Colpo Trento, la Reyer cede a Spagnolo e si ferma a quota 7

Lele
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Partita bellissima con grande energia e qualità offensiva, con Trento che si regala il bis contro la Reyer e sigilla la qualificazione ai playoff con una prova davvero eccellente. A decidere il match della BLM Group Arena sono i 2 liberi di Matteo Spagnolo ad 1″9 decimi dalla sirena finale: lo stesso epilogo del match giocato al Taliercio all’andata, con il play a decidere il match con un runner nei secondi finali. Con questo ko Venezia si ferma a quota 7 vittorie in fila ed ora dovrà battere Treviso per avere speranze di quarta posizione.

86-84 il finale per i bianco-neri, che hanno 4 giocatori in doppia cifra ed un ottimo impatto dalla panchina di Udom, mentre gli oro-granata hanno solo 11 punti complessivi dal duo Spissu-Willis, troppo pochi per due giocatori cardine del sistema di Spahija. A determinare è la lucidità finale, con Venezia che ha avuto un momento offensivo di appannamento ed una difesa non solida come nelle precedenti uscite. Bramos e Parks i migliori per i lagunari.

LA REYER SI FERMA A 7, TRENTO VINCE NEL FINALE

La partita

Una partita a strappi, con la Reyer avanti per larghi tratti e spesso in fuga, ma che ha avuto il demerito di non chiudere i conti. Il primo quarto è filato via liscio con Trento a non trovare praticamente mai il canestro complice la grande difesa dei lagunari, mentre gli oro-granata con Parks, Bramos, Tessitori e Granger dopo un avvio contratto siglano un deciso allungo che si è allargato alla doppia cifra di margine del 10′ sul 12-22.

Nel secondo quarto Udom, Grazulis e Crawford ricuciono il disavanzo sino al -4, ma Brooks e Tessitori riportano a due possessi pieni il vantaggio ospite. Un 12-3 a chiudere il quarto e rovesciare l’inerzia però cambia le carte in tavola: Lockett, ancora Crawford ed Atkins portano al comando delle operazioni la squadra di Molin, che all’intervallo si trova sopra 41-40.

Nel terzo quarto una precisione balistica non indifferente porta ad un nuovo scossone: la Reyer si affida a Bramos, Granger, Tessitori e Parks per una pioggia di triple che spezza nuovamente il ritmo alla Trento di Molin e che riporta avanti gli ospiti alla soglia della doppia cifra (+9). In quel momento però la colpa è quella di non aver spaccato il match, dando a Trento le occasioni di rientro. Forray con Grazulis e Spagnolo però rimette la testa avanti con un break decisivo di 13-2, prima del siluro da lontanissimo di Spissu per il +1 ospite al 30′.

Nell’ultimo quarto si procede con equilibrio totale sino al 38′, quando Spagnolo e Lockett confezionano un break di 6-0 che manda Venezia spalle al muro. La qualità lagunare però è pregiata, l’attacco torna a produrre ed ecco che in un amen un contro-break di 1-7 riscrive parità assoluta. 84-84. Un’ingenuità di Parks, che spende fallo su uno Spagnolo molto ben francobollato da Bramos decide il match: i 2 liberi del play vanno a segno, la preghiera di Granger va lontana dal ferro ed ecco che il colpo dell’Aquila è servito sul finale di 86-84.

PARKS, OTTIMA PROVA DELL’EX TREVISO

Reyer, partita a strappi e difesa poco fisica

La Reyer che perde la partita a Trento non è certo tutta da “buttare”. Gli oro-granata nel complesso non giocano un match negativo nel complesso, ma hanno la principale “colpa” di non aver ammazzato la partita nel momento in cui dovevano farlo. Se il primo break sul +10 del primo quarto si poteva ritenere un ottimo inizio e non di più, il +9 del 26′ doveva essere considerato come break utile per incanalare la sfida e non un episodio.

Dunque, il problema primario della sconfitta alla BLM Arena è questo, con un killer instict venuto a mancare nel momento topico ed un attacco che si è inceppato per più di qualche minuto. Certo, se davanti realizzi 84 punti è una questione secondaria, ma è altrettanto vero che gli oro-granata hanno vissuto di fiammate, di folate e non di costanza, andando a trovare delle situazioni di “vuoto” che andranno risolte. Se giocare a quei ritmi era impensabile salvo chiamarsi Golden State, è altrettanto vero che Venezia poteva fare di più negli ultimi 5′.

