L’Olimpia della distensione, Baskonia stoppato al Forum

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L’Olimpia si strappa un sorriso di vittoria e sorprende i baschi in casa

E’ un’Olimpia di sorrisi e di distensione quella che torna alla vittoria, destando una discreta impressione contro un Baskonia che non riesce mai a fare presa sulla gara. La vittoria per 89-83 è sorriso, sollievo, tregua.

I biancorossi tamponano quindi un’emorragia da cinque sconfitte di fila, i baschi perdono un’occasione contro il fanalino di coda di Euroleague.

Olimpia torna a vincere - Eurodevotion

Le impressioni sulla ritrovata vittoria biancorossa nel consueto format di racconto di Eurodevotion.

Olimpia, la distensione

Come la Guerra Fredda, la distensione che segue il grande gelo. E’ questa la sensazione che ha lasciato la gara dell’Olimpia contro il Baskonia: tante buone cose, in tanti piccoli dati. Con apparenti svolte negli elementi che più avevano attanagliato coscienze, menti e membra dei biancorossi nelle scorse settimane.

I liberi (15/15), i volti, la cura del pallone, la fiducia e la continuità offensiva. Con un nuovo playmaker, Napier, che sembra avere tutti i crismi per essere una presenza quanto mai importante. Con un atleta, Voigtmann, che per una notte è tornato ad essere il quattro ideale che avevamo visto in azione per anni e anni in Eurolega.

Non è da dire che sia stato tutto perfetto, è chiaro. Certo tante cose molto buone si sono per lo meno intraviste. E’ bastato così poco?

Il dubbio che viene è che la distensione, per ora soltanto timidamente dischiusa, sia solo la conseguenza di un momento in cui ci sia ben poco per essere tesi. Sembrerebbe molto strano che il solo sbarco sotto il Duomo della point-guard ex Uconn abbia, con la semplice imposizione delle mani, magicamente rilassato una squadra contratta e con poche idee, i cui problemi andavano ben oltre la mancanza di un play, seppure fosse mancanza evidente da mesi.

La continuità e il progresso confermeranno tendenze che oggi l’Olimpia non può altro che immaginare di aver avvicinato.

L’americano è stato protagonista di un approccio in punta di piedi, senza forzature, calandosi con volontà e prudenza nel nuovo contesto, per poi salire leggermente di colpi nel finale. L’impatto che può dare all’Olimpia lo vedremo nel prossimo futuro, e, credo, sarà ben più evidente di quello soltanto embrionale di oggi.

Il Baskonia, il ritmo e la difesa

I baschi perdono una gara pesantissima contro un avversario contro cui non avrebbero dovuto perdere, considerato lo status attuale delle contendenti. Ancora una volta di troppo i rossoblù peccano di quella brillantezza che ha contraddistinto i loro migliori momenti e si trovano invischiati nel pieno della lotta playoff.

Chi scrive segue la squadra basca con particolare interesse da inizio anno e mi appare quindi una costante documentata che quando Vitoria abdica, per ignavia o per contingenza, al suo gioco ad alto ritmo, come fatto oggi particolarmente nel primo tempo, le possibilità di successo si abbassino drasticamente, in una maniera che sta penalizzando l’andamento sul lungo periodo della squadra di Penarroya.

Ho chiesto su questo un parere al tecnico di Terrassa in conferenza stampa e, se da un lato ha riconosciuto la preferenza palese dei suoi a vivere le vertigini dei ritmi alti, ha ritenuto però di indicare nella questione difensiva l’ago della bilancia della gara.

Chiaramente davanti al parere di chi ha saldamente in mano il polso della squadra, non possiamo che prendere appunti, seppure la pulce nell’orecchio rimanga. E’ verità indiscutibile che subire 49 punti in un tempo, 71 in tre quarti, sia davvero un viatico poco rassicurante per una vittoria in trasferta. E non se ne possono fare sempre 100 per compensare il disequilibrio…

Quindi forse la migliore risposta è che una difesa che si è già segnalata come capace di ottimo rendimento – ricordiamo primo defensive rating (100,2) nella striscia di vittorie tra undicesimo e sedicesimo round – debba diventare costante e affidabile, quel tanto necessario per supplire la mancata espressione continuativa di flusso offensivo ad alto livello, che effettivamente sarebbe disumano pensare possibile.

