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Euroleague Power Ranking 2022/23: le scelte di Eurodevotion

Euroleague Power Ranking | Eurodevotion
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Euroleague Power Ranking 2022/23: per Eurodevotion si parte così.

Manca solo un giorno al via della stagione 2022/23 e, come sempre in questo periodo, è tempo di Power Ranking.

Chi è favorito per il successo finale?

Chi ha il potenziale da Final 4?

Chi potrà lottare per i Playoff?

Chi al momento non pare competitivo per la postesason?

Abbiamo diviso le squadre in 4 blocchi, partendo dal fondo, come segue:

pag 2 – Possibilità limitate

pag 3 – Corsa Playoff

pag 4 – Squadre da Final 4

pag 5 – Squadre da titolo

Nel compilare la nostra analisi abbiamo tenuto conto, rispettivamente, dei tre seguenti fattori: profondità e talento del roster, esperienza ed allenatore.

(1/5, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

POSSIBILITA’ LIMITATE

Un gruppo di squadre il cui ordine può cambiare per qualche dettaglio come un infortunio od una serie di gare più o meno fortunate.

Non mancheranno momenti molto negativi ed allora sarà necessario mantenere la barra dritta e non cadere nella tentazione del cambio dell’allenatore, situazione che in rarissimi casi (Monaco…) ha dato reali risultati.

Come può accadere qualcosa di negativo ecco che però una serie di partite dal risultato favorevole potrebbe tranquillamente far risalire la classifica, ma non sino al livello Playoff, a meno di sorprese ad oggi assai improbabili.

#18 – ZALGIRIS

Altra stagione difficile? Probabilissimo.

Si fatica un po’ a vedere un’idea nella costruzione della squadra e ci sono evidenti lacune, a partire dal ruolo di centro.

Kevarrius Hayes fa buone cose ma non è per ora un centro di livello in Eurolega. Birutis può provarci, dopo un buon anno in Liga, ma va testato. Krivas è del 2004…

Senza giri di parole per fare bene servirebbe l’esplosione di Keenan Evans ad alto livello, la conferma della solidità di Lekavicius, minuti di esperienza di Kalnietis e cose buone da Giedraitis (Dovydas) e Dimsa.

Così come servirebbe un stagione super di Bradzeikis, che può farla, e di Butkevicius, da verificare.

Il problema è che per essere almeno da #12 o #13 servirebbero tutte queste cose insieme. Solo alcune di esse non bastano.

E tra i dubbi non può non esserci la guida tecnica. Maksvytis è coach da Eurolega?

10-11W, oggi non di più.

#17 – PANATHINAIKOS

Il rischio è quello del cosiddetto “endless rebuilding”. La scelta di aver in panchina un Coach come Radonjic chiarisce come si voglia partire dalla difesa, il mercato ha fornito elementi discreti ma che al momento non danno garanzie totali.

I tanti USA a roster non saranno facili da gestire per un Coach che ha qualche problema con l’inglese. Non è da trascurare. Andrew Andrews è dato in difficoltà da alcune voci vicine agli ambienti ateniesi.

Ci vorrebbe il Derrick Williams di Monaco ed ecco che proprio con l’allenatore serbo l’ex #2 diede il meglio.

L’impressione generale è che sia una squadra ancora una volta costruita con una serie di giocatori uno dopo l’altro senza un’idea tecnica precisa, arrivata solo con l’ingaggio di Radonjic come allenatore successivamente.

Un Pana oltre le 12-13 vittorie ci pare oggi difficile da pronosticare, a meno che Oaka non torni ad essere Oaka, ma per quello serve che la squadra trascini l’arena.

#16 – ASVEL

Francamente una delle squadre più difficili da giudicare.

Un attimo vederla molto più giù, lo stesso più in alto, magari quasi ai margini della lotta Playoff.

Il trio Obasohan, Jackson-Cartwright e Mathews è una delle situazioni più difficili da prevedere. Se non sembrano fenomeni da alto livello della competizione, non stupirebbe più di tanto vedere una certa solidità in Obasohan e qualcosa di interessante ed inatteso negli altri due.

