ESCLUSIVO EURODEVOTION – Željko Obradović: D’accordo con Messina, serve una postseason diversa

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Il più grande coach della storia di EL, Željko Obradović, è tornato ad esprimersi ai microfoni di Eurodevotion

Difficile imprigionare in qualche parola Željko Obradović.Caesar‘ della pallacanestro europea nel senso più ampio del termine, in continuità con la dignità imperiale della grande stirpe del condottiero. Zar dei parquet, in ossequio alla sua provenienza, declinazione slava del concetto di erede diretto del triumviro romano.

Trovarselo davanti è un’emozione particolare, inaspettata. Per chi scrive, che l’ha incontrato per la prima volta, ma anche per chi gli ha rivolto la maggior parte delle domande, uno come Alberto, che bazzica i parquet di Eurolega da qualche tempo più del sottoscritto. Slalomeggiando tra i componenti dello staff serbo, con il loro inglese ruvido e il loro sorriso incerto, abbiamo aspettato la fine dell’allenamento bianconero sul Cesare Rubini Court, alla vigilia dell’atteso match tra Partizan e Olimpia.

Anche solo qualche minuto con “Žoc” dopo l’allenamento dei suoi è semplicemente un privilegio. In un perfetto italiano, il fenomenale Coach serbo si è intrattenuto con noi su contenuti preziosi, a cominciare dai suoi pensieri sull’Euroleague di quest’anno e dagli sviluppi che la competizione a suo avviso dovrebbe avere nel futuro. L’Olimpia, il Partizan e il suo basket, infine, gli altri argomenti su cui ha speso le sue parole mai banali.

Alberto con Obradovic - Eurodevotion

Avete iniziato la stagione non al meglio, poi la crescita è stata costante. Il miglioramento più significativo mi pare sia arrivato in difesa, non tanto a livello individuale quanto di connessione tra esterni e lunghi, che oggi lavorano bene insieme. Ad esempio come avvenuto a Bologna martedì sera, quando avete chiuso l’area molto efficacemente. Ci descrivi questo percorso?

«Sì, il miglioramento difensivo c’è stato, abbiamo sistemato diverse cose ed è vero che la maggior parte delle partite vinte è arrivata quando abbiamo difeso meglio. Nelle difficoltà iniziali ha contato anche l’assenza di Avramovic e Smailagic».

C’è un giocatore che ci piaceva molto da tempo, ma che non aveva sperimentato molto la posizione di playmaker nei club nel suo passato, adesso è migliorato tantissimo principalmente nel suo decision making ed è Dante Exum. Ci racconti un po’ della sua evoluzione?

«In estate ho parlato molto con lui, ho anche parlato con Sarunas (Jasikevicius), nella mia testa e per come l’ho visto lui era solo e unicamente un play. Quando ne abbiamo discusso, anche lui la vedeva così. A lui piace molto giocare questa posizione e gioca solo questa, ha giocato una sola partita in coppia con Madar o Avramovic, sta facendo davvero bene».

Il tuo Partizan ha sino ad ora il miglior attacco in termini di “Offensive Rating”, decisamente avanti rispetto alle altre…

«Sì, attacchiamo spesso bene, ma la cosa importante in generale è far lavorare la difesa. Si dice sempre che la miglior pallacanestro è quella fatta da molti passaggi, sono d’accordo, ma io non dirò mai ad un mio giocatore che non va bene prendersi un tiro quando è libero».

Tra l’altro se guardiamo al numero di possessi per gara non siete certo tra le prime (ndr 14mi), il che mi fa pensare che entrate rapidamente nei giochi e fate lavorare appunto la difesa senza necessariamente accelerare le conclusioni.

«Assolutamente! Cerchiamo proprio di iniziare i possessi con ritmo sin da subito, anche perchè sono nostre caratteristiche, provando sempre a mettere sotto pressione le difese il più possibile».

Avete un calendario molto difficile, giocate le ultime contro tutte le prime quattro. I playoff sono un traguardo importante per tutti, secondo te è così fondamentale per il Partizan fare i playoff, oppure guardi semplicemente partita dopo partita?

«Abbiamo guardato a migliorare partita dopo partita sin dall’inizio della stagione, stiamo molto bene dove siamo. Abbiamo possibilità per i playoff, c’è un calendario che è molto difficile… in questo mese affrontiamo sette squadre che sono state campioni d’Europa. Abbiamo giocato qualche giorno fa con Split, ieri con la Virtus, adesso con Milano, poi Efes, Olympiacos, Real Madrid e Panathinaikos. Conosciamo bene gli ostacoli che abbiamo, ma crediamo in noi stessi e pensiamo gara dopo gara. Credo che Milano sia nel miglior momento di tutta la stagione, vediamo cosa faremo domani…»

Come ti spieghi le difficoltà di Milano, solo con gli infortuni?

«Io credo che questa sia la prima cosa senza dubbio. Ha avuto tanti problemi e tanti giocatori fuori, non è mai facile se ti mancano 2-3 giocatori fondamentali».

Qual è una cosa, una situazione di campo, che oggi con il tuo Partizan fai e che avresti potuto fare anche trent’anni fa con lo stesso successo e una che invece facevi trent’anni fa e oggi non potresti mai riprodurre?

«Ci sono tante cose che sto facendo che avevo fatto il mio primo anno come allenatore del Partizan (1991, ndr), ma ci sono tante altre cose che in questo momento non faccio. La pallacanestro cambia, anche nella stessa gara uno prepara un piano partita ma deve essere sempre pronto a reagire, stare attento e capire dove ha vantaggio e svantaggio. E’ così, ci sono tante cose diverse, ma anche alcune che non cambiano mai».

E’ l’Eurolega più bella di sempre, o soltanto quella più equilibrata?

«Più equilibrata sicuro, ed è anche questo che piace alla gente. In Eurolega ogni gara è importante, è davvero così. Sono d’accordo con quello che ha detto Messina, dobbiamo fare anche per questo qualcosa di diverso, fare in modo che siano dodici le squadre ad andare ai play-off, con le prime quattro che riposano e dalla cinque alla dodici giocano l’accesso ai quarti. Così può essere ancora più interessante, soprattutto guardando ad una stagione come questa, dove praticamente tutti hanno ancora possibilità di andare ai playoff. Non era così prima».

Ti aspetti dei cambiamenti immediati nel format di Euroleague, magari quei “play-in” di cui si parla proprio in questi giorni?

«Mi aspetto una cosa fondamentale, un accordo tra Euroleague e Fiba perchè non si può andare avanti così. Io credo che i giocatori debbano avere almeno 45 giorni di riposo!»

Photo credit: euroleaguebasketball.net

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