Il Real Madrid compie una rimonta storica da 0-2 a 3-2 e vola alle Final Four di Kaunas!

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Stupenda e meravigliosa la gara 5 tra Real Madrid e Partizan così come lo è stata tutta la serie: il Real fa la rimonta nella rimonta risalendo da -17 nella partita e da 0-2 nella serie scrivendo la storia!

E’ anche la vittoria dei veterani, di un Chacho redivivo e di un Llull sempre letale: 98-94 dopo una partita iniziata in un modo e conclusa in quello diametralmente opposto.

La gara

La notizia è che Eli Ndiaye parte titolare. L’impatto di Punter si fa subito notare, ma Tavares riprende da dove aveva finito in gara 4. Le difese partono meglio degli attacchi e il punteggio rimane basso e fermo sull’equilibrio senza scossoni: sono le retroguardie a imporsi, come nelle migliori gare 5. Tra stoppate e giri in lunetta dopo 10′ è 22-23.

Come era stato in gara 4 l’impatto di Rodriguez è già ottimo, letale dal pick&roll. Inizia, però, a salire di colpi Punter: due triple consecutive e il vero primo mini-allungo della partita sul 25-32. Con Tavares in panchina il parziale serbo si allunga fino al 9-0, ma, come sempre nei momenti difficili, arriva la tripla più fallo di Causeur. Mateo ripropone la zona e continua a funzionare, ma il vero problema per il Real è il terzo fallo di Tavares a metà secondo quarto.

I madrileni s’innervosiscono e allora i serbi ne approfittano per provare a scappare sul 31-40. Il Real sotto canestro perde riferimenti, il Partizan sente l’odore del sangue e attacca con le triple di Nunnally, Punter e i liberi guadagnati: all’intervallo è un sonoro 39-55!

Punter riparte subito con una grande tripla: fenomenale. In un modo o nell’altro il Real riesce a non andare alla deriva grazie alla zona e al rientro di Tavares: sulla tripla di Hanga è -10. Ma ora il Partizan attacca bene la zona e i tiri dall’arco entrano con grande continuità e allora il vantaggio continua ad essere oltre la doppia cifra. Da una parte 4 falli di Tavares dall’altri 4 di Lessort: i primi pesano molto di più. Le speranze madrilene sono legate esclusivamente a Tavares e allora il capoverdiano rimane in campo, mentre Exum, sfidato dall’arco, continua a segnare. L’ennesimo ruggito di Rodriguez dà il -9 e la speranza ai compagni.

Entrare negli ultimi 10′ sul-7 è un affare per i blancos. La zona di Mateo continua a dare frutti e ora l’energia del Real si fa sentire e la rimonta sembra sempre più possibile: uno scenario fino a poco prima improbabile. Intanto escono per falli Ndiaye e Smailagic, mentre il Chacho continua a martellare dall’arco. La tripla di Hezonja porta il -2: ora è equilibrio grazie alla grande zona mista creata da Mateo. E’ Chacho-show ed è 81-81 a poco più di 6′ dalla fine. E allora anche tripla di Llull e, dopo una vita, vantaggio Real sull’86-83.

Tripla di tabella di Punter, triplazo di Hezonja: la partita sta diventando energia pura e spettacolo incredibile. L’energia è tutta blanca e ancora Llull trova una mandarina pazzesca sulla sirena: 95-87! Quando tutto sembra finito LeDay dà il -3 ai suoi e ancora speranza ai serbi quando manca meno di un minuto alla fine. Il Partizan recupera la palla, Punter ha la tripla del pareggio, ma sbaglia. E il Real Madrid compie una rimonta pazzesca, vince gara 5 e serie dopo essere stato 0-2 e vola a Kaunas!

Partizan: si è spenta la luce sul più bello, ma applausi a prescindere

Obiettivamente all’intervallo, ma anche a metà terzo quarto, nessuno pensava che il Real Madrid potesse ribaltare la partita e vincerla. Innanzitutto perché i punti di disavanzo erano tra i 10 e i 15 tra le due squadre e poi perché tecnicamente sembrava che i blancos non avessero armi per impensierire i serbi oltre al solo Tavares che però era in campo con 4 falli da metà del terzo quarto appunto.