L’assetto difensivo migliore a disposizione del Baskonia è chiaramente quello con Costello da cinque – per intercambiabilità, versatilità e opposizione agli esterni avversari – assetto contro cui Messina ha ammesso di aver preparato specifiche contromosse e che non si è segnalato per evidenti successi nel match, inoltre lo stesso lungo americano aveva parlato un giorno fa sui nostri schermi della vulnerabilità basca a rimbalzo offensivo, che anche oggi ha mietuto vittime nelle fasi più calde della gara (4 nell’ultimo decisivo quarto).

Ci sono delle aree problematiche insomma che hanno un certo diritto di cittadinanza da settimane e che saranno decisive quando questa squadra dovrà decidere cosa essere da grande.

Stralci di pallacanestro, istantanee di una partita

La gara è stata in conclusione una sfida gradevole, anche combattuta e con un incerto e appassionato ping pong di vantaggi nelle sue fasi più concitate.

L’Olimpia lavora molto bene dall’inizio nell’annacquare la velocità di esecuzione dei baschi, che si è innalzerà un po’ nel secondo tempo, ma che raramente porterà la consueta “ariosità” alla manovra iberica, infatti restia a generare tiri da fuori di qualità come d’abitudine (25% dai 6,75).

I biancorossi attaccano con pragmatismo e riescono sempre a pescare molto bene le soluzioni vicino a canestro, trovando nei baschi un’opposizione lasca per tutto il match. Darius Thompson tiene a galla i suoi con un primo quarto sublime (10 punti) ed un approccio di consapevolezza incredibile.

Nonostante un paio di svarioni più avanti della gara, è un giocatore che si distingue come sempre in controllo della situazione, di sè e degli altri. Raramente fa la cosa sbagliata e per questo la domanda più calzante su di lui è come mai sia servito così tanto tempo perchè qualcuno gli desse un’opportunità a livello EL.

Voigtmann fa un inizio di presenza, seguirà, finalmente, la mano al tiro (4/6), Davies è bersaglio là sotto e Hines prende il comando delle operazioni. Tonut non eccelle, ma è estremamente partecipe dei meccanismi di squadra.

Un’episodica inavvedutezza dell’Olimpia porta però a ben 6 palloni persi nel secondo quarto, che generano punti facili per i baschi, altrimenti abbastanza sterili in termini di produzione offensiva. Il vantaggio biancorosso si consolida comunque all’intervallo, aprendo alla seconda metà di un Baskonia determinato a tornare sui binari di alto punteggio. Gli spazi si aprono e gli attacchi vengono alimentati con convinzione da ambo le parti.

Le scarpette rosse fanno un ottimo lavoro nel tentativo di inseguire sempre sulle uscite dai blocchi di Howard, braccato da giocatori rapidi (Baron, Tonut, Hall) in grado di tenerlo di gambe e sprintare sugli stagger. Scelta che, nonostante i 18 punti finali, lo porterà a non trovare mai veramente ritmo e che l’Olimpia pagherà addirittura in eccessiva attenzione sullo 0, in rapporto alle disattenzioni sui suoi compagni sulle situazioni di ricciolo correlate, venendo punita in rapida successione. In parte evitabile, ma un prezzo che a mio parere è accettabilissimo pagare.

Ci sarà un duello nell’ultimo quarto di uscite Baron-Howard, che si fronteggeranno in marcatura faccia a faccia nelle rispettive metà campo, cercati come fari nell’oscurità dai due attacchi, come catalizzatori di attenzioni ed esche per altrui vantaggi, più che come punti di ricaduta effettiva nella finalizzazione.

Flash finale è la stessa guardia del Baskonia che attacca scientemente il pick and roll tirando dentro Voigtmann ed esponendo la difesa biancorossa a grandi rischi, per fortuna biancorossa non concretizzati. Messina abbassa il quintetto, risponde con Hall al posto del tedesco e ripiana la vulnerabilità dei padroni di casa.

Manca poco. L’Olimpia farà tutte le giocate giuste e tornerà a sorridere dopo un mese.

Photo credit: Olimpia Milano Facebook, Baskonia Twitter, euroleaguebasketball.net

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