Real Madrid

Nella notte del Chacho, l'Olimpia Milano trova una vittoria convincente e vitale contro il Real Madrid, comandata dall'inizio alla fine. Il punteggio finale di 85-76 è lo specchio di una gara in cui i blancos non sono mai stati avanti, a parte i primissimi minuti. 

Le premesse erano assai complicate per gli uomini di Messina: nessun centro disponibile se non il solo Caruso, sino ad oggi schierato in tre sole gare per un totale di 35'23" a 6,3 punti rimedia e 3,3 rimbalzi, a fronteggiare Edy Tavares e Serge Ibaka.

L'ambiente milanese non brillava certo, prima della palla a due, per serenità dopo il clamoroso crollo di Trento, pagina nerissima che è arrivata dopo un facoltativo “shootaround” mattutino in cui i presenti erano solo Fabien Causeur e il giovanissimo Luigi Suigo. Ne sono seguite polemiche sulla stampa anche per cercare di comprendere come fosse possibile che gente come Mirotic e LeDay fosse ancora in campo una volta che la squadra era ormai asfaltata dai rivali perfettamente guidati da Paolo Galbiati. Aggiungiamoci che Sandro Gamba ha parlato di “sciopero bianco” ed ecco che le già difficile vigilia ha caricato la notte del Forum di ulteriori momenti di potenziale tensione.

La versione del Real Madrid arrivata nel capoluogo lombardo non era certo la migliore degli ultimi anni, dopo un avvio di stagione non positivo ulteriormente complicato da parecchie assenze chiave in un roster che, come abbiamo ribadito da tempo, è troppo corto per le aspettative di un tale club: serve un 2 e serve un 4 per competere ad alto livello, non vi è alcun dubbio, senza farsi condizionare dal recente splendido successo “liguero” contro una squadra vera come Murcia.

Il campo ha detto che quello di Murcia era un fuoco di paglia e che, quindi, i problemi del Real sono piuttosto profondi, ma allo stesso tempo ha anche detto che l'Olimpia ha avuto la reazione tecnica e caratteriale che serviva dopo la debacle di domenica e i nuvoloni di questo inizio di stagione.

Tonut va a canestro

La prova solida dell'Olimpia e l'esordio di Mannion

Entrambe le squadre volevano correre, entrambe sono partite con difficoltà al tiro, poi Milano si accende, inizia a trovare fiducia, mentre Madrid non la trova praticamente mai. Le merengues rimangono sulla soglia di galleggiamento a lungo grazie alle giocate di alcuni singoli, ma l'Olimpia ha sempre il controllo delle operazioni. 

Il 33-19 del primo tempo viene ribadito alla fine del terzo quarto con un 71-55 figlio di un 11-0 di parziale. Da quel momento nessun tremore per gli uomini di Messina che non cascano nell'abisso della rimonta e portano la gara in porto senza pericoli - a causa anche di un Real Madrid quantomai abulico e spesso incapace di produrre un tiro pulito o ben costruito.

A inizio quarto periodo le tre triple consecutive segnate da uno scatenato - nel vero senso della parola, per il modo in cui ormai è solito arringare il Forum - Zach LeDay sono i cosiddetti chiodi sulla bara. 

Quali sono stati i giocatori decisivi per l'Olimpia? Due per la metacampo difensiva, due per quella offensiva e un jolly, l'ubiquo LeDay. Dietro sono brillate prima la garra di Bolmaro, poi l'esperienza infinita di Causeur

Davanti è stata la giornata dei due playmaker. Neno Dimitrijevic sfavilla nel primo tempo (15 punti con 3/6 da tre; poi chiude con 22 e 4/9 dalla lunga distanza) e finalmente dimostra una personalità sinora mancata, soprattutto per la volontà di avere sempre il pallone tra le mani.

Poi c'è da segnalare l'esordio aureo di Nico Mannion. Tanti dubbi riguardo il suo ingaggio e le modalità dell'operazioni. Ma, oggi, hanno avuto ragione lui e chi lo ha voluto, Ettore Messina. Il play azzurro gioca la prima partita dei sogni in maglia Olimpia. Senza timori riverenziali, batte costantemente l'uomo e, prima di segnare, trova tanti assist importanti e di pregevole fattura come quelli per le triple di LeDay. Una rondine non fa primavera, ma le premesse sono quelle dei giorni migliori.

Dimitrijevic tira da tre

I problemi profondi del Real Madrid 

Sin dalla vigilia era chiaro che, oltre alla difficoltà sotto canestro, Milano avrebbe dovuto cercare di rallentare la transizione madridista, marchio di fabbrica del Real che va, nonché provare finalmente a dimostrarsi efficace nella copertura 1v1, punto debolissimo biancorosso perfino in LBA.

L'Olimpia riesce a fare proprio questo, soprattutto a partire dalla metacampo difensiva. Parte tutto da lì: dall'intensità, dallo sforzo collettivo e fisico, e dalla voglia di sporcarsi le mani che i biancorossi hanno avuto quando c'era bisogno di difendere. Tante buone difese e poi transizione rapida che ha portato tanti interpreti meneghini a esaltarsi.

Perché a Madrid piace correre, ma quella sarebbe anche la vera identità di Milano, anche se finora non è stata sfruttata. 

Proprio non si è capito, invece, che partita abbia voluto condurre il Real. Quando ha corso ha spesso perso una valanga di palloni, gli attacchi a basso ritmo sono stati stagnanti e, in generale, il vantaggio sotto canestro si è ritorto contro: Tavares e Ibaka piuttosto che dominare hanno sofferto la mobilità dei lunghi milanesi e non sono mai entrati in partita. 

La verità è che, tra infortuni e difetti strutturali, questo Madrid ha troppe lacune. Soprattutto sugli esterni in cui mancano come l'aria delle guardie che segnino e siano pericolose. Chi può servire Campazzo sull'arco? Rathan-Mayes è ondivago, Llull non può garantire tanti minuti di qualità, mentre Abalde non è certo giocatore offensivo. Mancano tiratori, manca pericolosità, mancano punti. Perché le partite si vincono ancora sugli esterni e la vittoria odierna di Milano ha dimostrato proprio questo.

MVP

Zach Leday. Dimitrijevic segna più punti (22), ma l'ex Partizan è l'uomo-ovunque di questa Olimpia e quello che emotivamente è in grado di trascinare tutti gli altri. Non a caso Messina lo ha tenuto in campo 38'19".

17 punti, 8 rimbalzi, 2 assist, ma soprattutto leadership, tante letture importanti, una difesa ruvida che ha limitato le torri madrilene e un dinamismo offensivo che ha disorientato gli avversari.

Sinora è il migliore della stagione biancorossa. Una stagione che, da questa vittoria, può rilanciarsi.

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