Nando De Colo porta leadership tecnica e mentale. una sua stagione senza intoppi fisici e da non meno di 15-18 per gara è necessaria per provarci.

Yves Pons intriga per atletismo, ma da lì a considerarlo oggi un fattore ce ne passa.

Il rendimento di Lighty e Kahudi è fuori di dubbio, ma sappiamo anche fino a dove possono arrivare.

I dubbi più grandi riguardano i lunghi. La tendenza a fermarsi per guai fisici di Joffrey Lauvergne è purtroppo nota. Sa giocare, ma deve stare in campo a lungo in stagione. Youssoupha Fall e Amine Noua non paiono sufficienti per dare una dimensione profonda al reparto.

12-14W pare il risultato più prevedibile.

#15 – ALBA

Se dovessimo augurare ad una squadra di superarsi e di fare il miracolo questa sarebbe certamente l’Alba.

Club solido, scelte oculate e competitive, possibilità concrete di crescita. Il gruppo è buono ma per talento non appare da corsa Playoff, forse nemmeno vicino. Certo, una stagione da superstar di Maodo Lo accompagnato da un Jaleen Snith che confermasse la crescita della seconda parte dello scorso anno cambierebbe le cose parecchio.

La scienza di Luke Sikma sarà come sempre la chiave, mentre un punto debole si trova certamente sotto canestro dive sembra difficile poter pareggiare fisicità ed atletismo di tante rivali.

Non ci stupirebbe il solito ottimo percorso casalingo, con diversi scalpi importanti. Così come c’è grande fiducia in quella che potrebbe essere la crescita di Gabriele Procida, uno che ha fatto la scelta giusta al posto giusto.

13W, forse 15, difficilmente di più.

#14 – STELLA ROSSA

Tanto, forse tutto, dipenderà dal reale rendimento di Jaylen Adams, il cui potenziale c’è, e dalle condizioni fisiche di Nemanja Nedovic. Se questi due tasselli andassero insieme, il mosaico potrebbe risultare interessante.

L’anima serba sarà sempre importante e darà una spinta chiave insieme al pubblico di Belgrado che rimane un fattore determinante.

Serviranno punti dal perimetro nei ruoli 3 e 4, mentre sotto canestro ci si attende molto da Filip Petrusev, dopo l’esperienza negativa all’Efes. Il ritorno in patria potrebbe garantirgli quella tranquillità che lo riporterebbe ai livelli attesi. Raduljica è un punto di domanda: lui ha detto di non essere mai stato così in forma, noi osserviamo curiosi.

Nulla si può dire su Vladimir Jovanovic, giovane Coach senza alcuna esperienza a questi livelli. Anche in questo caso la curiosità è molta.

Il traguardo delle 15 W, con grande aiuto dai successi casalinghi, è oggi l’obiettivo più probabile, sebbene non semplice.

#13 – BASKONIA

Probabilmente una scommessa questa posizione, ma si basa su tre giocatori: Howard, Thompson e Hommes.

Markus Howard può diventare un fattore estremamente significativo in questa lega, scorer assoluto e creatore di un certo livello.

Darius Thompson può proseguire una crescita molto interessante ed ha già dimostrato nelle prime uscite di Liga di aver la squadra in mano.

Daulton Hommes è chiamato a dimostrare di valere i palcoscenici importanti.

Se Maik Kotsar saprà fornire supporto a Steven Enoch ed avere un impatto in area allora si può far bene.

Marinkovic, come Giedraitis, è ad un bivio: salto in alto oppure semplice conferma di un valore medio? Costello replicherà quanto di buono dimostrato principalmente in Liga?

Ci sono tante domande, il peso interno tra 4 e 5 è una lacuna che sembra evidente, ma se la maggior parte di queste domande dovessero avere risposta positiva, allora sognare non è impossibile.

Il tutto, però, dipenderà dal fatto che Penarroya trovi un ambiente dove essere se stesso diversamente da Valencia, dove il rapporto non è mai decollato. Ci vuole il Coach dei miracoli di Burgos.

