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I protagonisti di Eurolega in campo ad Eurobasket 2022: il loro rendimento

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Eurobasket ha visto all’opera ben 69 giocatori che saranno impegnati nell’imminente stagione di Eurolega. Che prestazioni hanno fornito?

69 giocatori di Eurolega hanno vestito la maglia della propria nazionale ad Eurobasket. Tutte le squadre del massimo torneo continentale per club hanno avuto almeno un giocatore impegnato nella rassegna chiusa domenica a Berlino.

Un breve viaggio nelle prestazioni di tutti questi atleti, divisi per club di appartenenza (tra parentesi il numero di giocatori per ogni club).

STELLA ROSSA (1)

Nemanja Nedovic – 52′ in totale, figli dell’infortunio che si è portato dietro. Un breve acuto con la Finlandia ma del tutto ingiudicabile nel globale.

MONACO (1)

Elie Okobo – Quando chiamato in causa ha quasi sempre risposto presente, il problema è che in quattro occasioni non ha superato i 9′ di impiego. Il 47,4% da tre fa pensare a cosa potrebbe succedere vicino a Mike James. Dovrà gestirsi bene, perché quest’anno non sarà più una sorpresa.

LDLC ASVEL (1)

Kostas Antetokounmpo – Il “terzo fratello” ha visto il campo pochissimo anche a causa dell’infortunio che lo ha accompagnato. Da rivedere ed assai atteso a Lione.

PARTIZAN (2)

Yam Madar – Ha prodotto tanto, il talento c’è tutto, sia tecnico che atletico, tuttavia deve spesso riordinare le idee in fase di scelta. Obradovic saprà come fare anche perchè ad oggi è la guida del Partizan in campo.

Ioannis Papapetrou – Del tutto ingiudicabile per l’infortunio prima del via.

PANATHINAIKOS (2)

Georgios Papagiannis – Come Papapetrou infortunato prima dell’inizio, non ha potuto rendere al meglio. Troppo spesso dimenticato dai compagni per via di una condizione fisica molto sommaria.

Marius Grigonis – Fa il suo e lo fa bene a 14,5 di media con l’abituale 40,6% da tre. Non è lui la causa dei troppi problemi lituani.

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ZALGIRIS (3)

Ignas Bradzeikis – 10,7 punti (38% da tre) e 3,7 rimbalzi confermano che sarò molto interessante. Come da tutta la Lituania, però, ci si aspettava molto di più nei momenti chiave.

Lukas Lekavicius – Utilizzato quasi la metà del tempo rispetto a Jokubaitis, produce di più in proprio ma coinvolge meno i compagni. Ottime le percentuali al tiro (86,7% da due, 40% da tre).

Arnas Butkevicius – 21′ sul parquet di media, 4 punti col solo 30% dall’arco. Non era la stella ma è parso troppo ai margini. Resta profilo da valutare a fondo in EL.

VIRTUS SEGAFREDO (3)

Nico Mannion – Ha solo 21 anni ed in certi momenti si vedono tutti, ma certamente rappresenta il futuro della Nazionale. Troppo male dall’arco per essere vero, resta l’unica guardia azzurra in grado di creare vantaggi come il gioco di oggi richiede. Serve crescere tantissimo in difesa ma ancor di più non perdere quella sfacciataggine che sarà la sua forza.

Alessandro Pajola – “He is back!”. Dopo un periodo in cui ha sofferto molo, abbiamo rivisto il Pajola che fila differenza e riesce a farlo con tabellini che farebbero rabbrividire qualunque atleta. Ha dentro qualcosa che altri non hanno. Il giorno che un po’ di fiducia permetterà di scuotere la retina con percentuali accettabili saranno guai ancora più grossi per gli avversari.

Ismael Bako – Che fosse un ottimo giocatore lo sapevamo già, che avesse tante cose da far crescere anche. E’ presenza a rimbalzo ed in area, deve migliorare molto la capacità di farsi coinvolgere, non limitandosi alle cose che sa già fare. Interessante da vedere con gente come Milos e Lundberg.

VALENCIA (4)

Bojan Dubljevic – 15,2 e 5,8 rimbalzi ed il 41,9% da tre. Un buonissimo “Dubi” che ha guidato il suo Montenegro sin dove si poteva, spaventando un po’ la Germania negli ottavi.

Xavi Lopez-Arostegui – La fiducia di Scariolo c’è stata ad oltre 22′ di utilizzo, il rendimento è stato inferiore alle attese. Forse paga le aspettative, che sono molto alte perchè ha tutto per fare benissimo. 6/33 dall’arco è dato molto negativo.

