Il Fener e il Pireo in fiamme, a segno l’agguato all’Olympiacos

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L’Olympiacos tradisce un ottimo inizio, il secondo atto della serie è scacco turco ad Atene

Un colpo in trasferta di portata per nulla consueta, un ribaltone inatteso, è questo e tanto altro l’esproprio di autorità a tinte gialloblù nel cuore del Partenone. Il Fener di Itoudis si impone di rincorsa sui favoritissimi padroni di casa dell’Olympiacos per 82-78 e impatta la serie.

Dopo un inizio impetuoso greco, i turchi hanno infatti trovato le chiavi per calarsi nei giusti meandri della sfida e si sono dimostrati coriacei nel finale.

La nostra versione sull’importante capitolo della serie non può non passare per la triplice lente d’ingrandimento di Eurodevotion.

Reminiscenze di balli passati

L’inizio del match sembra essere il prosieguo al ritmo di ‘sirtaki’ del precedente incontro, la palla fluttua tra le mani dei giocatori dell’Olympiacos e subito elegge a suo tedoforo cestistico lo stesso di 48 ore prima.

Isaiah Canaan è ancora fromboliere ispirato dalla distanza e scandisce un martellante 10-1 biancorosso in avvio. Walkup, determinato capobranco, guida i suoi e ammorba ancora una volta Dorsey con il suo carnale bracconaggio.

L’esaltazione presto si sopisce, il Pireo sornione gestisce il vantaggio, mentre i turchi sbattono contro una difesa oliatissima che si aiuta e che aggredisce gli spazi avversari con spietatezza. Mckissic e Sloukas sentenzieranno con un mortifero uno-due dalla distanza il 24-10 dei primi 10′, responso che il tempo renderà illusorio.

Edwards 16 points against Olympiacos - G2 Playoff - Eurdevotion

Il sasso nello stagno che smuove le acque gialloblu è Carsen Edwards, colui che già in Gara 1 aveva fatto vedere di essere una delle poche carte giocabili nel backcourt di Itoudis. L’ex Celtics beneficia di un attacco che cerca di muovere la difesa e trova finalmente qualcosa che possa pagare la cauzione per tutti, l’americano incarna e si nutre di una transizione caparbiamente cercata dagli ospiti, che salgono di aggressività progressivamente.

La difesa di cambi e grande collaborazione frena di molto l’offesa ellenica, il pallone viene captato nei pressi del ferro da quegli stessi giocatori che avevamo raccontato essere stati imprecisi nel primo atto. Dal-16 è parziale di 20-8 Fener, che condurrà poi, alla metà, il punteggio sul 37-34 in favore dei padroni di casa. In 10′ si racconta tutta un’altra storia.

Le guerre persiane

Di rivalità greco-anatolica quella parte del mondo che va dall’Egeo ai Dardanelli ne ha viste tante edizioni, un conflitto culturale e identitario che va dai tempi degli antichi persiani alla guerriglia kemalista e non solo. Dopo l’intervallo in campo è stata una sfida a viso aperto, le cui gesta eroiche nel finale sono assimilabili alla leggenda delle guerre persiane.

All’inizio della ripresa la gara è un po’ bloccata, i greci provano il mini-allungo, ma sono riacciuffati, i turchi si aggrappano ancora ad Edwards, che presto casca nella trappola dei falli. Insomma, si tratta di un Fenerbahçe all’assedio, contro un Oly che rimane in sella, senza più esprimere la capacità emozionale di guidare la gara.

Vezenkov è grande protagonista, si prende responsabilità e cerca di scavare solco, sebbene i greci non riescano a trovare circolazione e brillantezza di manovra. Il bulgaro infila nove punti per tenere la testa fuori dall’acqua dei suoi, compresa una tripla folle sulla sirena del terzo quarto, ma i turchi non mollano in una partita molto fisica, interrotta da tantissimi fischi.

L’ultimo quarto è trionfo eroico del talento e del carattere individuale. Tante giocate di spessore agonistico, a cominciare da Guduric e Hayes-Davies, che scuotono con due bombe il Pireo e trovano il primo vantaggio ospite a 8′ dalla fine.

Ma ancora, è il turno dell’Olympiacos. Mckissic è un treno in corsa, locomotiva metafora del positivismo, Sloukas è avanguardia rivoluzionaria e fa parlare di sè per la prima volta nella serie, turlupinando in sequenza la retroguardia turca. Sembra l’accenno di uno di quei “momenti da Oly”, ma è un sirtaki individuale, non di sinuosa collettività.

Motley è demoniaco nel pitturato, Guduric agisce da burattinaio e sa sempre chi imbeccare, dopo aver portato il suo diretto difensore dove vuole. Gli ospiti approcciano il finale con il tesoretto del vantaggio, l’MVP in pectore ha l’occasione per pareggiarla in un concitato finale, ma, dopo che i compagni lo hanno messo nelle condizioni di sfruttare un chiaro mismatch, il bulgaro sconsideratamente si accontenta di un tiro impiccatissimo dalla lunga.

Dorsey vola in fuga per la vittoria, Itoudis esce con le mani alzate dalla maratona di Atene.

L’evoluzione offensiva del Fener e il futuro della serie

Lo scacco al re del Fenerbahçe inguaia l’Olympiacos, violato nel fortino domestico e costretto a sperare nella sopravvivenza ad Istanbul, diventa quindi parecchio interessante una serie che poteva apparire un po’ unidirezionale visti gli scontri stagionali finora raccontati.

I turchi la vincono con un attacco decisamente più incisivo di quello di quarantott’ore prima (31 punti nel quarto decisivo al Pireo è affare per pochissimi). La prova offensiva ospite non è stata celestiale alla massima potenza, ma semplicemente molto più pulita della precedente, esempio sono la concretezza nella conversione dei vantaggi, nella prova esiziale di Hayes-Davies (15+6+5) e arrembante del solito Motley (15 pt), oppure, ancora più lampante, la prova di Calathes.

L’ex Pana non ha dovuto mai prendersi un tiro scomodo – lui che era stato così crudelmente esposto dai biancorossi in G1 -, rendendo evidente quanto i tiri presi dai gialloblu fossero scelti da loro attacco e non indotti dalle volontà della difesa.

Pescare il jolly della gara di Edwards è scelta vincente, in quanto condizione imprescindibile per avere una pericolosità che dà tutta altra dimensione e tranquillità alle operazioni offensive, l’ardore sui 15 rimbalzi offensivi ha costituito un’altra importante fetta del successo.

Quello che hanno provato queste due partite è che il Fener è capace di fermare la magia offensiva dell’Olympiacos, che è stata in più di un momento sapientemente imbrigliata da Itoudis (14 perse oggi) e questo non può che essere un discrimine decisivo per le prossime ballate della serie. L’Olympiacos deve trovare contromisure e deve essere pronta a pareggiare la spinta dell’orda anatolica che popolerà la Ülker Sports Arena, niente che non sia alla sua portata.

Photo credit: Fenerbahçe Beko Twitter, euroleaguebasketball.net

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