Sabato, ore 12: è già tempo di conferenza stampa per la finale, Real Madrid-Panathinaikos, con a presenziarla coach Ataman, coach Mateo, Dzanan Musa e Mathias Lessort, i due protagonisti delle semifinali vinte ieri.

All'interno della lunghissima conferenza stampa, durata quasi un'ora intera, vi riportiamo le due domande che abbiamo riportato personalmente ai due coach.

Marzagalia: "Coach, c'è un momento in particolare all'interno della stagione che vi ha fatto dire 'possiamo arrivare fino in fondo'"?

Ataman: "Se devo rispondere onestamente, penso proprio la partita con il Real Madrid. Penso loro non avessero mai perso prima in casa quest'anno in Eurolega. Quella vittoria ci ha dato grande fiducia e dopo abbiamo capito meglio le nostre possibilità e abbiamo pensato di poter arrivare alle Final Four. Panathinaikos è una delle squadre più titolate e quella sensazione ci ha riportato a quei momenti, dandoci una grande spinta".

Mateo: "Noi abbiamo accumulato una grande fiducia. Abbiamo vinto 31 partite su 38; giocheremo la finale contro una grande squadra che ha combattuto fino alla fine per arrivare qui. Ognuno sta guardando verso i propri obiettivi e ora ci sono solo quelli".

Catalano: "Coach, si discute tanto del format dell'Eurolega e noi giornalisti per tutto l'anno abbiamo detto che il Real Madrid e il Panathinaikos sono state le squadre migliori. Infatti si giocheranno domani la finale. Alla fine possiamo dire che questo format è il migliore che potremmo avere?"

Ataman: "Onestamente preferirei giocare col sistema della NBA: cioè affrontare il Real Madrid al meglio delle 5 o 7 gare. Ma, giocando nelle leghe nazionali, nelle Nazionali e la lunga stagione di Eurolega, è impossibile. Penso che questo sistema, come nel calcio, per com'è la situazione ora, sia la migliore situazione. Ma mi piacerebbe giocare come la NBA".

Mateo: "Essere coach di una squadra di Eurolega significa accettare le regole del gioco. E queste sono le regole: bisogna giocare una finale singola per vincere il trofeo. Oltre 90 partite in un anno sono troppe. Queste sono le regole e non vogliamo scuse. C'è una finale e una finale è solo da vincere; non c'è tempo per pensare ad altro".

Due coach con motivazioni fortissime, per tante ragioni diverse. Due coach che, senza discussione ormai, hanno dimostrato negli ultimi anni di essere due dei migliori timoniere del panorama europeo. Domani, a prescindere di come andrà sarà uno spettacolo.

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