Dopo una settimana difficile la Virtus ritrova il sorriso con una prova di forza nello scontro diretto per il primo posto in classifica a Brescia.

Intensità a livelli altissimi, pubblico trascinante, tasso di fisicità elevato, ritmi frenetici: insomma, l'atmosfera era da playoffs, con due squadre in campo che volevano entrambe fortemente la vittoria.

Alla fine a vincere è stata la fortissima voglia di rivincita virtussina dopo i KO di Pesaro, Kaunas e Belgrado che avevano offuscato il marzo bianconero.

Percentuali e triple

20 minuti di guerra totale, con ritmi forsennati e fisicità elevatissima da entrambe le parti. Poi nel terzo quarto le vu nere hanno alzato ancora di più il livello, giocando sui dettagli e dimostrando un cinismo spietato nei momenti decisivi in cui la Germani ha leggermente tolto il piede dall'acceleratore.

17/36 dall'arco per la squadra di Banchi: grandissima prova balistica. Ma la cosa più significativa è che tutti quei tiri sono stati ottimamente presi e costruiti. Poi, come ben si sa, a volte possono non entrare, ma ben costruirli è già metà dell'opera.

Pesantissime le triple di Belinelli nel terzo periodo che hanno spaccato la partita, importanti quelle di Abass. Ma altrettanto decisive quelle di un Achille Polonara che ha fatto 4/4 dalla lunga distanza e che, se riesce a ritrovare questa fiducia dall'arco, sposta tutt'altri valori in casa virtussina.

Riecco la difesa, riecco la Virtus!

Quello che era mancato nell'ultimo doppio turno di Eurolega come nelle ultime settimane era stata la difesa, più di ogni altra cosa. Oltre 90 punti subiti sia in Lituania che in Serbia. E prima di tutto era stata una questione di energie; perché la facilità con cui gli esterni serbi riuscivano a superare la prima linea difensiva bolognese ha mostrato solo una grande stanchezza nelle gambe.

Oggi si è vista tutt'altra cosa. La difesa è stata dura, fisica, spigolosa e presentissima su ogni rotazione o raddoppio per tutti i 40 minuti. Nessun canestro facile per Brescia che ha dovuto conquistarsi ogni singolo punto. La Virtus aveva bisogno di lanciare un segnale agli altri e sé stessa.

Aveva bisogno di ritrovare la vittoria, il sorriso e la fiducia nei propri mezzi dopo un momento difficile. E per farlo era fondamentale ripartire dalla metacampo difensiva. Poi, da lì, è arrivata anche la fluidità necessaria nell'altro lato del campo per sfilacciare la difesa lombarda nel fare dentro e fuori.

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Credits: profilo ufficiale twitter Virtus Bologna

L'ultimo chilometro

La partita, come era noto anche in fase di presentazione, era decisiva per le gerarchie in LBA. Vincere significava mettersi davanti a tutte le altre, quando in tutta la regular season non era mai successo prima. E soprattutto tenere a distanza di 2 partite (compreso lo scontro diretto) l'Olimpia Milano che negli ultimi 7 giorni ha ritrovato fiducia in sé stessa e ha infilato una serie di vittorie convincenti.

E poi vincere a Brescia, in un clima da playoffs e contro una squadra che ha giocato al massimo dell'intensità, era un passaggio essenziale per tornare a fare gioco, a credere nei propri mezzi per affrontare al meglio la fine della campagna europea.

Tre gare rimaste. Vincerne una significherebbe arrivare almeno noni; vincere solamente l'ultima col Baskonia vorrebbe dire arrivare automaticamente ottavi, anche nel caso arrivassero due sconfitte nelle altre due uscite contro Pana e Olimpia.

Intanto la Virtus, sul campo della Germani, è tornata a ruggire. Un segnale preciso e perentorio a chi già ne stava facendo il funerale. Aspettando i rientri di Hackett e Cordinier.

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