Jaime Pradilla – Non negativo ma un po’ lontano dall’alto rendimento globale della sua Spagna. Come Lopez-Arostegui, non è mai parso perfettamente a proprio agio, fornendo però sprazzi della sua classe che è lì, cristallina. Comunque tre doppie cifre nelle prima 4 gare.

Klemen Prepelic – Ha sofferto tantissimo e non è stato l’arma letale che tutti pensavano. Ovvio che il rientro da un lungo e delicato infortunio ne abbia limitato il rendimento.

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FENERBAHCE (4)

Nick Calathes – 8,1 punti, 5 assist e 3,1 rimbalzi. Il giocatore produce sempre, anche se raramente si è visto il suo impatto vero, quello dei giorni migliori. Ha un po’ seguito il flusso delle partite invece che farlo suo.

Melih Mahmutoglu – Eurobasket non certo memorabile, ma vale per lui quanto per Tuncer: doveva essere un complemento, le responsabilità più pesanti sono altrove.

Semus Hazer – Utilizzato a sprazzi, ha sempre fatto quanto richiesto. Rimane un giocatore che all’interno di un sistema come quello che sarà il Fener potrebbe dare molto. Il sogno di Itoudis è renderlo il nuovo Hackett.

Marko Guduric – Impalpabile, non è mai stato un fattore. Paga la confusione serba, squadra che ha imposto per forza del roster e non per qualità di gioco. Quasi due perse (1,8) a gara.

BAYERN (4)

Andreas Obst – Esteticamente meraviglioso, insieme a Markkanen la cosa più bella da vedere in questo europeo. Naturalmente parliamo del suo rilascio, una vera poesia. Ma è stato anche efficace come pochi nel sapersi prendere un tiro in quei minimi spazi concessi dalle difese. Raggio illimitato, potrà diventare l’erede di tanti grandi tiratori in EL.

Nick Weiler-Babb – Spettacolare in difesa, dove è uno dei migliori nel ruolo, è sempre più solido ed affidabile. Con un tiro da tre credibile potrebbe diventare arma molto importnate.

Vladimir Lucic – Malissimo dall’arco (9,1% su soli 11 tentativi), è stato utilizzato a sprazzi a livello tecnico, senza coinvolgerlo in quel gioco di squadra che conosce alla perfezione. Urge tornare dal Trinka, lui sa cosa vuol dire avere “Lucha”.

Ognjen Jaramaz – A tratti si è visto il giocatore in divenire che aveva incantato nel finale della scorsa stagione. Ha bucato la gara con l’Italia, ma quei soli 10′ concessigli sono una delle tante domande che accompagnano il torneo serbo.

BASKONIA (4)

Sander Raieste – Presenza abbastanza marginale in una squadra che ha fatto comunque bene. Per il salto di qualità serve personalità maggiore, oltre all’applicazione difensiva che c’è già. E tiro da tre…

Maik Kotsar – Interessante. Atteso al grande ballo di Eurolega, si presenta con un Eurobasket da 12,2 punti 5,6 rimbalzi. Un po’ troppi gli errori sia da due che in lunetta.

Rokas Giedraitis – Ai margini e solo come cambio dei più quotati compagni, non incide minimamente con 18 punti in 6 gare.

Vanja Marinkovic – Ha tirarto col 62% da tre, è stato una delle vittime delle rotazioni incomprensibili di Pesic, non tanto per i minuti (oltre 15′) quanto per i momenti della gara. E’ comunque sempre atteso al salto di qualità definitivo in EL.

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ALBA (5)

Jaleen Smith – Tanti alti e bassi, anche all’interno della stessa gara, ma uno degli ultimi che ad arrendersi con la Finlandia. Rimane giocatore su cui posare gli occhi a lungo quest’anno. Ha chiuso a 12 con 4,7 assist.

Yovel Zoosman – Complessivamente male, non c’è stata una sola gara in cui il suo plus/minus sia stato positivo (globalmente -28). E’ parso ai margini e sembra inevitabile sottolineare la sofferenza di fronte ad un Avdija pigliatutto.

Tamir Blatt – Passa molto bene la palla, sa farsi sentire anche a rimbalzo nonostante la stazza limitata ed è partecipe in attacco. Si spegne un po’ con lo spegnersi della sua squadra.

Maodo Lo -Splendido in almeno 5 gare, è un po’ mancato in semifinale. Sentenza dall’arco (45,1% su 51 tentativi, 5,7 a gara), assume sempre più le sembianze della guardia di altissimo livello di Eurolega.

Johannes Thiemann – Una delle più belle sorprese del torneo. Prestazioni quasi tutte eccellenti e la capacità di fare sempre qualcosa che serve alla squadra.

