Doppio turno dolcissimo per la Virtus Bologna che dopo il trionfo di martedì contro la Stella Rossa, trova anche la vittoria in terra transalpina contro l'Asvel conducendo la gara dall'inizio alla fine e chiudendo la contesa sul 64-77 finale.

Nonostante la pesante assenza di Teodosic, oltre a quella nota di Lundberg, i bianconeri non si scompongono mai e giocano una gara all'insegna della solidità e della consapevolezza.

La gara

Le vu nere provano subito a partire forte sul 2-9, ma presto arriva subito il controparziale francese di 10-0. La partita inizia subito ad alzarsi di intensità e fisicità con l'Asvel che perde decisamente troppi palloni (ben 9 solo a fine primo quarto) permettendo alla Virtus di andare avanti di sette lunghezze (14-21).

Cinque punti consecutivi di Belinelli e la tripla dal logo di Mannion provano a confezionare la prima fuga bianconera (26-35). Ma i padroni di casa sono bravi a ricucire aggiungendo maggiore precisione all'attacco mentre all'altra parte la Virtus trova poche soluzioni oltre all'uscita dai blocchi di Belinelli (35-37).

La ripresa inizia con lo stesso spartito con cui si era chiuso il primo tempo: ritmi abbastanza alti, tanta fisicità e lotta sui blocchi. Una tripla allo scadere lanciata in aria da Kahudi trova il pareggio per la squadra di TJ Parker (44-44), ma i padroni di casa non riescono mai a mettere il muso avanti e da quel momento torneranno a subire nel punteggio.

Dopo aver ripreso un margine di vantaggio alla fine del terzo periodo, all'inizio del quarto quarto la Virtus piazza il blitz decisivo suggellato da una stupenda tripla di Pajola dall'angolo (48-63). Da questo momento in poi le vu nere sembrano avere ampiamente le mani sul match con l'Asvel che non riesce mai a piazzare un parziale che possa riaprire i giochi. La tripla di Hackett del 56-69 di fatto consegna la vittoria alla squadra di Scariolo.

La bontà della partita bianconera è sancita anche dai numeri. Controllo dei rimbalzi (32-27) - cosa affatto scontato per la Segafredo -, solito ottimo rapporto assist/palle perse (19/13 contro il 13/15 francese) nonostante l'assenza di Teodosic, discrete percentuali al tiro con soprattutto il pregio di aver costretto gli avversari a percentuali ben più limitanti (51.5% dal campo e 27.3% dall'arco).

La difesa e il lavoro degli esterni

Lì la Virtus, come spesso gli capita, ha vinto la partita. In generale le vu nere - e a maggior ragione senza il playmaker serbo - non hanno un reparto guardie spiccatamente talentuoso e prolifico, ma ha un reparto dannatamente intelligente che stasera ha confermato ancora una volta di esserlo.

L'imprevedibilità dell'Asvel viene proprio dagli esterni: Obasohan, Mathews e Bost sono esterni di grande talento e dotati di ottime qualità da scorer, ma non hanno ancora continuità in questa competizione. Perché ovviamente se l'avessero parleremmo di tutt'altra squadra. La difficoltà della squadra avversaria sta nel riuscire a non farli innescare, altrimenti possono diventare vere e proprie mine vaganti: vedere per esempio il finale di partita di Jonah Mathews al Forum di Assago.

Gli esterni virtussini (Pajola, Cordinier e Hackett, ovvero i soliti tre, su tutti) sono riusciti a farlo alla grande difendendo benissimo sia sulla palla (point of attack, come direbbero oltreoceano) sia riuscendo spesso a leggere molto bene le situazioni di blocchi. Obasohan e Mathews non hanno mai avuto ricezioni semplici e infatti hanno chiuso con soli 2 punti a testa con solo un canestro dal campo segnato. Bost ha giocato una buona partita (9 punti, 7 rimbalzi e 4 assist), ma più per gli altri che per sé.

Se poi quegli esterni virtussini che vengono spacciati solo per specialisti difensivi mettono anche giocate offensive importanti allora cambia e di parecchio la sinfonia. Scriviamo "spacciati" perché in realtà hanno già dimostrato in altre partite quello che possono fare anche nella metacampo offensiva: se lo facessero con continuità parleremmo banalmente di giocatori élitè. Sì, parliamo di Cordinier e Pajola: le scorribande al ferro del francese e i punti dell'anconetano sono state giocate decisive. Ancora una volta.

Virtus, la grande compattezza e i punti del capitano

E' stata la partita del capitano Marco Belinelli insieme a quella col Fenerbahce: 21 punti, ma soprattutto l'impressione che quando è in campo nella metacampo offensiva ogni gioco sia disegnato per lui e che lui sia costantemente pericoloso. E attenzione anche alla fase difensiva, perché spesso il nativo di San Giovanni Persiceto ha tenuto benissimo la fisicità della partita dimostrandosi all'altezza di ogni circostanza. Il concetto è il seguente: se sta bene fisicamente il capitano è decisamente un plus.

Un plauso poi va fatto anche a Nico Mannion che sta avendo poche possibilità in Eurolega, ma che quando le ha si fa trovare pronto dando il suo importante apporto alla causa e dimostrando professionalità e pazienza: in 12 minuti sono 6 punti, 2 rimbalzi e 3 assist.

In generale un plauso va a tutta la prestazione bolognese. Che è stata solida, compatta, fisica e cinica. Tutte cose che sono mancate spesso nella prima fase della competizione e che lentamente la squadra bolognese ha acquisito dimostrando il suo personale percorso di crescita sia come singoli che come collettivo.

Quella di questa sera era una partita delicatissima: una di quelle partite difficili da vincere, a maggior ragione se è assente il tuo miglior giocatore, quello che è il metronomo di tutto il gruppo. Ricordando anche che all'Astroballe erano cadute compagini importanti come Olympiacos, Fenerbahce e Baskonia.

La partita rappresentava anche una sorta di ultimo treno per i playoffs. Treno che le vu nere hanno preso con forte volontà e decisione rimanendo agganciate con i denti a quel gruppone per l'ottavo posto e portandosi allo stesso record dei campioni dell'Efes. Ora arriva una partita in casa contro il Barcellona contro cui all'andata del Palau la Virtus ha giocato una delle migliori partite dell'anno. Chissà che non ci si possa ripetere...

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