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La Virtus Bologna vince un'altra partita incredibile: rincorrendo, soffrendo e ribaltando, batte il Bayern Monaco con la magia di finale di Iffe Lundberg: 85-83 da impazzire alla Segafredo Arena.

Una gara condotta e controllata per lunghissimi tratti dal Bayern, con la Virtus che rimane a contatto e poi , sulla spinta del pubblico, piazza l'ennesima rimonta da non credere.

L'andamento della partita

Partita subito fisica, ruvida, fatta di sportellate: non ci aspettavamo altro. Edwards, come all'andata, fa subito male con le sue penetrazioni; Hackett è quello che incide per le vu nere. Entrambe le difese sanno come mettere il corpo (commettendo anche pochi falli), non è serata per canestri facili; ma intanto Hackett è 3/3 dall'arco. L'attacco Bayern sale di colpi: costruisce bene i tiri e li segna, attaccando meglio il ferro. E' 22-24 dopo 10': equilibrio totale dopo la bomba di Pajola.

Banchi riparte con lo small ball con Shengelia da "5". Ibaka però continua imperterrito a dominare il pitturato e al Bayern entrano anche i tiri difficili: il +6 bavarese è il primo strappo dall'equilibrio. Belinelli non riesce a entrare in partita, mentre il Bayern è lucido e tiene il timone dell'incontro. Primi liberi Virtus a 2'34" dall'intervallo: è mancato attaccare con continuità il canestro. Le triple di Belinelli non entrano, quelle di Edwards sì. E' il momento migliore dei bavaresi, ma la tripla provvidenziale di Polonara dice solo +4 Bayern all'intervallo (42-46).

Edwards riparte da dove aveva lasciato: altra tripla con mano in faccia. Ibaka fa uguale poco dopo: i bavaresi sembrano in serata di grazia. La Virtus fatica a trovare punti e allora, furbescamente, manda presto in bonus gli avversari. Edwards rimane incontenibile, i tiri ospiti entrano: il 53-62 è massimo vantaggio esterno. La Segafredo, in chiara difficoltà, rimane aggrappata con le unghie al match, andando il più possibile in lunetta. Il controllo tecnico del Bayern è pressoché totale: il -4 a 10' dalla fine è un affare per la Virtus.

Obst fa 66-74: la Virtus non sembra avere le chiavi per risolvere l'enigma Bayern. Poi qualcosa cambia, l'energia Virtus erompe dal nulla e torna a -1 prima che Obst segni ancora da tre. La Segafredo Arena, come ormai d'abitudine, ribolle, diventa un catino e l'energia Virtus sale a mille: Cordinier tira fuori dal cilindro tripla dall'angolo e schiacciata: 81-79 e primo vantaggio Virtus dopo tempo immemore. Da lì nervi, errori e poi il solito finale: sul +2, Iffe Lundberg prende palla, mangia il cronometro e mette un tiro pazzesco alla scadere per chiudere la partita. E' l'uomo del clutch time che regala un'altra vittoria incredibile alla Virtus!

Il Bayern è stato a tratti perfetto, poi qualcosa è cambiato

Il Bayern Monaco ha controllato la partita per oltre 30 minuti di partita. Dal punto di vista tecnico sembrava improbabile una rimonta virtussina.

I bavaresi avevano il controllo del ritmo-partita, avevano imposto la loro fisicità alla partita, riuscivano a costruire ottimi tiri e a segnare anche le triple più difficili. Sulle triple di Obst di inizio quarto quarto, onestamente, sembrava tutto finito.

Poi questa Virtus - ormai deve essere chiaro - ha qualcosa di speciale, soprattutto davanti al proprio pubblico. Anche quando sembrava non ci fosse nulla di logico che potesse indirizzare la gara verso i bianconeri, puntualmente quella scintilla arriva, in qualche modo. E neppure il Bayern ha capito come: incapace negli ultimi minuti di sostenere l'energia creatasi nell'Arena e di segnare tiri che erano entrati lungo tutto l'arco della partita.

La Virtus è riuscita a pareggiare la lotta a rimbalzo nel secondo tempo, ma il Bayern ha chiuso la gara col 60% da due contro il 45.9% virtussino. A parità anche di percentuali dall'arco, a fare la differenza sono i 22 liberi tentati dalla Virtus, quasi tutti guadagnati nel secondo tempo: quelli che hanno permesso di sopravvivere nel terzo quarto quando tutto sembrava grigio.

Ibaka ha fatto ancora 15+13, Edwards ha dominato con 22 punti ma si è anche smarrito nei minuti finali. A parte tutto, questo Bayern sembra una squadra solidissima, assai fisica e molto lunga. E' una squadra che ha tutto per battere qualunque altro avversario: la gara di stasera contro qualunque altra squadra dall'altra parte, se non il Real, forse sarebbe stata una vittoria.

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La Virtus non sa morire: una rimonta ancora incredibile

La Virtus, in queste partite di Eurolega, ha sofferto il Bayern come poche altre squadre, per la sua fisicità, la stazza dei suoi lunghi, l'esplosività degli esterni. E questo è stato evidente per almeno tre quarti e anche qualcosa di più della partita. Poi la differenza l'hanno fatta quei dettagli, quei "play by play" che anche Pablo Laso ha confessato che sono mancati per chiudere la pratica.

Una questione di dettagli, appunto, che con alcuni veterani come quelli che la Virtus può annoverare possono spesso far pendere la bilancia verso Bologna. E poi, ovviamente, la spinta dell'arena: incredibile e importantissima oggi come contro il Barcellona o l'Oympiacos.

Parlando di singoli, fondamentale è stato la stella polare, Toko Shengelia. 18+5, ma soprattutto la capacità di tenere a galla la squadra quando era in maggiore difficoltà, con le sue spallate e i suoi canestri di intelligenza. Poi i 16 del capitano che, dopo un primo tempo opaco, segna i canestri che più pesano insieme alle due giocate di un Cordinier con cui ha cambiato definitivamente l'inerzia della gara, dando la vittoria alla Virtus.

Poi i soliti tanti mattoncini: dalla tripla di Polonara, alla difesa di Pajola, fino alla consistenza di Zizic nell'ultimo quarto e al solito guerriero Hackett. Infine, ancora, la mano di Iffe: letale, precisa come un orologio svizzero, decisiva, esaltante.

La Virtus, ad oggi, è una squadra che perde a fatica, a cui piace lottare e vincere. E' ancora più seconda: è ancora più forte.

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