D’altra parte, la metà campo difensiva della squadra di Spahija funziona solo nei primi 10′ dove Trento è stata in grado di realizzare soltanto 12 punti, mentre per il resto le difficoltà sono state evidenti. Un passo indietro rispetto alle ultime uscite, con Spagnolo e Flaccadori a creare superiorità contro i pari ruolo lagunari ed un pacchetto lunghi in netta difficoltà contro Atkins, Grazulis ed un Udom dall’ottimo impatto.

Troppe le azioni veneziane chiuse con un canestro e con i bianco-neri a ripartire in contropiede realizzando nei primi 10″ a bruciare una difesa distratta. Ciò che probabilmente è mancato è l’impatto fisico sul match, perché qualitativamente è indiscutibile l’ottima prova (21 assist di squadra), una cosa che andrà certamente rivalutata in chiave playoff considerando che squadre come Sassari o Tortona non perdonano difese fragili.

A livello di individualità non è tutto rose e fiori: Spissu e Willis hanno disputato una prova difensivamente negativa ed a livello realizzativo molto al di sotto degli standard, anche se in termini di regia il play sardo ha funzionato bene. Di positivo sicuramente l’impatto iniziale di Brooks dalla panchina ed un Bramos che contro Trento trova spesso e volentieri motivazioni extra. Il solito Parks e Tessitori (anche se a strappi, specialmente l’azzurro) sono tra i migliori. Il livello della panchina in generale ha avuto un impatto troppo ondivago ieri sera, rispetto al match con Varese.

BRAMOS AL TIRO, UNO DEI MIGLIORI PER LA REYER

Trento, contro la Reyer sempre motivazioni extra ed è Spagnolo la costante vincente

La Trento che affronta la Reyer andrebbe studiata: la squadra di Molin dopo un primo quarto negativo e modesto gioca 30′ davvero ottimi contro una squadra in grande fiducia, mostrando enorme orgoglio ed una voglia di non lasciare i 2 punti sul tavolo che va oltre tutto. Forse – scherzando – verrebbe quasi da dire che a questo punto i bianco-neri potrebbero domandare di giocare il 100% delle partite contro Venezia in campionato.

Motivazioni extra da sfida d’altri tempi, Trento contro Reyer non è una partita, è una classicissima del basket italiano degli ultimi 10 anni, che ha regalato gioie (enormi) ai lagunari ed ai bianco-neri… chi cerca di nascondere questo dettaglio ha poca memoria sul tipo di clima che si respira normalmente negli incroci tra le due squadre nonostante i grandi cambiamenti di roster e non solo. Non sarà più la sfida tra Hogue e Vidmar o Stone e Craft, ma quelle tra Tessitori ed Atkins, cose diverse ma con la volontà di vincere, sempre. Perché dopotutto è una classica.

Tornando all’analisi della partita è evidente che Trento ha giocato con enorme cuore e tanta pulizia di gioco offensiva oltre che con un senso altissimo di appartenenza, altrimenti le due rimonte da -10 prima e -9 poi non si sarebbero concretizzate rapidamente. Certo, l’impatto fisico ed atletico di Atkins è decisivo nella partita, ma la difesa opposta all’attacco lagunare nei momenti topici del quarto quarto sono davvero di grande livello.

Il talento individuale di Matteo Spagnolo decide nuovamente la contesa, come già successo in occasione del match del Taliercio. Lì un runner dell’ex Cremona stese la Reyer, ieri ci ha pensato con una coppia di tiri liberi a piazzare il colpo contro la squadra di Spahija, la più in forma dell’intero campionato. Ma è l’impatto crescente di Lockett, Grazulis e Flaccadori oltre al già citato Atkins a svoltare la serata, regalando così una serata di gioia al pubblico trentino.

Uno spot per il basket con attacchi molto belli e – magari – difese più tenere, ma Trento-Reyer regalano sempre grande spettacolo per intensità e qualità, cose poi confermate ieri nella penultima giornata di una Regular Season che si sta consumando e che ancora deve dire chi raggiungerà la quarta, la quinta e la senta posizione in classifica.

SPAGNOLO AL TIRO CONTRO TESSITORI, GRANDE PROVA DELL’AZZURRO

Foto Credit Reyer, Trento e LBA

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Lele

Atleta amatoriale e giudice di gara, appassionato di atletica e basket
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