14-16W: pensare di più è oggi difficile. Nel caso, vorrebbe dire Playoff ma non crediamo sia un’opzione credibile.

(2/5, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

CORSA PLAYOFF

#12 – VALENCIA

Alex Mumbrù in panchina è la novità più importante. Allenatore maestro nelle spaziature, ha fatto benissimo a Bilbao ed è comunque nei pensieri di almeno un grandissimo club.

Un roster stracolmo di guardie, cui dovranno essere garantiti spazi ed equilibri. Harper, Hermannsson, Radebaugh, Jones e van Rossom garantiscono fosforo, velocità e creatività.

Prepelic e Lopez-Arostegui saranno fondamentali per trasformare in punti quei vantaggi.

Labeyrie non sarà facile da sostituire, ma il terreno è fertile per la definitiva esplosione di Pradilla, talento cristallino con un futuro radioso.

Jared Harper ha una velocità di esecuzione raramente vista a queste latitudini: se segna con continuità dal perimetro diventa illegale.

Jasiel Rivero arriva in Eurolega con un carico di speranze che sono positive visto quanto ga dimostrato di saper fare in Liga. Se saprà gestire il gioco duro e sporco sotto canestro, allora ne vedremo delle belle. Il “nuovo” Dubi, ancor più con qualche significativo kg in meno, è la certezza di sempre.

Può inserirsi negli ultimissimi posti Playoff, ma per farlo serviranno 16-17W, traguardo non semplice. Restare fuori ad un paio di successi dalla terra promessa della postseason non potrà minimamente essere considerato negativamente.

#11 – PARTIZAN

Il ritorno di Zele porta con sé aspettative notevolissime.

La squadra è valida ed è un interessante mix di gioventù, con 6 atleti nati dopo il 2000, ed esperienza testata a questo livello, soprattutto nei nuovi arrivi.

Exum ha tutto per giocare una stagione da star, mentre Punter torna in quella dimensione che lo vide spesso dominante in maglia Milano. Leday non ha convinto lo scorso anno ed è atteso al ritorno a buoni livelli.

Nunnally e Andjusic saranno le braccia armate dal perimetro, senza dimenticare incarichi speciali difensivi.

Ioannis Papapetrou, se perfettamente ristabilito dopo i tanti guai, sarà la chiave totale della squadra, poiché in grado di fare il suo a livelli eccellenti e di far crescere tutti quelli intorno a lui.

La pattuglia di giovani slavi è chiamata al passo avanti necessario in questa giungla che è l’Eurolega.

Ci sono due punti interrogativi però, Obradovic o non Obradovic: play e centro. Madar, per il quale non stupirebbe una stagione super, ed Avramovic (da ieri sappiano che lo rivedremo dicembre), sono sufficienti per un torneo competitivo ai fini Playoff? Vukcevic, Smailagic (fermo per diverse settimane) Lessort e Koprivica valgono le dure battaglie nel pitturato europeo?

Non ci sentiamo di escludere arrivi in questi due ruoli (non è un segreto il tentativo per Campazzo).

Il Partizan lotterà e crescerà, perchè ha il miglior allenatore del torneo (e di più…) ma per entrare nei PO servirà una vera e propria impresa: 17W sono l’obiettivo, non semplice, per tale avventura.

#10 – MACCABI

Tutto o niente? Bella domanda. Il Maccabi è la grande incognita della stagione. Il talento, l’atletismo, la fisicità e la profondità ci sono in abbondanza, ma ci sarà la volontà di stare insieme e di remare tutti nella direzione auspicata? I tanti “ego” sapranno diventare squadra? Sono i quesiti più interessanti di un’estate che ci ha consegnato una rivoluzione completa del roster con ben 10 nuovi arrivi.

Il backcourt è guidato da quel fenomeno di Lorenzo Brown, ormai non più sorpresa (ma già l’Unics ce lo aveva consegnato in una dimensione grande) che dovrà guidare una pattuglia di atleti talentuosi come Baldwin, Hilliard e Hollins, cui si aggiunge la leadership di Dibartolomeo, condivisa col il cavallo di ritorno Pnini) e la freschezza ed esplosovità di Ziv.

