La Virtus spegne la Reyer nella ripresa con i 21 Belinelli ed i 19 Shengelia

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Una prova mastodontica del sempreverde Marco Stefano Belinelli impone lo stop alla Reyer contro la sua Virtus e permette ai bianco-neri di guardare la sfida tra Tortona e Trento con grande interesse, attendendo dunque la rivale della semifinale. Una partita maiuscola quella del ragazzo di San Giovanni in Persiceto, che ne mette 21 con un pazzesco 6/7 dall’arco, anche con la partecipazione di una difesa oro-granata che non è stata impeccabile in marcatura.

La truppa di Scariolo soffre e non poco per 20′ la presenza a rimbalzo dei lunghi lagunari oltre ad un continuo pick and roll tra piccoli e lunghi, rimanendo sostanzialmente a contatto grazie alla scarsa vena di Spissu e compagni da lontano (21% all’intervallo). Nella ripresa i bianco-neri riescono a contenere al meglio Venezia togliendone fluidità offensiva, chiudendo l’area ed anestetizzando di fatto quel gioco a 2 che ha caratterizzato il primo tempo. Le giocate di Teodosic, Shengelia e Belinelli spaccano il match, che fila verso il definitivo 82-68.

La sfida del Pala Alpi Tour è la seconda in stagione tra le due formazioni ed è anche il secondo successo della Virtus contro la Reyer: in campionato si sono infatti imposte le V-Nere negli ultimi secondi grazie ad una tripla di Teodosic. Questa volta la partita è equilibrata solo per 25′ prima della fuga definitiva, che non permette a Venezia possibilità di giocarsi le sue chance fino in fondo.

IL FINALE DEL MATCH TRA VIRTUS E REYER

La partita

Primo tempo equilibrato quello tra Virtus e Reyer, con gli oro-granata che comandano la sfida dagli ultimi istanti del primo periodo fino alla fine del secondo quarto pur senza mai trovare un vero allungo deciso che sarebbe stato probabilmente meritato per attenzione sulle due metà campo e per una pulizia di gioco che poche volte si era vista quest’anno. Il +6 firmato da Ray è il massimo vantaggio lagunare, che sarà però ridimensionato dalla squadra di Scariolo nel finale.

La scarsa percentuale dall’arco impedisce – prima – la fuga a Venezia e – poi – la affossa negli ultimi 15′: 2/14 negli ultimi 20′ per i ragazzi di Spahija, con una arrivata a babbo morto negli ultimi secondi e quindi inutile per il risultato del match. I bianco-neri di Scariolo hanno giocato sulla scarsissima percentuale da lontano della squadra lagunare andando a riempire l’area alzando il quintetto con Jaiteh, Shengelia e Weems in campo insieme: il dominio fisico felsineo mette in difficoltà Spissu e compagni, che non reggono l’urto e vengono spazzati via.

Un break di 15-0 a cavallo dell’intervallo indirizza il match, con Teodosic che ne mette 7 in fila dando il là alla fuga virtussina, alimentata poi da Shengelia e definita dal vero MVP del match quale Marco Belinelli. Nell’ultimo periodo gli oro-granata si aggrappano all’energia di Parks, che però è troppo solo e non riesce ad imprimere un marchio che possa rovesciare nuovamente l’inerzia del match.

SHENGELIA A CANESTRO: GRAN PROVA DEL GEORGIANO

Belinelli, Shengelia e la difesa: la Virtus la raddrizza e vince di squadra

Ad un certo punto probabilmente tanti tifosi della Virtus avranno pensato alla sfida di ieri tra Milano e Brescia ed avranno pregato di non subire lo stesso upset che ha subito la squadra di Messina considerando che la Reyer era avanti dominando sì a rimbalzo, ma con percentuali disastrosamente brutte dall’arco: certamente la squadra oro-granata per qualità del roster era un avversario impegnativo e molto ostico, ma è pur vero che il livello di gioco mostrato fino ad ora non era quello sperato.

Insomma, le preoccupazioni per i tanti tifosi bianco-neri assiepati in tribuna si sono spente ed assopite dopo l’intervallo, quando Teodosic da solo ha prodotto un break di 7-0 che ha messo le V-Nere avanti di 5: l’inizio di una cavalcata inesorabile per i ragazzi di Scariolo, l’inizio di una fine lenta per i ragazzi di Spahija, che si sono definitivamente spenti nell’ultimo periodo precipitando sotto in doppia cifra.

