Il Real è regale nella ripresa, affondata Badalona

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Il big match della Jornada 4 di Liga parla di un Real schiacciasassi nella seconda metà di gara, che, imbattuto, gongola e inguaia Badalona

I blancos infatti appaiono più leggeri i primi 20′, trovandosi ad inseguire i combattivi ospiti neroverdi. La squadra della corona, però, non ci sta a capitolare per due volte consecutive di fronte ad una rappresentativa catalana e si impone con autorità nella ripresa.

I ragazzi di Duràn subiscono così una sconfitta forse fin troppo severa nel punteggio (96-79), nonostante la volitività della prima parte della contesa, e continuano con un ruolino di marcia di inizio stagione che non si confà certo alle ambizioni e alle qualità della rosa, viste le tre sconfitte nelle prime quattro giornate.

Real vince - Eurodevotion

Il commento di Eurodevotion segue il classico format d’analisi per punti.

I ritmi di gioco

La sfida del Wizink Center opponeva la quinta squadra per pace in questo inizio di Liga, il Real di Chus Mateo (75,2), al fanalino di coda per numero di possessi su 40 minuti, il Joventut di Duràn (69,5), tendenze che le squadre confermano anche nelle rispettive competizioni internazionali.

Per assurdo, però, due squadre che si trovano su due tendenze di gioco così distinte, che prosperano in due habitat così diversi, hanno vissuto i propri rispettivi momenti positivi al di fuori del loro ambiente naturale.

La prima metà di gara, infatti, è stata caratterizzata da ritmi di gioco molto alti e da attacchi che si susseguivano furiosi, con una attenzione difensiva relativa, che seguiva la frenesia del gioco.

La Penya brillava offensivamente, nutrendo le sue bocche varie da fuoco, con il dato dall’arco che nel cuore del secondo quarto toccava il 44%, il Real inseguiva non lesinando in vivacità e in ambizione alla corsa ed alla transizione, ma certo senza imporre direzione e passo alla partita.

Di contro, la ripresa ha visto una pallacanestro più controllata, che nel mentre che le merengues continuavano a tartassare il canestro ospite, ha contribuito a far precipitare nelle secche più profonde la produzione della Penya.

Probabilmente il tutto è spiegabile da un lato dal fatto che Badalona, alla lunga, non avrebbe potuto – e difatti non è stato così – sostenere un gioco a chi segna di più con il Real e, dall’altro, con la compattezza e sapienza della truppa di Chus Mateo, che ha saputo vincere con la difesa (solo 29 punti concessi nel secondo tempo) e gestendo abilmente i ritmi, talvolta rallentandoli.

Secondo una ragionevole approssimazione di chi scrive, Badalona ha giocato oggi circa 70 possessi, il Real 71, raggiungendo un valore mediano che ha sfalsato la capacità di condizionamento effettivo del dato sulla gara.

Accoppiamenti e mismatch

Il tema degli accoppiamenti, soprattutto in termini di caratteristiche fisiche, è stato di grande attualità per la Casa Blanca questa settimana, visto il disastro prodotto dalle scelleratezze in marcatura su Satoransky nel clàsico di Eurolega.

Oggi invece mi ha particolarmente colpito ad inizio partita una situazione similare, con il duello ingaggiato fin dai primi minuti tra Musa e Guy, entrambi schierati da guardie nei quintetti titolari dei due allenatori.

Il gioco delle due squadre, particolarmente nei primi minuti, si è appoggiato con grande frequenza su questi due interpreti, con considerevoli successi da entrambe le parti.

Se dal lato offensivo Musa poteva banchettare contro l’americano, che è difensore attaccabilissimo e target defender per l’attacco madrileno, considerevolmente più piccolo del bosniaco, in misura simile, Guy riusciva più volte a sgusciare via dalla marcatura del diretto avversario grazie al suo evidente vantaggio in rapidità.

Saranno entrambi migliori realizzatori della loro squadra – 15 punti per l’ex Kings, 18 per l’ex Nets – con un destino che li porterà a ritrovarsi più di rado faccia a faccia durante la gara, anche grazie a diversi assortimenti di quintetto che hanno svolto il tema accoppiamenti in maniera diversa con il progredire dei minuti.

Così, ecco solo una riflessione sul valore tecnico dei mismatch e sulla curiosità del loro reiterarsi in senso così marcato nella peculiare settimana madrilena.

Note transitorie e finali

Chiudiamo quindi con alcuni appunti generali, in ordine sparso.

Ci sono due dati che saltano all’occhio per il Real, il primo riguarda i rimbalzi, il secondo la gestione del pallone.

Per essere la prima squadra di Liga nel fondamentale e per le qualità che ha Madrid sotto canestro, è sorprendente vincere essendo battuti nella lotta per le carambole 37-32. Forse uno degli elementi che hanno messo in difficoltà il successo di squadra nella prima metà…

Molto positivo per i blancòs è invece leggere alla voce palle perse soltanto 3. Si tratta di una statistica ottima per una squadra che ambisce a giocare in velocità e che racconta di come il Real abbia tenuto un’alta fluidità di gioco per tutto il corso dei 40′. A fronte di 19 assist, il rapporto assist/turnover è di oltre sei a uno…

Deck si sta sempre di più dimostrando perno fondamentale, un punto di riferimento preciso nei momenti cruciali, con una leadership tecnica ancor più marcata in mezzo a tanti campioni. Pure Yabusele in spolvero, particolarmente incisivo sui tagli, le imbucate e il gioco in transizione (17 punti con 5/6 da due).

Badalona invece si è sciolta con troppa facilità, calando in un dato sintomatico che è quello del tiro da fuori, un magro 22%, la metà del picco nel secondo quarto che citavamo prima.

Nei momenti di difficoltà, il Joventut si è affidato al pick and roll dei veteranissimi Ribas e Tomic (con la variabile di buone finalizzazioni sul roll anche di Brigander). Il centro di Dubrovnick si è poi reso pericoloso dal post basso in situazioni statiche e con le sue classiche letture dal post alto, rappresentando una rara risorsa nel periodo di più aspre secche offensive catalane.

Non mancano però le potenzialità di una rosa che ha tantissimi elementi di valore. Kyle Guy non è stato continuo, ma ha mostrato lampi da scorer puro. E’ un vero e proprio motorino nel gioco senza palla, muovendosi costantemente su tagli e uscite dai blocchi, e, in più, ha saputo mettere in difficoltà più di un difensore merengue messo da Mateo sulle sue tracce, Musa ed Abalde in primis.

Infine, un occhio di riguardo anche sull’olandese classe 2002 del vivaio neroverde, Yannick Kraag, che, pur molto acerbo, ha qualità fisiche promettenti, oltre che una capigliatura invidiabile e una buona attitudine a correre il campo.

Photo credit: Liga ACB e Penya 1930 Twitter, realmadrid.com

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