Auguri Reyer! 150 anni di gloria orogranata

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Dai fischi con Pistoia al Paradiso, la Grande Reyer nasce a novembre

Della Reyer semifinalista 2016 rimane un buon numero di giocatori, ma ne salutano altrettanti: non fanno più parte del gruppo-squadra Jarrius Jackson, Michele Ruzzier, Phil Goss, Mike Green, Josh Owens, Jeremy Pargo, Ousman Krubally, Boris Savovic. In laguna approda l’ex Siena Marquez Haynes, il lungo Jamelle Hagins, Ariel Filloy, Tyrus McGee e il vice coach Gianluca Tucci.

L’avvio degli oro-granata non è dei migliori, dopo 6 turni i lagunari hanno nel proprio tabellino 3 vittorie ed altrettanti ko contro squadre non di primissima fascia: il 13 novembre arriva in laguna la The Flexx Pistoia a caccia di punti importanti per la salvezza e può essere la giusta occasione per rilanciarsi. All’intervallo – però – le cose non volgono per il meglio e parte del pubblico fischia la squadra di De Raffaele, sotto 28-37.

Sarà proprio questo momento una chiave di volta della stagione: dal successivo -13 la Reyer si rianima e trova linfa nei suoi cardini della stagione tra difesa e transizione, con un grande secondo tempo (46-25) gli oro-granata svoltano partita e stagione. Da quel momento la squadra lagunare trova grande efficienza e solidità restando imbattuta in Italia per quasi 2 mesi con punto più alto il successo pesantissimo contro la corazzata Milano in un Taliercio carico di entusiasmo.

Dalla sesta di campionato in poi la squadra lagunare perderà altre 6 volte chiudendo al secondo posto la regular season, compiendo un cammino pazzesco in Champions League: nella manifestazione gli oro-granata arriveranno ad un traguardo storico come le Final Four dopo aver eliminato il Pinar Karsiyaka. Contro i turchi la squadra di De Raffaele perde di 3 lunghezze in trasferta, ma il Taliercio diventerà catino bollente la settimana successiva: oltre 3500 persone guideranno la squadra oro-granata alla grande, grandissima impresa con il 74-66 conclusivo.

Nel frattempo – per aumentare fisicità e presenza in campo – la Reyer firma il centrone ex Milano Esteban Batista e – a stretto giro di posta – Julyan Stone: per il giocatore americano è un ritorno a Venezia dopo la stagione 2014-2015 e sarà anche uno dei più importanti acquisti per caratteristiche tecniche.

Dopo le F4 di Champions chiuse al quarto posto i veneti compiono il grande capolavoro in Italia: Pistoia, Avellino, Trento. Questo il percorso che porta in paradiso la Reyer, una squadra rimodellata da coach De Raffaele a suo piacimento anche dopo i due innesti sopra citati e con delle rotazioni molto profonde. McGee risulterà essere l’arma in più dalla panchina insieme ad un Filloy sempre più protagonista ed un Ejim che chiuderà MVP della finale scudetto.

Pistoia uscirà con onore 3-1 dopo esser caduta in Gara 4 grazie ai 33 punti di Haynes, Avellino cederà 4-2 perdendo una drammatica Gara 6 negli ultimi istanti di partita grazie al canestro in sottomano di Filloy. Trento darà grandissimo filo da torcere, si prenderà il fattore campo in Gara 1 ma cederà l’onore delle armi tra una Gara 5 da infarto ed una Gara 6 che si può definire altrettanto tesa.

BRAMOS PORTA LA REYER IN PARADISO, GARA 5 LA VINCE CON QUESTO TIRO. THE SHOT.

Precisamente il 18 giugno 2017 si gioca Gara 5, la Reyer soffre le pene dell’inferno nei primi 20′ ed è sotto 28-38, divorata dalla tensione e dalla fisicità debordante di Hogue. Nell’ultima frazione a 5′ dal termine De Raffaele sfrutta Stone da 5 tattico per asfissiare il centro americano e la mossa si rivelerà vincente. Nell’ultimo minuto succede di tutto: i lagunari tornano a -1 con canestro di Tonut, poi Hogue mandato in lunetta commette un sanguinoso 0/2 ed ecco la svolta.

Bramos – servito da Filloy – spara dal mezzo angolo il missile del sorpasso: è 65-63, il Taliercio esplode di gioia, Trento non concretizzerà l’ultimo tiro e si trova a 40′ dall’inferno dopo aver sfiorato il paradiso. Una beffa atroce per Buscaglia e i suoi ragazzi, l’apoteosi per i ragazzi di De Raffaele che 48h dopo a Trento devono chiudere i conti.

20 giugno 2017. BLM Group Arena completamente esaurita. La sfida infinita tra Trento e Reyer sta giungendo agli ultimi minuti della saga scudetto. 40′ per chiudere i conti per la squadra di De Raffaele, 40′ per sopravvivere per Craft e compagni. Intensità, aggressività, tatticismi, fisicità debordante dalle 2 parti, la sfida si vive sul filo sottilissimo di un equilibrio instabile.

La partita è vibrante, gli oro-granata nonostante un avvio di secondo quarto non facilissimo ritornano in partita e chiudono sotto di un punticino l’intervallo. Nella ripresa ci pensano Filloy, Haynes e Bramos a guidare la fuga, nonostante i locali tentino in ogni modo di restare in partita. Negli ultimi minuti Sutton riporta i suoi a contatto, ma in lunetta Ress e Filloy scriveranno la parola fine.

74 anni dopo e ben oltre le 23.00 in laguna può scoppiare la festa: da Venezia centro Storico alla terraferma, i tifosi della Reyer sventolano gonfaloni, sciarpe, bandiere tra lacrime, abbracci e cori. Non è più la squadra dei Dalipagic-Haywood, bensì quella degli Stone, Bramos, Haynes, Filloy. Il successo di un gruppo diventato squadra nelle difficoltà, il successo delle idee e di un gioco divertente e spumeggiante messo in campo da un grande coach come De Raffaele, il successo di chi ha creduto nel progetto finanziandolo come Luigi Brugnaro. Il successo della Storia, del ritorno ai grandi fasti del Leone di San Marco.

Per chi ha vissuto quella Gara 5 iconica in palazzetto è stato drammatico a livello di sistema cardiocircolatorio, per chi ha vissuto quegli attimi tra il rilascio del pallone di Bramos e la stessa sfera entrare nel canestro con la bocca aperta, le mani in faccia, voltato o con gli occhi chiusi: momenti di Storia che sono e saranno per sempre indelebili come i colori di una società che trasuda storicità e passione come la Reyer.

Per chi ha vissuto il 20 Giugno 2017 direttamente a Trento con bandieroni, sciarpe, corde vocali lucidate per l’occasione, per chi l’ha vissuto in casa da solo seduto in divano o in compagnia fedele di amici, per chi l’ha vissuto nel centro storico davanti ad una birra a soffrire, gioire, soffrire e poi gioire di nuovo, definitivamente. A chi l’ha vissuto in terraferma nei vari locali con bandiere, sciarpe, pezze portafortuna, gagliardetti: è la Storia. E per scriverla ci è voluta una serata in cui tutta Venezia si fermasse a seguire i suoi beniamini, i suoi Uomini. La loro Reyer. Perché 74 anni sono tanti. E per la storia si deve essere sempre pronti.

MARCO CRESPI ED IL 2017, IL COACH EX SIENA RACCONTA LE FINALI DELLO SCUDETTO

(8/14, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

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Lele

Atleta amatoriale e giudice di gara, appassionato di atletica e basket
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