Bonzie Colson, atteso all’ennesimo salto in alto regolarmente compiuto sinora in carriera, è la prima opzione di un reparto ali che si nutrirà anche di Hilliarda da 3 e di Jarell Martin, una PF veramente interessante, la classica “beast”. Poythress, più vicino a canestro e possibile anche nel ruolo di 5, si unisce a Nebo per le battaglie nel pitturato. I vari Menco, Cohen e Sorkin rappresentano l’anima israeliana della squadra, coi due veterani già menzionati.

Non c’è nessun posto dove gli USA si trovano bene come a Tel Aviv, lo dice la storia lo dice quel famoso “don’t mess with Maccabi players” che circolava in NBA ai tempi di Anthony Parker.

Se Kattash, Coach molto più capace di quanto non dica l’esperienza recente al Pana, saprà miscelare questi ingredienti, la pietanza che ne deriverà non avrà limiti, a nessun livello.

Impossibile fare una previsione, perchè la forchetta degli exit poll sui gialloblu può variare dalle 15 alle 22W senza problemi. La Menora Mivtachim sarà un fattore ed quei 10mila tagliandi stagionali andati esauriti in un amen sono una dichiarazione d’intento molto, molto precisa.

Il coinvolgimento di David Blatt nel nuovo Maccabi è la polizza assicurativa.

#9 – VIRTUS

Insieme al ritorno di Obradovic è la notizia più bella dell’intera Eurolega. Un club glorioso che ha scritto pagine storiche di questa manifestazione, ritorna al livello che gli compete e lo fa con ambizioni e certezze.

La prima di queste certezze è la guida tecnica: Sergio Scariolo, se mai ce ne fosse stato bisogno, con il recente Eurobasket si è issato sempre più in alto nella classifica dei grandissimi della categoria.

Bologna c’è, ma il compito non sarà facile se parliamo di entrare nelle magnifiche 8.

Probabilmente questa squadra negli anni scorsi avrebbe fatto i PO passeggiando, ma quest’anno la competitività alle stelle.

Backcourt di livello, espertissimo, talentoso e profondo, atletismo notevovolissimo tra Cordinier ed Ojeleye come “3” (ma utilizzabili anche come 2 e 4 rispettivamente), un gruppo di lunghi guidato da Toko Shengelia che è ottimo mix di esperienza e tecnica, il georgiano, e Mickey, così come stazza ed esplosività in Jaiteh e Bako.

Se è vero che la carta d’identità di alcuni protagonisti chiave dice fine anni ’80, lo è altrettanto il fatto che vi siano una serie di giocatori pronti a combattere per un posto al sole nella lega più importante d’Europa.

La Virtus di Scariolo sarà un bel rebus per tanti ed è pronta giocarsi le proprie carte per i Playoff.

Obiettivo dichiarato l’ottavo posto, con la consapevolezza che serviranno dalle 16 alle 18 W e la coscienza di capire che nulla sarà scontato e che si dovrà fare i conti con impegni continui come mai negli anni recenti.

#8 – BAYERN

Non ci frega più, e no…

Ovviamente parliamo di Andrea Trinchieri, senza alcun dubbio uno dei 3-4 migliori allenatori del continente.

Dopo un paio d’anni in cui abbiamo messo il suo Bayern molto indietro nel “ranking” non ci caschiamo più. I Playoff del 2021 e del 2022 sono l’evidente prova del valore del Coach.

Dove metteremmo il Bayern se non lo allenasse il Trinka? 13, forse 14, e non siamo certo gli unici a pensarlo.

Quest’anno, inoltre, vi è un gruppo di giocatori confermato veramente interessante che, soprattutto, si spera venga lasciato stare dai tantissimi infortuni della scorsa stagione. Il lavoro dello staff, rinforzato ulteriormente dal ritorno di Andrea Vertemati, potrà così contare su uno “zoccolo duro” importante unitamente a nuovi arrivi intricatissimi.

