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Dopo poco più di 20 giorni, il ritorno di Dusko Ivanovic al Baskonia è già un successo. I baschi, dal suo approdo, hanno vinto quattro partite su quattro in Eurolega. Cerchiamo di capire cos'è migliorato con l'arrivo di Ivanovic e perché era assolutamente necessario cambiare allenatore.

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La situazione precaria di Joan Penarroya, che sostanzialmente era già stato scaricato in estate, salvo poi rimanere sulla panchina basca dopo il rifiuto di Luca Banchi, non poteva durare a lungo. È chiaro che in un contesto del genere fosse molto difficile lavorare e, visti anche i risultati, la separazione era solo una questione di tempo. L'esonero di Ivanovic dalla Stella Rossa non ha fatto altro che accelerare le operazioni, tant'è che nove giorni dopo l'addio alla società serba, l'allenatore montenegrino aveva già firmato, per la quarta volta, con il Baskonia.

Una scossa iniziale ce la si poteva aspettare, spesso succede che l'arrivo di un nuovo coach smuova temporaneamente l'ambiente. In questo caso però, dopo quattro vittorie consecutive, arrivate anche con avversari di un certo calibro, non si può parlare solamente di una scintilla momentanea data dal cambio di allenatore, bensì di una chiara impronta trasmessa dal nuovo coach che in poco tempo ha saputo portare una nuova mentalità all'interno dello spogliatoio, trasformando di fatto la squadra. Probabilmente nessuno meglio di Ivanovic avrebbe potuto intervenire in una situazione come questa. Oltre a conoscere perfettamente la società e la piazza, l'allenatore montenegrino è tra i migliori nell'agire sulla testa dei giocatori.

Dopo la straordinaria vittoria con il Barcellona, Markus Howard ha parlato così: «Il coach ci ha detto che se la nostra mentalità e il nostro atteggiamento erano quelli giusti potevamo battere chiunque». E così è stato. Lo segue Moneke, dopo la vittoria con l'Asvel: «È iniziato tutto con Dusko, non mi dimenticherò mai il primo discorso che ci ha fatto, "Credeteci, abbiate fiducia", ce lo dice ogni giorno». Se due dei giocatori più importanti parlano così, è chiaro che l'impatto di Ivanovic sia stato notevole.

In campo la squadra ha conservato la sua identità offensiva. L'intenzione è sempre quella di correre il più possibile, di alzare molto il ritmo e di prendersi il primo tiro a disposizione. Lo stile di gioco continua quindi ad assomigliare molto a quello di Penarroya, ma l'atteggiamento e la fiducia dei giocatori sono completamente diversi. La vittoria netta con il Barcellona ne è la dimostrazione. Quello dei baschi nei confronti dei catalani è stato un dominio totale, un qualcosa di inimmaginabile fino a un mese fa.

Moneke e Sedekerskis, entrambi cresciuti tantissimo rispetto alla passata stagione, con l'arrivo di Ivanovic sono rimasti i punti fermi della squadra. Il nigeriano da inizio stagione si è trovato in un contesto di gioco che esalta al meglio le sue caratteristiche e che gli permette di sfruttare la sua rapidità e la sua esplosività al massimo. Sedekerskis è diventato un giocatore solidissimo su entrambi i lati del campo, sfiorando la doppia doppia di media. Poi ovviamente c'è l'estro di Howard, giocatore che non farà della costanza la sua forza, ma che è di una bellezza unica.

Se, come detto, in attacco molte cose sono rimaste invariate, nella metà campo difensiva si vede chiaramente l'impronta di Ivanovic. Il coach montenegrino dà molta importanza alla difesa e dal suo arrivo il Baskonia subisce circa dieci punti in meno a partita in Eurolega. L'attacco rimane il punto di forza principale dei baschi, ma qualche accorgimento difensivo in più può fare una grossa differenza (lo si è visto nella vittoria con l'Olympiacos). Lo stesso Ivanovic ha detto che il margine di miglioramento maggiore della squadra è in difesa. Se il Baskonia riuscirà veramente a essere solido anche nella metà campo difensiva, diventerà una squadra veramente difficile da affrontare per tutti.

Il roster dei baschi continua comunque ad avere diversi limiti, primo su tutti la profondità. A Lione contro l'Asvel, anche a causa di alcuni infortuni, il Baskonia si è presentato in nove. Giocare due competizioni di altissimo livello come la Liga e l'Eurolega con un roster così corto, alla lunga darà diversi problemi. In più, esclusi i sopraccitati Moneke, Sedekerskis e Howard, l'apporto del resto della squadra, al momento, non è stato sufficiente. E se il Baskonia vuole mantenere un rendimento simile a quello delle ultime due settimane, servirà assolutamente una crescita da parte di coloro che fino ad oggi hanno reso al di sotto delle aspettative.

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