I numeri del Chacho e la mano di Chus Mateo. Così si domina, così si gestisce

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Chacho Rodriguez grandissimo protagonista del successo madrileno a Kaunas. Dopo una stagione che sembrava molto più che difficile, quanto fatto dal campione di San Criostobal tra gara 4 di Playoff e le finali lituane è stato clamoroso.

Chacho, Sergi e Rudy!

Sempre loro, ancora loro, eternamente loro. Campioni che incarnano e custodiscono lo spirito “blanco” in modo unico, gente che ogni volta che scende sul parquet si trasforma in un incubo per i rivali, giocatori che a dieci anni dalla finale 2013 di Londra sono ancora qui a spiegarci il gioco e come va interpretato. Chapeau!

Qui le parole del Chacho dopo la finale, rilasciate in esclusiva a noi ed a Cesare Milanti, ottima firma di Eurohoops.

Sgombriamo il campo da ogni dubbio: chi scrive ha a lungo pensato che il Chacho, più di Rudy e Sergi, fosse giunto al capolinea a causa di prestazione stagionali che lasciavano molto a desiderare in termini di impatto positivo sulla squadra.

Lo dicevano i numeri, appunto, a partire dall’utilizzo dello stesso giocatore. Solo 8 volte oltre i 20′ giocati in 33 gare di stagione regolare, con il massimo di 23’53” nel Round 24 contro l’Efes, sempre in 8 occasioni sotto i 10′ di utilizzo in quella fase, per una media di 14’24”. 4,2 punti, il 48,2% da due, 32,4% da tre e 4,2 assist per 5,9 di valutazione che vuol dire ben oltre la 100ma posizione tra i giocatori di Eurolega.

Poi i Playoff e le cose cominciano a cambiare. Si parte piano, ancora con tanti dubbi, poi da gara 4 è un crescendo unico. 5’38”, 11’21”, 18’29”, 18’21” e 19’31” i minutaggi: la media è 14’40” ma nelle decisive gare 4 e 5 è sui 19′. 6,4 punti, il 59,3% da due, il 54,5% da tre e 4,8 assist per 8 di valutazione.

«Abbiamo gestito l’utilizzo del Chacho durante la stagione in modo da farlo arrivare al meglio nella fase decisiva. Non sarebbe stato possibile se lo avessimo spremuto per tutti i sei, sette mesi della competizione»
(Chus Mateo)

Il Picasso è già in cantiere in quei Playoff, ma la pennellata che lo consegna alla storia alla storia arriva a Kaunas: 15’22” e 28’13” tra semifinale e finale, 54,5% complessivo da due, 50% da tre, 7 assist e 18 di valutazione media. E’ roba da MVP, è roba da campioni assoluti!

Se vogliamo guardare alle 4 partite decisive della stagione, ovvero gara 4 e 5 di Playoff e le Final 4, i dati sono impressionanti per chi il 12 giugno spegnerà 37 candeline.

20’22” di media in campo con 13,5 punti, il 66,6% da due (12/18), il 60% da tre (9/15), il 100% ai liberi (3/3), 6,75 assist e 19 di valutazione.

Al termine della tre giorni di Kaunas abbiamo chiesto a Chus Mateo, Coach campione, un commento sul livello di gioco raggiunto dal Chacho nella fase decisiva dopo una stagione che ci siamo permessi di definire difficile. Il Coach è stato chiarissimo: «Abbiamo gestito il carico di lavoro per arrivare al momento decisivo nella miglior condizione. Oggi Sergio è stato in campo 28 minuti giocando una gara straordinaria e ciò non sarebbe stato possibile se lo avessimo spremuto durante tutti i sei, sette mesi della competizione».

A sostegno dei numeri presentati ci viene in aiuto l’analisi statistica avanzata di Tommaso Del Prete, “data analyst” della VL Pesaro e di “Basket data Scouting”, in un Tweet di ieri.

Ci si concentra sul “pick and roll” di Rodriguez, arma letale. Giocato 33 volte, ha creato 31 punti, di cui 12 in proprio, 16 assistiti e 3 per i cosiddetti assist da “hockey”, quelli che creano vantaggio che possiamo definire indiretto.

Il Chacho ha attaccato Sloukas, non uno qualsiasi, in 10 occasioni con quel P&R, creando vantaggio nell’80% dei casi e 18 punti. Meglio, in difesa su di lui, hanno fatto Walkup e Canaan.

Cosa si può aggiungere? Nulla, se non un GRAZIE a questi campioni che ci fanno emozionare come bambini la mattina di Natale davanti all’albero circondato dai regali.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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