Cassius Winston ha tutto pre essere la guardia perfetta in questo torneo, mentre per Freddie Gillespie valgono le parole di uno dei massimi esperti continentali: «E’ il giocatore per cui le big faranno la fila l’anno prossimo, coi soldi in mano per il buyout».

Isaac Bonga ed Elias Harris possono portare cose di valore, mentre Andreas Obst, ammirato ad Eurobasket, sarà come un vero e proprio nuovo acquisto per i bavaresi.

Walden, Sisko, Weiler-Babb, Jaramaz, Rubit, Hunter e Zipser sono certezze, Lucic è un campione.

Sì, il Bayern è squadra da Playoff e non stupirebbe vederlo sgambettare ripetutamente chi è considerato più avanti.

17-18W sono possibili.

(3/5, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

SQUADRE DA FINAL 4

Quattro squadre che valgono Final 4 e che sono vicinissime alle prime tre. Nessuna sorpresa, quindi, nel vederle più in alto. E’ francamente difficilissimo metterle in ordine, nella loro competitività notevole che si accompagna ad una diversità altrettanto importante.

#7 – FENERBAHCE

«Costruire una nuova generazione di campioni». Le parole di Dimitris Itoudis, udite almeno in tre periodi differenti nella lunga permanenza sulla panchina del CSKA, si adattano perfettamente alla situazione sulla sponda asiatica del Bosforo.

Dopo una stagione difficile, culminata però col titolo turco, il Fener rivuole la gloria europea e lo fa partendo da uno dei due, tre migliori Coach in circolazione.

La rivoluzione, oltre la panchina, ha visto la rinuncia a De Colo e Vesely, colonne portanti, ma spesso ai box, degli anni recentissimi.

Nick Calathes sarà la mente, il braccio di Itoudis in campo, dove come primo compito avrà quello di armare la mano di Wilbekin e di Carsen Edwards. Il primo dovrà semplicemente stare lontano dal pallone ad inizio giochi, mentre il secondo studia da Shane Larkin nella città che ha consacrato Shane Larkin. Letale da tre, ha tutto per poter essere qualcosa di grande. Sehmus Hazer dovrà proseguire il positivo percorso iniziato lo scorso anno, con quell’atletismo e quell’efficacia tanto apprezzate.

Guduric sarà il solito collante, così come capitan Mahmutoglu sarà la coscienza della squadra.

Dyshawn Pierre si dividerà con Nigel Hayes-Davies il ruolo di tre, con interpretazioni ben differenti. L’ex sassarese è ormai una certezza anche questi livelli.

La differenza tra un grande Fener ed una squadra di livello più basso la faranno, molto probabilmente, gli impatti di Nemanja Bjelica e Johnathan Motley. Il primo è un campione di cui va soltanto valutata l’eventuale usura. Il secondo è stato semplicemente fenomenale in Eurocup e francamente ha pochi limiti: starà a lui essere ciò che vorrà.

Devin Booker e Tonye Jekiri sarong chiamati, con ruoli differenti, a presidiare l’area dei tre secondi ed a cercare anche efficacia dall’arco (il primo) e con l’amata conclusione dai 3-4 mt (il secondo).

Il Fener è assolutamente una squadra da Playoff: in quale posizione e con quali ambizioni ce lo dirà il campo sebbene sia già chiaro come, nel caso molti dei citati tasselli andassero a posto, ci ritoveremmo di fronte ad una vera e propria “contender” senza se e senza ma.

Un risultato tra le 18 e le 21W è quanto si può oggi prevedere per la squadra costruita da Maurizio Gherardini. Ne arrivassero di più non saremmo per alla stupiti.

#6 – OLYMPIACOS

E’ reduce da una Final 4 in cui solo una magia di Micic le ha tolto la possibilità di giocare per il titolo, tuttavia c’è una certa diffidenza nei confronti degli uomini magistralmente guidati da Bartzokas.

A Belgrado è mancata solo l’esperienza, quella che ha bloccato i tanti esordienti al ballo finale in una gara a tratti perfino dominata tecnicamente.

