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Riflessioni e spunti sparsi su quello che è stato il doppio turno di Eurolega e su quelli che sono i rapporti di forza e le impressioni dopo quattro giornate dall’inizio della competizione.
- L‘Olympiacos è 4-0. E’, ad oggi, la squadra più solida del torneo. Sembra essere molto superiore alla già ottima versione dell’anno scorso, soprattutto per consapevolezza. Si sono limitati a fare le aggiunte giuste a un roster già ben oliato e hanno fatto bene. Vezenkov è l’attuale MVP della lega e la sua ulteriore crescita è uno dei motivi che fa pensare all’Oly come molto in alto. Poi c’è l’intramontabile Sloukas.
- Nello scontro per il primato l’Oly ha battuto il Baskonia. Chi si sarebbe aspettato una partenza così buona dai baschi? Nessuno credo. Una delle squadre più belle da vedere giocare: energia, atletismo e transizione.
- Il Baskonia quando sbaglia uno straniero? Raramente. C’era perplessità sul nome di Maik Kotsar come centro titolare. Le prime giornate, in tal senso, hanno dato una smentita secca: 12.2 punti, 4.2 rimbalzi e 2.0 assist di media in questi primi quattro turni. Più l’impressione di tenere molto bene il campo fisicamente con l’aggiunta di più che buone soluzioni tecniche.
- Il 2-2 dell’Efes, tutto sommato, è un’ottima partenza considerando quelle degli scorsi anni. L’impressione è che la squadra giochi a malapena al 50%: non bisogna dimenticarsi che gli acquisti fatti in estate sono di valore assoluto. Clyburn ha già dato l’idea di quanto può spostare.
- Si parlava di Vezenkov MVP, ma Mike James non è da meno: 21.8 punti, 3.5 rimbalzi, 3.8 assist e 1.5 rubate di media. L’uomo perfetto al comando di una squadra con tanto talento che ha bisogno di essere innescato: chi meglio di lui per farlo?
- L’Olimpia non brilla, spesso regala i primi quarti, se non i primi tempi, e poi è costretta a giocare un secondo tempo perfetto per rimontare e vincere la partita. Un copione ormai noto in questo inizio di stagione. La squadra di Messina, però, ha talento da vendere, fisicità incredibile e fame di vittoria: insieme all’Olympiacos è l’altra squadra dalla solidità pazzesca.
- Luci e ombre sia per il Real che per il Barça: cose da sistemare in entrambi i casi. Nel primo caso le gerarchie tra gli esterni; nel secondo un gioco che, visti i tanti nuovi interpreti, avrà bisogno di tempo per sbocciare.
- Lo 0-4 del Bayern è crudele, crudelissimo. Contro Milano, nonostante gli innumerevoli infortuni (Bonga, Sisko, Rubit, Hunter) la squadra di Trinchieri gioca come meglio non potrebbe, ma perde di un punto. “I miei giocatori avrebbero meritato di essere ricompensati in altro modo” dice il coach ex Bamberg in sala stampa. Ha ragione, ma a volte questo è uno sport spietato.
- Casa Virtus: rammarico per la W lasciata a Kaunas e sconforto sconfinato per la prova di Belgrado. I problemi strutturali probabilmente ci sono e sono sugli esterni (nonostante il reparto affollato). Peggior attacco d’Eurolega (non ha mai superato i 66 punti segnati), ultimi per triple segnate, penultimi per triple tentate, penultimi per palle perse, terzultimi per PIR. C’è da lavorare.
- Le due squadre di Belgrado. Il Partizan, dopo tre giornate in chiaroscuro, ha fatto una dichiarazione importante nella partita di giovedì. La squadra c’è: ha talento, fisicità, atletismo e corsa. E, se Madar gioca come contro le vu nere, e Lessort con la stessa prepotenza fisica di questo doppio turno, quel problema play/pivot può essere molto più risicato. Per quanto riguarda la Stella Rossa difficile capire cosa poter salvare.
- Il doppio turno turco poteva essere il baratro per Valencia, invece è linfa vitale. Vittoria contro l’Efes e altra W sfiorata contro il Fener. Nonostante l’assenza di Rivero, il giocatore più in palla insieme a Jones. Ottimi segnali di crescita per i taronja che possono divertirsi e far divertire se seguono le direttive di coach Mumbrù.
- Sicuri che lo Zalgiris sia così scarso come si pensa? Due vittorie pesanti contro Virtus e Barcellona. Quando vogliono sono solidi dietro e con diverse opzioni davanti: le scorribande di Brazdeikis, le giocate di Lekavicius, le triple di Smits, l’estro di Evans. Forse sono stati sottovalutati troppo presto.
- L’altra squadra 4-0 è il Fener di Itoudis. Vederli così ben messi in campo, così consapevoli e pronti al pronti via ha sorpreso e non poco per una squadra che, in teoria, sta costruendo da quest’anno un nuovo ciclo. L’anima di questa squadra? Un rinato Nick Calathes da 11.0 punti, 4.8 rimbalzi, 7.2 assist e 1.8 rubate di media a partita. Come a voler dire “hey ragazzi, i bolliti sono altri”.