Poi qualcosa è cambiato e ne parleremo anche nel punto successivo per quello che concerne i meriti del Real. Però qualcosa è venuto a mancare da parte del Partizan. Sicuramente l’attacco che ancora una volta si è fatto imbrigliare dalla zona e che, diciamolo, non è mai riuscito a trovare un antidoto alla zona in tutta la serie. Questo perché, forse, a parte Punter il Partizan non ha tiratori puri a roster e allora tutto diventa più difficile in questo modo contro una zona.

E stiamo dicendo questo nonostante il Partizan abbia tirato col 51.7% da tre punti. Ma il 37.5% da dentro l’arco è troppa poca cosa (di fatto i serbi non hanno mai segnato dentro l’area: il che vuol dire che sono mancati i punti di LeDay).

Ma le colpe maggiori in quegli ultimi drammatici 13 minuti sono in difesa. La qualità e l’intensità difensiva nel secondo tempo è drasticamente diminuita concedendo canestri facili e quindi fiducia agli avversari: 39 punti concessi nel primo tempo, 47 nel secondo. Che non sono pochi se i punti segnati crollano da 55 a 39 tra prima e seconda parte di partita.

Il ritorno di Punter è stato sublime e tutti hanno potuto constatare quando sia un giocatore determinante in Eurolega e quanto il Partizan avesse bisogno delle sue capacità di segnare in situazioni di giochi rotti e di creare densità attorno a lui: 28 punti con 7/13 dall’arco. Rispetto alle gare precedenti è venuto un po’ a mancare LeDay e questo si è fatto sentire per la sua capacità di creare pericolosità in area, cosa che i bianconeri oggi non sono quasi mai riusciti a fare.

Detto ciò, la stagione del Partizan rimane splendida e questo va ribadito. Lavoro straordinario fatto da coach e giocatori durante l’anno in un percorso di crescita che è stato continuo ed esponenziale. Ma l’amarezza c’è perché le Final Four sono state veramente a pochi millimetri. E, obiettivamente, la sensazione che, dopo quel tristemente noto finale di gara 2 qualcosa sia girato, c’è.

hezonja Real Madrid Partizna

Il Real Madrid non muore mai: i veterani vincono una volta di più

I blancos questa volta sembrano veramente morti e sepolti. Sia all’interno della serie che della singola gara 5. Nella serie perché nessuno aveva mai ribaltato uno 0-2 dopo aver perso entrambe le prime due gare casalinghe. La seconda perché sul -17 l’impressione che il Real potesse vincere la gara era nulla praticamente.

Ancora una volta gran parte del merito va a Chus Mateo che, in questa serie, ha dimostrato più volte quale grande allenatore sa essere, soprattutto a livello tattico. Senza nessun lungo affidabile su cui contare fatta eccezione per Tavares, si affida a una zona mista, di fatto una box-and-one, appiccicando Llull su Punter e togliendo qualsiasi tipo di fluidità ed efficacia all’attacco dei serbi.

Poi il resto lo hanno fatto i veterani con le loro giocate e la loro energia che hanno trascinato tutti gli altri. Posto che vincere una partita di questo peso specifico con in campo nel momento decisivo contemporaneamente Llull, Rodriguez e Fernandez conferma ancora una volta il fatto che in questo sport nel 90% dei casi le partite le vincono i campioni.

Nonostante tutto quello che si possa dire i meriti a Mateo e al Real vanno dati. Perché questa sera probabilmente partivano sfavoriti. Il Partizan arrivava al WiZink al completo dopo aver recuperato anche Punter, mentre Madrid doveva affrontare la sfida senza due dei tre uomini che spostavano di più in questa serie come Deck e Yabusele, oltre anche a Poirier. Praticamente col solo Tavares sotto canestro che poteva fare la differenza o comunque impensierire gli ospiti.

Quindi grande merito al lavoro del coach. Poi ci sono la garra di Rudy, le mandarine di Llull ma soprattutto la prestazione celestiale del Chacho Rodriguez che, dopo una stagione incolore in cui sembrava sul viale del tramonto, nel momento più importante della stagione ha tirato fuori una prestazione da fuoriclasse assoluto tra questa partita e gara 4. 19 punti, 3 rimbalzi e 6 assist in poco più di 19 minuti di impiego. Ma, soprattutto, sempre e comunque la scelta giusta.

Si sapeva che il Real Madrid è una squadra che non muore mai, ma questa volta, al netto di tutte le polemiche che ci possono essere e ci saranno, ha fatto ancora qualcosa di impensabile. A Kaunas sarà ancora clasico in semifinale e noi non vediamo l’ora di potercelo gustare!

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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