E’ il gruppo dello scorso anno, senza Dorsey e con Canaan, senza Hassan Martin e con Tarik Black e Joel Bolomboy, oltre al tiratore Alec Peters. Upgrade o downgrade? Sono discorsi sempre complicati, ma ci pare che la profondità sia maggiore e che gli arrivi siano perfetti per il sistema dell’allenatore, confermando una linea tecnica chiara.

Sloukas coadiuvato da Walkup, uno di quelli il cui rendimento manca di rado, e Vezenkov, senza alcun dubbio potenziale MVP di questa lega, appaiono come i leader del gruppo. Senza dimenticare il grande apporto che può venire da Papanikolaou, giocatore determinante quando più conta. Se Bolomboy e Black sapranno integrare i cm di Fall proponendo alternative nel ruolo, o anche come 4 in quintetti lunghissimi, le cose si fanno molto interessanti.

Ad un passo dalla finale, si diceva, poi il dominio nei PO greci replicato nella recente Supercoppa nazionale: cosa dovrebbe fare di più l’Olympiacos per essere considerato una reale candidata al titolo?

La solidità di rendimento ci fa pensare ad un record da almeno 20-21 W in stagione regolare. Poi, come sempre sarà tutta una storia tutta da scrivere.

#5 – OLIMPIA MILANO

Profonda, esperta e con quell’aggiunta di fisicità ed atletismo che mancava.

10 giocatori che in EL ci sguazzano e lo fanno da tempo nonchè ad alto livello, due da testare (Mitrou-Long e Tonut) poi una pattuglia di italiani che può garantire qualcosa di utile soprattutto con Giampaolo Ricci.

Sarà ancora la Milano delle due M, quelle di Melli in campo e Messina in panchina. L’asse è confermata ed il discorso tecnico comincerà ancora da lì.

Nik sarebbe un potenziale MVP della competizione se troppo spesso non si guardassero i tabellini per stabilirne i criteri di assegnazione, ed oggi si ritrova in un reparto lunghi in cui non soffrirà più di solitudine quando lontano da Hines. Voigtmann porta un contributo offensivo importante in termini di tiro e si difende a rimbalzo, anche se globalmente fatichiamo a vederlo come upgrade completo rispetto a Mitoglu, mentre Brandon Davies è un fior di giocatore reduce però da un finale di stagione complicato fisicamente.

Proprio la condizione dell’ex Barça, così come quella di Pangos in regìa, sarà ago della bilancia della stagione biancorossa. Il canadese/sloveno arriva da un lunghissimo stop agonistico e necessita del giusto tempo per tornare ad essere quel genio imprendibile che ha deliziato l’Europa.

Devon Hall dovrà essere soltanto… Devon Hall, con quella voglia di aggiungere qualcosa al suo già ricco bagaglio ogni santo giorno.

Shavon Shields è un legittimo candidato ad MVP, impossibile pensare il contrario, col suo contributo sui 28 metri assolutamente unico, pareggiato solo da Will Clyburn nel ruolo.

L’esperienza e l’efficacia quando più conta di Hines e Datome è un valore inestimabile, mentre si dovrà fare l’abitudine a rivedere un po’ di “triple ignoranti”, il pane quotidiano di Billy Baron, uno che da anni studia da Basile in quelle esecuzioni.

Deshaun Thomas, il famoso “coltellino svizzero” secondo Trinchieri, può dare tantissimo in diverse situazioni. Da anni è uno dei profili migliori meno considerati a livello alto.

E poi c’è Messina, che trova finalmente una squadra che farà del post un’arma totale, come nelle migliori avventure del Coach in passato. Siamo a livelli di coaching eccellenti, per certi versi unici: non potrà essere MVP perchè in giacca e cravatta, ma certo che averlo in panca è una bella sicurezza per la Milano che sogna il titolo dopo 35 anni.

Stagione regolare? 20-23W, il livello della squadra dice quello se non di più.