La squadra bianco-nera ha dominato la ripresa per energia, attenzione difensiva e senso di squadra: un aggiustamento difensivo impostato nell’intervallo da coach Scariolo ha tolto il pick and roll tra play e pivot a Venezia, che stava facendo malissimo con il duo De Nicolao-Granger ed un Watt molto propositivo nei primi due periodi. 9 assist combinati tra il play padovano e l’uruguagio: fosforo e solidità a mettere in difficoltà un Jaiteh imbambolato e molto negativo nella fase difensiva.

Nel secondo tempo oltre ad una difesa precisa sui pick and roll è arrivata una maggior attenzione agli 1 vs 1, che sono stati di fatto tolti agli oro-granata, fatto salvo che a Parks e Ray, con Venezia forzata a sparare dall’arco senza trovare la via del canestro in 12 delle 14 conclusioni tentate. Un rischio preso da coach Scariolo che ha pagato: è stata tolta fluidità al gioco oro-granata forzandola a tirare molte volte da 3, con il pallone che non è mai entrato di fatto.

Nella metà campo offensiva i bianco-neri hanno giocato con maggior intensità e con grande condivisione: maggior presenza a rimbalzo e grande qualità nell’attaccare gli 1 vs 1, che hanno messo in crisi i lunghi e gli esterni di Spahija. La fisicità di Shengelia in post contro Parks ha permesso al georgiano di segnare 11 punti nella ripresa, molto ben coadiuvato dal solito Belinelli: il 6/7 dall’arco dell’ex NBA ha fatto da apri-scatole, punendo dei close-out molto scarsi e pigri degli oro-granata, che dimostrano lacune preoccupanti.

BELINELLI: PROVA MAESTOSA DELL’ESTERNO VIRTUS

Reyer a ritmo basso: tolto il pick and roll si è spenta la luce

La Reyer gioca un primo tempo estremamente solido trovandosi in vantaggio spesso e volentieri, con la pecca di non esser mai riuscita a produrre un break che poteva davvero indirizzare la partita: il 21% da lontano degli oro-granata (4/17) al 20′ è dato che tiene la Virtus a stretto contatto nonostante un dato a rimbalzo che puniva i lunghi di Scariolo. Brava Venezia da par suo a giocare il suo tipo di pallacanestro nonostante i ritmi non elevatissimi: pochi fronzoli, tanto pragmatismo ed esecuzione importante nei pick and roll chiusi in maniera eccellente da Watt.

La regia affidata a Granger ed al fosforo di un positivo De Nicolao mette in crisi i lunghi virtussini, costantemente divorati da Watt e sempre presi in mezzo o in ritardo nella fase difensiva, ma è un gioco che dura fino all’intervallo: dal 20′ in poi un aggiustamento proposto da Scariolo toglie a Venezia questo tipo di giocata forzandola a tiri dall’arco che continuano a non entrare. Subentra scoramento, la testa si scollega/spegne ed il gioco è fatto: non è ancora la squadra di Spahija, come ha ammesso lo stesso coach croato nel post partita.

Una maggior presenza bianco-nera a rimbalzo ha tolto l’attacco in transizione ai lagunari, marchio di fabbrica di Spahija: la fisicità di giocatori come Shengelia, Hackett, Weems e Camara mette in difficoltà i pari ruolo oro-granata, che trovano linfa solo nelle giocate di un ottimo Parks: per l’ex Napoli doppia doppia da 18 e 10 rimbalzi, a conferma di un ottimo momento di forma. La vena realizzativa tendente a zero di giocatori come Spissu, Tessitori e Granger è una cosa che a lungo andare si paga.

Gli accoppiamenti difensivi con Parks su Shengelia non funzionano, il georgiano domina in ogni fondamentale producendo il break decisivo: poteva forse essere maggiormente impiegato Willis, che – nonostante una fase offensiva troppo a sprazzi – si stava disimpegnando bene in difesa sul georgiano. 34 punti incassati nel primo tempo, 48 nella ripresa, con Watt passivo e con un linguaggio del corpo non certo invidiabile: c’è da lavorare per la Reyer targata Spahija.

WILLIS, UNO DEI MIGLIORI NEL PRIMO TEMPO DELLA REYER

Foto Credit: Reyer e Virtus

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Lele

Atleta amatoriale e giudice di gara, appassionato di atletica e basket
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