I London Lions hanno rimesso l’Inghilterra sulla mappa

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Il rapporto tra il basket e l’Inghilterra è lo stesso di due rette parallele. È impossibile far sì che si incrocino. Il sistema è poverissimo. Fino allo scorso anno, le squadre della British Basketball League (BBL) hanno operato sotto un salary-cap misero di 250.000 sterline. Tradotto in media, poco più di 20.000 sterline all’anno per giocatore. Agli Europei di settembre, la Nazionale britannica è stata l’unica a presentarsi senza un contratto TV, con le gare trasmesse su una piattaforma streaming. Eppure, l’Inghilterra e Londra sono la nuova terra di conquista per ECA. Un bacino ancora vergine, in cui provare a inserirsi alla ricerca di preziosi nascosti.

Londra e Parigi, i nuovi mercati da conquistare

Introdurre i London Lions nella nuova Eurocup è stata una delle ultime mosse visionarie da commissioner di Jordi Bertomeu. ECA non faceva tappa nella capitale britannica dal 2013, quando la O2 Arena ospitò le Final Four con spalti mezzi vuoti. Eppure, il mercato è potenzialmente enorme. Londra è una città a fortissima vocazione turistica, crocevia di popoli, collegamento diretto con gli Stati Uniti, come confermato anche dalle tante edizioni degli NBA Global Games tenutesi proprio nel meraviglioso stadio del quartiere di Greenwich.

L’huddle dei London Lions

Assieme a Parigi, è l’ultimo pezzo mancante del puzzle di un’Eurolega che sta cominciando a percorrere le strade del business, ricalcando gli insegnamenti della NBA. Nel mondo moderno, lo sport non può più reggersi su stesso. Al valore sportivo deve unirsi quello della piazza, della ricchezza del mercato, dei potenziali investimenti futuri. E non è un caso che, proprio in questi giorni, gli occhi siano già rivolti verso il Medio Oriente, con la concreta possibiltà di fondare una squadra ex-novo a Dubai.

L’anno per crearsi un nome in tutta Europa

I London Lions hanno una storia relativamente recente. La carta d’identità è di soli 45 anni. Nascono nel 1977, come versione britannica dei Los Angeles Lakers, da cui mutuano anche i colori sociali giallo-viola. Gli Hemel Hempstead Lakers, sorti a 24 miglia a nord-ovest della capitale, cambiano più volte nome e location nel corso del tempo. Approdano a Londra soltanto nel 2012-13, pronti a occupare la Copper Box Arena, gioiellino costruito in occasione delle Olimpiadi.

La panchina dei London Lions festeggia una tripla

La squadra diventa presto competitiva nella BBL, il campionato locale. Ma la vera svolta arriva quando la 777 Partners, compagnia statunitense di Miami, acquista il pacchetto di maggioranza della società e investe 7 milioni di sterline per far crescere la BBL stessa. I London Lions, ora, devono guardare oltre. Devono darsi una dimensione internazionale. Costruirsi un nome e un appeal. L’Eurocup è il primo passo. Ma non è un segreto che l’obiettivo finale sia un possibile futuro approdo in Eurolega.

La prima vittoria: i London Lions hanno già fatto la storia

Martedì sera, nel debutto stagionale alla Copperbox Arena, i Lions hanno artigliato il loro primo successo della storia in Eurocup, piegando la nostra Dolomiti Energia Trentino in rimonta. È la prima vittoria di una squadra londinese nel mondo Eurolega dal 2000-01, quando i defunti London Towers batterono all’esordio gli Skyliners di Francoforte. Fu l’unico squillo di un biennio terminato con un record complessivo di 1-23.

Ed è la prima vittoria di una squadra inglese negli ultimi 18 anni. Dal 27 gennaio 2004, quando i Brighton Bears silurarono Cholet 112-103 in due overtime, spinti dai 49 punti di Randy Duck, tuttora record individuale di punti per l’Eurocup. Dopo Brighton, l’unica altra squadra britannica vista a questo livello furono i Guildford Heat (2007-08), tristi protagonisti di una stagione da 0-10, segnata dalla sconfitta più larga di sempre nella storia dell’Eurocup (116-53 contro Badalona, -63).

Il peso specifico della vittoria su Trento è evidente. Anche e soprattutto perché arrivato in una serata segnata dalle assenze delle due star: Sam Dekker, ala con cinque stagioni NBA alle spalle e reduce da un’ottima annata in Turchia al Bahçeşehir Koleji, e Kosta Koufos, super-veterano con 12 campionati d’oltreoceano ed esperienza accumulata anche in Eurolega tra Olympiacos e CSKA.

Un roster da vera squadra europea con ambizioni

Questi due nomi, molto succulenti, coronano una sessione di mercato estiva condotta con grande ambizione. La squadra è stata completamente rinnovata, a partire dalla guida tecnica, affidata a Ryan Schmidt, ex-assistente allenatore dei Raptors 905 in G-League. Si è aggiunta qualità ed esperienza internazionale, con l’esterno canadese Aaron Best, l’ala ceca Vojtech Hruban, top-scorer all-time della FIBA Champions League, e il centro croato Tomislav Zubčić, che porta in dote diverse annate a livello Eurolega.

Luke Nelson al tiro, ha segnato 12 punti contro Trento

Ma i Lions hanno cercato anche di darsi una chiara impronta locale, riportando alla base ciò che il basket inglese può offrire di meglio in questo momento storico. Da Tarik Phillip, playmaker passato per Venezia nella scorsa stagione (ma ora out per un infortunio a un ginocchio), a Luke Nelson, tiratore protagonista anche a Eurobasket e con trascorsi in Spagna e Francia, a Mo Soulade, visto a lungo in ACB e anche per qualche gara in Eurolega con Malaga, a Ovie Soko, l’elemento più intrigante, con un trascorso anche a Brindisi e determinante nel successo su Trento (22+14 rimbalzi per 39 di valutazione).

I London Lions hanno rimesso il basket inglese sulla cartina del basket europeo. Ora avranno la forza sufficiente per trasformarsi in una realtà solida di buon livello nei prossimi anni?

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