#4 – MONACO

Ok, sgomberiamo il campo da ogni dubbio: Monaco da F4 e quindi, eventualmente, da titolo? E’ una ragionamento che ci sta, per chi è andato a 2 minuti da Belgrado nella serie più bella dei Playoff 2022, ma soprattutto è una speranza, lo ammettiamo. Perchè? Vorrebbe dire riportare al centro del villaggio quel basket accattivante, straordinariamente coinvolgente e spettacolare che fa innamorare. Vorrebbe dire riportare nei quartieri alti il talento insieme all’atletismo, ai ritmi alti ed alla sfrontatezza. Tutto ciò che abbiamo amato alla follia dall’arrivo di Sasa Obradovic sul pino monegasco.

Monaco ha perso Dwayne Bacon ed è tanta roba, ma sono arrivati una serie di giocatori che portano automaticamente verso i piani più alti della competizione.

Okobo e Loyd ad affiancare MJ in una combinazione di guardie semplicemente eccitante che dovrà sapere e sapersi gestire. Jaron Blossomgame che non esitiamo ad indicare come una delle sorprese dell’anno, come se poi non bastasse quanto mostrato lo scorso anno. Quante volte lo vedremo trasformare con morbidezza i vantaggi creati dai tre menzionati sopra? Tante…

Moerman porta esperienza e capacità di gestire i momenti difficili, John Brown III tutto il suo contributo di energia e la sua capacità d’essere nettamente il migliore di tutti nei “closeout”, in aiuto a tutta la squadra.

Se Donta Hall dovesse crescere sino ad essere uno dei migliori due-tre lunghi della competizione ci verrebbe quasi da dire “lo sapevamo”, mentre dagli stessi Diallo e Oauttara ci si attende miglioramento e conferma rispettivamente (ricordate i Playoff di quest’ultimo?).

Sasa Obradovic sarà quindi il primo “Obradovic” della prossima Eurolega? Sì, pare proprio di sì, coi suoi a dover dimostrare che si può fare bene anche quando non sei più una sorpresa. Anche per i monegaschi, forchetta tra le 19 e le 23W con un solido posto Playoff.

(4/5, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

SQUADRE DA TITOLO

#3 – BARCELLONA

Meno male che c’è Saras a parlare chiaro, perchè della pressione che circonderebbe i blaugrana non se ne può più. Con tante favorite, sembra che solo loro siano obbligati a vincere l’Eurolega, dimenticando, al solito, che una vince e 17 la giocano e basta.

E’ un bel Barça, completo e molto più portato alla fase offensiva, con maggior ritmo nelle gambe grazie a quel Satoransky che sarà un altro da valutare come MVP della competizione. Che coppia straordinaria con Laprovittola! Chi ne ha due così in quella zona del campo?

Kalinic certezza totale: ha tutto, dall’esperienza alla tecnica sopraffina, oltre a sapere come si vince. Assolutamente la firma estiva più sottovalutata e che sarebbe servita a tutte le prime.

Molto passerà da Vesely e da una condizione fisica che negli ultimi anni è sembrata un po’ precaria. A posto lui, da quelle parti si vola.

Cose positive possono arrivare da Tobey, anche dopo il rientro di Mirotic, cosi come nel caso di da Silva, ottimo prospetto.

Il cuore della squadra resta nei vari Kuric, Abrines Martinez e Jokubaitis, nonchè in Cory Higgins, sul quale si lavora per averlo pronto nella seconda perte di stagione.

Sanli dovrà sobbarcarsi tanto lavoro, soprattutto se Vesely non fosse ancora pronto al 100%, e qui potrebbe sorgere qualche difficoltà a rimbalzo.

L’infortunio di Mirotic? Ovvio che oggi sia un problema, anche perchè manca una data certa di rientro, tuttavia alla lunga potrebbe essere una disgrazia inferiore a quanto si pensi. Avere un fenomeno tale fresco da gennaio in poi è situazione in grado di diventare letale, sì ma per gli altri.

Vedremo un Barça forse meno spietato in stagione regolare, quindi un numero di sconfitte in doppia cifra non ci stupirebbe: 22-25W.

