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L'Olympiacos conclude il doppio turno da illibato e preserva la vetta

Un'altra affermazione di prestigio quella dell'Olympiacos, che supera un Efes ancora una volta troppo scialbo al Peace And Friendship Stadium, 76-0 dopo essersi sbarazzati già in settimana del Fener.

Quinto successo consecutivo per quella che forse ad oggi è la principale favorita al titolo.

Olympiacos vince - Eurodevotion

La Grande Grecia

C'era un progetto geopolitico, alle porte del '900, che orientava le classi dirigenti elleniche più votate al nazionalismo. Un progetto che vedeva la Grecia inglobare una parte cospicua della Turchia, e faceva di Costantinopoli capitale dell'antico impero bizantino.

I sogni di gloria dell'Olympiacos di questa settimana perfetta hanno visto proprio l'accerchiamento reds dell'eterna città del Bosforo, rappresentata dalle due succedanee cestistiche della Sublime Porta. Prima il Fener, poi l'Efes.

Entrambe senza il lider maximo della squadra, Kostas Sloukas. Il playmakerissimo dei reds è, in un quadro generale di dipendenza da ogni tipo di handler, sublimazione del sistema, non origine oracolare.

I greci non producono una prestazione offensiva abbacinante, ma continua, in controllo nei momenti giusti (molto fredda nel finale) e con grande capacità di variare sul tema, grazie ad un movimento sinuoso, simbiotico off the ball, che è probabilmente il meglio eseguito d'Europa.

Attaccare a metà campo - solo ottavo pace di EL -, con una produzione offensiva lo stesso di élite si può (attacco più prolifico con 84,5 punti), si può fare. Con idee chiare, anche benissimo.

Sopra media negli assist (24 contro poco meno di 22 a gara), senza il proprio regista e con un Caanaan, altro creatore di vantaggi designato, fermo ad un solo punto. L'Oly sa trovare alternative, sa usare gli hand-off, i tagli, sa creare vantaggi anche senza un fantasista, per dirla in termini calcistici, e anche senza dipendere dal pick and roll, pur essendo una delle migliori nell'eseguirlo. Ieri sera lo ha fatto davvero in modo lodevolissimo, particolarmente nel primo tempo.

Una dimostrazione di forza quindi nel doppio turno, che si chiude in una gara vissuta sempre al comando delle operazioni, dopo aver tramortito con un deciso primo quarto i biancoblù.

Il 'Grande Olympiacos' vive sempre di più, tra sogni e aspirazioni di grandezza dalle parti del Pireo.

Micic, we have a problem

Atatürk il sogno della Grande Grecia lo aveva sgretolato con forza, Ataman vedremo che cosa sarà capace di fare...

Per ora l'Efes continua a non convincere. Non ci proverò neanche a dare per morta questa squadra, troppe volte ci sono e ci siamo rimasti scottati. Tuttavia all'oggi bisogna stare, ed il contemporaneo ci dice di una squadra che fa ancora troppa fatica.

Non abbiamo avuto niente dalle nostre star in attacco. Queste star devono salire di livello in attacco in partite come questa, non in sfide del campionato turco contro squadre più scarse. Sto parlando di Micic e Clyburn

da Sportando

Il termometro del momento Efes lo dà come al solito la nettezza delle parole di Ataman in conferenza, in cui ha richiamato Micic e Clyburn, con un'eco che rimanda a quella tradizione di interventi stampa del tecnico dell'Efes che hanno scandito momenti importanti della storia recente della squadra turca.

L'attacco, soprattutto nel primo tempo, ha toccato picchi di immobilismo e di abulia molto alti, imbrigliato da un Micic che è stato freno di stagnazione. Quando il serbo non era in campo, la squadra gestita da Larkin aveva un ritmo evidentemente più brioso, seppur relativo, che ha spinto quel paio di movimenti di arrembaggio dell'Efes, tant'è che l'ex MVP è stato panchinato nell'ultimo quarto.

Infatti, puntuale come abbiamo detto è stata la reprimenda del suo coach, che avrà bisogno di tutt'un altro Micic per una lotta playoff che si fa sempre più serrata.

Protagonisti e no

Se di Micic abbiamo detto, Clyburn pure è stato protagonista di una prova difficile. Un inizio di pochissimo coinvolgimento, per arrivare nel secondo tempo a calamitare i cambi difensivi dal post basso, senza tuttavia riuscire ad incidere.

A dare un po' di vivacità alla manovra dei turchi è il trittico Larkin-Beaubois-Bryant, tutti a 10 punti.

L'Olympiacos, oltre la consueta grinta e leadership di Walkup e Papanikolau, ha beneficiato di un'ottima prova dall'arco di Lountzis, con un 3/3 dal grande peso specifico.

Fall impressiona nel primo tempo per la maturità che dimostra, con un'autoconsapevolezza non così comune per il corpo che si porta dietro. Nel primo quarto è fulcro di gioco, molto bravo a imbeccare i taglianti, dimostrando la sua crescita a trecentosessanta gradi.

Con l'andare della partita sarà l'attenzione sui cambi dei greci a relegarlo in panchina, ma Bolomboy farà un lavoro egregio e giganteggerà sullo switch sistematico ordinato da Bartzokas.

Infine, il solito dominio serafico, muto e soverchiante. Vezenkov infila l'ennesimo ventello e continua a tracciare il suo percorso, dopo che proprio l'Efes poco meno di un anno fa gli ha tolto la soddisfazione più grande.

Photo credit: Olympiacos Facebook e euroleaguebasketball.net

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