La lavagnetta di ED #5: horns stagger del Real Madrid

Andrea Ranieri
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Sceglie ancora l’Olimpia Milano la lavagnetta di Eurodevotion per la sua analisi tattica settimanale. Gli uomini di Ettore Messina, dopo essere stati (detto onestamente) “piallati” dal Barcellona, ospitano il poco convincente Real Madrid. Noi vi parleremo di horns stagger (le spiegazioni tra qualche riga), ma ora è interessante comprendere quale sia la situazione di due delle formazioni che, sulla carta, corrono per vincere l’Eurolega.

Parliamo di “work in progress” per entrambe. Milano fatica a costruirsi una fluidità offensiva degna dell’immenso talento che il roster ha a disposizione. Dall’altra parte, il Real pare mancare di qualcosa in cabina di regia e ha problemi molto gravi a livello difensivo, con esterni che soffrono molto nell’uno contro uno. E proprio questo difetto è costato ai Blancos la sconfitta casalinga contro la Virtus Bologna. Detto ciò, è tempo di regalarvi lo spunto tecnico sull’horns stagger, anche grazie al contributo di coach Rafi Rubiano.

Come funziona: horns stagger del Real Madrid

Horns Stagger del Real Madrid giocato per Mario Hezonja

Innanzitutto, spacchiamo in due l’espressione “horns stagger” per capire di cosa stiamo parlando. con “horns” si intende generalmente una situazione in cui due giocatori (spesso i due lunghi, ma non sempre), con la palla in mezzo, partono all’altezza delle guardie per offrire una doppia opportunità di pick and roll al playmaker. Gli stagger, come sappiamo ormai a memoria, sono invece due blocchi in fila, spesso di uscita per i tiratori. Qui vedremo degli stagger scaturire da una situazione di horns. Analizziamo dunque il video.

Qui a condurre la palla è Alberto Abalde, che ha davanti la scelta fra un pick and roll tra esterni con Mario Hezonja e uno più tradizionale con Vincent Poirier. La scelta dell’ex Valencia ricade sul croato. La difesa della Virtus decide di fare cambio, ma lo esegue male, perché Milos Teodosic non mette il corpo fra Hezonja e il canestro.

A questo punto dal mezz’angolo destro sprinta Petr Cornelie, che in mezzo all’area piazza un primo blocco per la stella croata. Teodosic passa in mezzo in ritardo e prova a inseguire sul secondo blocco, ma Poirier lo adegua molto bene e Ismael Bako non collabora in alcun modo. Il risultato è che Hezonja esce con quel tanto di spazio che gli basta per arrestarsi a un tempo (i due piedi atterrano insieme) e mettere a segno un bellissimo tiro da tre punti.

Una situazione, questa di horns stagger, che, con varie modalità, si sta diffondendo sempre di più. La particolarità di questa è che il tiratore comincia bloccando sulla palla, e questo genera un primo vantaggio, che viene poi ampliato dallo stagger seguente.

Come si (può) batte(re): horns stagger del Real Madrid

Questo horns stagger è sicuramente abbastanza particolare, ma troviamo che non sia così difficile da difendere. A patto, come sempre, che comunicazione e conoscenza degli obiettivi avversari siano al massimo livello.

Cominciamo dal pick and roll tra esterni: non facciamo cambio; sapendo che si tratta di un blocco di ingresso ci attacchiamo al corpo del bloccante e facciamo passare in quarta (sotto a tutti) il difensore della palla. A questo punto abbiamo contatto fisico con il bersaglio del gioco, il tiratore.

Sullo stagger, in genere, si usa passare in mezzo sul primo (di base è un blocco di lato debole) e inseguire sul secondo. Qua, dobbiamo considerare che la situazione non è questa. Lo spostamento del palleggiatore durante l’horns stagger fa infatti sì che entrambi siano, di fatto, blocchi di lato forte (quello della palla). Noi vogliamo risolvere il problema alla radice e mandare il tiratore dove c’è meno spazio. Avendo già creato contatto dal pick and roll, neghiamo direttamente il primo blocco e il resto della collaborazione. Piano B? Si insegue, rimanendo ovviamente pronti a cambiare in emergenza.

Ora non ci resta che attendere il caso dell’horns stagger esplicitato sul parquet del Forum di Assago.

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