#2 – EFES

Partiamo da Larkin ed allora vale quanto detto per Mirotic: oggi è un problema, poi lo sarà forse per gli altri. Nel frattempo ci può pensare Vasa, MVP di tutto di recente.

Con la forza dei campioni, con la voglia matta di scrivere una pagina unica ed irripetibile di storia del basket europeo e con quel diavolo di Ataman in panchina, l’Efes affronta una stagione in cui tutta la pressione c’è, ma è sugli altri.

Il mercato ha portato giocatori che completano un roster, e soprattutto un quintetto, in grado di esaltare le caratteristiche del magico duo Larkin-Micic. Clyburn, Polonara e Zizic sono tre atleti che nel ruolo non hanno rivali a livello di corsa e di transizioni rapide. Potrebbe nascerne uno spettacolo straordinario.

Il blocco Beaubois, Bryant, Dunston e Pleiss sa cosa fare per rendere efficace il basket del Coach e tra questi non sottovaluteremo la possibilità di una grande crescita di Elijah Bryant, giocatore di notevole livello sui due lati del campo.

In aggiunta, soprattutto nei primi mesi senza Larkin, non sarebbe per nulla una sorpresa vedere un Tuncer in formato Eurobasket, sentenza dall’arco. Ci sono quei momenti che fanno svoltare una carriera e questo potrebbe essere successo.

Curiosità per il ritorno di M’Baye in EL dopo gli ultimi anni molto positivi in Turchia.

Partiranno col freno a mano tirato come gli ultimi due anni per poi essere i più pronti quando è tempo di trofei? Magari accadrà, ma non nella forma già vista, anche perchè la netta maggior competitività di questa stagione vedrà un grande equilibrio che permetterà poche disattenzioni.

E’ un Efes da 22-25W, al massimo da 20-23, ma comunque in alto.

#1 – REAL MADRID

Recentemente a Siviglia per la Supercopa, siamo stati testimoni di una situazione che dice tanto del Real di quest’anno. Avanti più o meno di 30 col Betis in semifinale, vediamo in campo un quintetto del tipo Chacho-Musa-Hezonja-Cornelie-Poirier e ci chiediamo quando entreranno seconde linee e “bambini” visto il punteggio. Mai è la risposta, perchè quelli erano in quel momento gli ultimi della rotazione…

Chus Mateo ha in mano una squadra fenomenale, completa in ogni reparto con, forse, l’eccezione del ruolo di PG, dove sono in tanti ma manca l’asso del livello dei compagni. Anche se si fatica a pensare incompleto un reparto con Chacho, Abalde, Alocen, Llull, e Williams-Goss… Detto tutto ciò, le strade che portano a Campazzo sono tante, come vi abbiamo già detto da inizio estate e come abbiamo confermato, con tanto di potenziale inserimento del Partizan, tre settimane fa. Ecco, arrivasse il Facu, sarebbe ben difficile trovare un’altrenativa ai “blancos”.

Dzanan Musa e Mario Hezonja danno una dimensione nel ruolo di ala, col bosniaco attivissimo anche da 1 e 2, con pochi eguali. E quegli eguali non li ha nessuno avvicinandosi al canestro.

Deck, Yabusele, Cornelie, Tavares e Poirier. serve altro?

Tra i tanti citati abbiamo dimenticato “soltanto” Rudy, campione terreno ai box i primi due mesi, Hanga, “Mr utilità”, e Fabien Causeur, l’uomo dei finali e delle finali, in attesa del ritorno di Randolph, sfortunatissimo e che speriamo di poter vedere al meglio.

Si sono già viste anche importanti novità tecniche apportate da Mateo, con una ritrovata voglia di correre e di entrare rapidamente nei giochi.

Proprio il Coach, storico assistente di Laso, ha il grande vantaggio di un roster assai superiore a quelli avversari, tuttavia è in una posizione comunque delicata perchè succedere ad una leggenda come il suo ex capo allenatore non può mai essere semplice.

Questo Real vale 24-26W e potrebbe essere la prima squadra a vincere la stagione regolare ed confermare il verdetto in Playoff e le Final 4, dopo tante eccezioni in quel senso.

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