Barça-Olympiacos, il Palau si tinge di “red”

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Barça-Olympiacos è stata la prima sfida della stagione tra squadre assai accreditate per postseason e Final 4.

Al Palau Blaugrana va in scena la grande sfida tra i padroni di casa ed i “reds”, squadre reduci dalle Final 4 di Belgrado, entrambe sconfitte solo nel finale anche se con scorie differenti derivate dal verdetto serbo.

Il Barça è cambiato molto, l’Oly lo ha fatto ma in misura minore. Se i catalani affrontano la stagione con concetti tecnici assai differenti, così non si può dire degli ateniesi, fedeli ad un sistema studiato costruito e testato da Coach Bartzokas durante la stagione scorsa.

E’ un duello tra titani, molto in alto nel nostro Power Ranking, ed il primo verdetto premia meritatamente i “reds”, che sostanzialmente mantengono le mani sul volante della gara quasi per tutti i 40′.

Il 70-80 finale ci dice di due squadre che vivono momenti completamente anche in ragione di quanto accennato sopra. La continuità è ragionevolmente più avanti del cambiamento.

LA GARA

Jasi, criticato molto poco velatamente in settimana da un Calathes in versione “ex dal dente avvelenato”, parte con le “twin tower” Sanli e Veseli, coppia di rivali nei derby tra sponde del Bosforo.

Un buon Satoransky porta avanti i suoi, ma il vantaggio dopo 10′ (16-13) non ci toglie la sensazione che i “reds” abbiano il controllo.

A metà gara è 28-34 sotto i colpi, non ancora letali, di Peters e Vezenkov.

L’esplosione di Laprovittola è una delle fasi in cui il Barça sembra essere alla pari, ma tocca a Canaan e Bolomboy ricordare che l’Oly è un’orchestra fatta di tanti solisti possibili protagonisti.

Higgins, molto più tonico rispetto alle recenti uscite, ed Abrines riportano sotto i catalani, poi è il momento del “cobra”. 4 morsi alla gara e Larentsakis manda i titoli di coda.

LE CHIAVI

Continuità ed efficacia di quelli del Pireo nei momenti chiave.

Pare evidente sin da subito come l’Oly controlli la gara: solo qualche ottimo tiro che non entra non scava un divario abbastanza significativo sin dalle prime battute.

Questo rendimento rimane costante e quando la retina si scuote il gioco è fatto.

Tanti protagonisti ed un apporto costante sui 28 metri del campo: la squadra di Bartzokas sembra non aver mai smesso il rendimento della stagione scorsa.

Il Barça sta cercando proprio quella continuità ed i diversi assetti che Jasi cerca ripetutamente lo dimostrano.

Non si vede ancora quell’impatto del post basso che dovrebbe essere una della armi chiave, mentre insistiamo sul concetto che questa sarà una squadra pazzesca quando Satoransky e Vesely saranno in piena forma. Siamo ad inizio ottobre, si può attendere tranquillamente. Quel giorno la coppia con Laprovittola sarà un bel rebus per gli avversari.

«Siamo stati assai inconsistenti ed in difesa ci abbiamo capito poco, non abbiamo scuse, dobbiamo fare molto meglio»

(S.Jasikevicius)

I PROTAGONISTI

Ormai definito “il cobra” e francamente il soprannome ci sta tutto. Quando le cose si fanno decisive, non è per nulla raro vedere emergere Giannoulis Larentsakis. 4 triple che sono un morso letale all’avversario. MVP? Certamente, se non ci fosse il solito Vezenkov, ma sì dai, questa volta tocca proprio al “cobra”

E’ difficile fare nomi di singoli nell’Oly, perchè quasi tutti aggiungono tasselli chiave al mosaico. Classica prestazione di squadra e da squadra, nulla di scontato a questo punto della stagione.

Sloukas è quasi silenzioso, ma ci viene da dire che Bolomboy abbia gradito quella collaborazione e che la cosa sia reciproca.

Vezenkov appartiene alla ristretta cerchia di giocatori di categoria superiore e ciò che impressiona maggiormente è il margine di crescita ancora possibile. Come si muove e come sceglie i posizionamenti sul campo è cosa straordinaria. Colpevolmente, anche in Catalunya non lo si è capito anni fa, quando lo si travolse per responsabilità evidentemente non sue.

“Last but not least” Thomas Walkup: se ci mettiamo a contare tutte le cose utili e decisive che fa all’interno di una gara serve una calcolatrice. Un decimo di queste vanno nei tabellini, ma il basket non è solo tabellini grazie a Dio.

Nel Barça Laprovittola è una certezza, prima o poi sai che farà il suo e che sarà sempre tanto, mentre Abrines sta tornando completamente il giocatore che a questi livelli può fare la differenza.

Per il resto sono lavori in corso. Nelle ultime stagioni abbiamo vissuto stagioni regolari catalane eccezionali e cali nel finale: vuoi dire che ci sono progetti più bellicosi per la primavera?

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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