L’Olimpia sprofonda, riemerge e vince. Espugnato l’Astroballe

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Nell’esordio d’Euroleague l’Olimpia riesce ad aver ragione di un tignoso Asvel grazie alla intensità difensiva del secondo tempo

La prima uscita dei biancorossi è un’uscita da brutti, sporchi e cattivi. L’Olimpia non è brillante, nè bella o entusiasmante, ma riesce ad essere coriacea, a crescere alla distanza e a strappare un successo d’esordio che è prologo più che gradito alla ardue campagna europea che si preannuncia.

L’Asvel non esce certo tra le forche caudine, anzi si può ritenere soddisfatto di aver spaventato una corazzata come Milano – 20-5 nel bruciante inizio dei transalpini – e potrà lavorare sulle indicazioni positive di questo debutto.

Olimpia vince - Eurodevotion

L’Eurolega è tornata e, con lei, le puntuali analisi di Eurodevotion.

Il bruciante inizio dell’Asvel, le difficoltà dell’Olimpia

Le ostilità cominciano con una interessante mossa di Messina, che mi aveva suggerito grande curiosità, ovvero l’intuizione di schierare un quintetto altissimo, con Voigtmann addirittura da ala piccola, insieme a Melli e Hines sotto canestro. Un’idea che si può pensare fosse stata impiegata per schierare tutta la stazza possibile in ottica Fall, da un lato, e con l’intento di imporre innumerevoli mismatch, dall’altro.

L’esordio in gara è tutt’altro che felice, però, la disparità di atteggiamento e di prontezza delle due contendenti rende totalmente nullo qualsiasi possibile effetto di questa mossa. L’Asvel è tonico, gioca in maniera consapevole e ordinata e travolge la truppa ospite.

Milano non riesce quasi mai a sfruttare i benefici della taglia schierata in campo, anche grazie al buon uso della fisicità francese da parte di interpreti quali Obasohan e Lighty, al contrario cade vittima di grandi difficoltà offensive. Pangos non è per niente pulito in impostazione, Hall quando lo sostituisce è parecchio confusionario, latitano sorgenti di gioco e movimento di uomini.

Si spiegano così i pochi punti segnati e una percentuale dall’arco davvero rivedibile.

A mancare più di tutto, però, è la difesa. Milano subisce troppo, è tanto ‘flottata’ sul pericolo numero uno, rappresentato dal ciclopico centro senegalese, da scoprire la coperta sul perimetro, ma non abbastanza concentrata dal limitargli i rifornimenti e frenare il suo 1vs1 nel pitturato. Inoltre, estremamente lacunosa è anche l’opposizione alle iniziative degli esterni di TJ Parker, De Colo su tutti (16 dei suoi 18 punti nel primo tempo). Risultato? Un banchetto di Fall e un’ottima lena offensiva transalpina.

Se freni difensivi hanno faticato ad emergere in tutto il primo tempo, è stato invece vitale l’exploit offensivo che ha riportato in careggiata l’Olimpia nel secondo quarto. 27 punti in 10′ sono dato degno di nota, frutto delle sfuriate di Baron che si prende i compagni sulle spalle, ma anche di una maggior circolazione del pallone. Le risposte sono ancora di un De Colo che arroventa la retina dell’Astroballe, martoriando la difesa dello stesso tiratore ex Zenit, così da mantere la supremazia dei suoi.

La svolta definitiva è in difesa

L’antifona è davvero stata invertita, seguendo un solco che viene dall’Olimpia dell’anno scorso, quando si sono strette le maglie biancorosse in difesa. Nel secondo tempo i ragazzi di Messina hanno concesso solo 18 punti agli avversari, che hanno perso mordente e vitalità con il passare dei minuti.

La leadership di Hines e Melli e un quintetto più strutturato e lineare, tanto in difesa quanto in attacco, con un buonissimo Tonut schierato da ala piccola, sono stati gli elementi propiziatori, cui hanno fatto seguito sul fronte difensivo un’intensità ed una grinta diversa e, perché no, qualche aggiustamento.

Su De Colo show aggressivi del difensore del bloccante, per inibirne le iniziative, e la molto competente marcatura di Hall, ad esempio.

L’Asvel non molla, però. Fatica e un po’ arranca, ma continua ad infastidire gli ospiti e trarre fiducia da un nuovo limitato smalto offensivo dell’Olimpia.

Si avvia così un’ultima parte di gara che è stata sul filo del rasoio, con innumerevoli errori da entrambe le parti, tipici dei primi scampoli di stagione. La sensazione è che serva un guizzo per determinare le sorti della sfida, guizzo che ha porta il doppio nome di Baron e Pangos.

Il primo, leader offensivo, imprescindibile per personalità in questa giornata, il secondo, invece, poco lucido, ma sicuramente dotato di una mentalità ferra. Il play canadese, infatti, non fa altro che incaponirsi senza successo con la sua classica tripla dal blocco per tutta la gara, ma non si perde mai d’animo e sigilla la prima vittoria della sua Olimpia in Eurolega proprio con una bomba dal palleggio in chiusura.

Sipario.

Chi ben comincia…

Così si dice, almeno. Sicuramente dire di essere a metà dell’opera oggi, tanto per ragioni necessarie, quanto per ragioni contingenti, sarebbe folle e del tutto fuori luogo.

Il momento della stagione e i tanti evidenti margini di crescita tecnica e fisica di questa squadra sono certamente una situazione che lo staff di Milano ha ben presente.

Tra gli alti e bassi che possono tranquillamente palesarsi nei primi impegni stagionali, ne è uscita una partita che poteva di fatto vincere qualunque delle due contendenti. Era semplicemente una questione di chi avrebbe saputo trovare la giusta zampata, così il maggior talento milanese ha premiato le scarpette rosse.

L’Asvel ha sicuramente il potenziale di essere squadra fastidiosa, in particolare in casa, con elementi che già oggi han dato qualche indicazione positiva. L’arma di un centro possente come Fall, se cavalcato con condizione e continuità, l’eterno Lighty, l’atletismo di Pons, la dimensione realizzativa di un rookie molto interessante come Mathews… Li seguiremo con occhio curioso.

L’Olimpia ha decisamente più certezze, dai veterani ad un impianto difensivo ben consolidato cui affidarsi, tuttavia è molto evidente invece la necessità di rodaggio offensivo (i biancorossi hanno segnato meno di 15 punti in tre quarti su quattro). Criticità che si è resa evidente a mio avviso in modo particolare nel bisticciare delle spaziature, con un movimento poco sincronizzato ed armonico dei giocatori biancorossi. Qualcosa per cui serve amalgama e vissuto comune.

Un tempo che serve anche per una maggiore definizione della cabina di regia, settore per cui Pangos deve ancora prendere in mano a pieno titolo il ruolo, insieme alla forma, Mitrou Long andrà aspettato e nel resto del tempo ha dovuto essere Melli in più casi a portare su palla.

Particolare in questo quadro di crescita tecnica e fisica una notazione sul fatto che sono parsi più in forma in questo inizio, Baron e Hines permettendo, giocatori che da poco hanno finito Eurobasket, come Melli, Tonut e Voigtmann. Non so se è un caso, ma sicuramente è testimone dell’asimmetria di condizione che Milano, come molte squadre di Eurolega, dovrà affrontare adesso in modo più evidente e nel corso dell’anno in modo più celato.

Sarà la prima di una lunghissima e serrata serie, ma è un primo atto che ci suggerisce fiducia e curiosità.

Photo credit: Olimpia Milano e LDLC Asvel Twitter, olimpiamilano.com

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