MACCABI (5)

Lorenzo Brown – Dominatore assoluto, probabilmente scippato del titolo di MVP. 15,2 e 7.6 assist, facendo sempre la cosa giusta nel momento giusto. Ha iniziato con le marce basse, poi 28-10-29-14 nella fase ad eliminazione, con 36 assist in 4 gare. Se è questo il Maccabi fa paura.

Roman Sorkin – Discreto torneo da 7,2 con 3,8 rimbalzi, ma è chiaro come soffra contro determinati corpaccioni e contro altri assai mobili. E’ una via di mezzo che non può sbagliare una sola scelta.

Guy Pnini – 14′ di leadership più emotiva che tecnica, in tre gare su cinque è praticamente sparito (3 punti totali). Quello che può dare è più un contributo di esperienza e nel nuovo Maccabi potrebbe servire moltissimo,

Rafi Menco – Buon tiratore da tre, anch’egli, come Zoosman, ha un po’ sofferto i tanti spazi occupati da Avdija. Può aiutare molto il Maccabi, soprattutto in patria.

Jake Cohen – Presenza utile ma limitata per coinvolgimento. 4,8 punti e 3,2 rimbalzi in appena 12′ sono dati discreti, ma nulla più.

EFES (5)

Shane Larkin – Bene all’esordio, non ha trovato il ritmo e l’equilibrio con le stelle della squadra provenienti dalla NBA. Si è fatto male sul più bello, sarebbe stata un’altra storia per la Turchia averlo nelle gare decisive. Ora due mesi per recuperare e guidare l’Efes verso il sogno “threepeat”.

Vasa Micic – Delusione notevole, non tanto per i numeri (14,8 e 7,5 assist) che sono notevoli, quanto per il non aver preso in mano la squadra nei momenti decisivi, tra i quali quello del parziale azzurro. Feeling con Pesic da rivedere.

Achille Polonara – Solido, concreto ed efficace. Come a Belgrado, il suo rendimento sale automaticamente in assenza del Gallo. Abbastanza ovvio. Il 48,1% da tre è notevole, ma ciò che fa la differenza è l’applicazione a rimbalzo (6,9). Sarà “Polonair” nel sistema di Ataman? Ci sono tutti i presupposti per il sì.

Bugrahan Tuncer – Prova memorabile da vice-Larkin con la Francia (6/10 da tre e serie da 6/6) ma sappiamo com’è andata. Non è certo lui il responsabile della prematura uscita ottomana. Potrebbe diventare un fattore in EL, soprattutto all’inizio durante l’assenza dello stesso Larkin.

Amath M’Baye – Sempre elegante, è stato eccellente contro la Slovenia (13+4+5) ma chiaramente non era la prima opzione francese. Dovrà abituarsi perchè ancor meno lo sarà all’Efes.

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OLYMPIACOS (6)

Kostas Sloukas – Non stava bene e lo si è visto abbondantemente. Ingiudicabile.

Michail Lountzis – Contributo di volontà quando chiamato in causa. Mai in campo quando contava di più.

Giannoulis Larentzakis – La solita “garra” e l’abituale volontà di non mollare mai. C’è anche il 42,1% da tre nelle doti di un giocatore che prosegue la sua crescita anche a livelli dove nessuno lo avrebbe mai creduto possibile protagonista.

Moustapha Fall – Ha avuto più fiducia di Poirier, pur giocando meno. Non ha mai realmente inciso con una stazza che doveva fare paura.

Sasha Vezenkov – Stratosferico! Impossibile dare l’MVP ad un bulgaro, per via di compagni limitatissimi, ma Sasha ha giocato da vera superstar nei fatti. Crescita costante in stagione culminata in un torneo da 26,8 con 12,2 rimbalzi, 2,2 assist e 31,2 di valutazione, dietro a Giannis e Jokic ma davanti a Markkanen e Doncic. 26/28 ai liberi, 40% da tre e 56,6% da due. Non si può chiedere di più.

Kostas Papanikolaou – Spesso la vera anima greca, con Giannis, ha fatto tante cose che a una squadra servono sempre. 5,4 rimbalzi e quasi due assist la dicono lunga.

BARCELLONA (6)

Tomas Satoransky – Condizionato totalmente dall’infortunio prima del via, eroicamente è sceso in campo lo stesso. Inizialmente in grande difficoltà, è poi esploso con prove di notevole spessore che hanno flirtato con la tripla doppia. 38 assist e 20 rimbalzi nelle ultime 3 gare. E’ un campione, può dominare in Eurolega.

Jan Vesely – 15,8 con 5,2 rimbalzi ed il 68,5% dal campo, I numeri ci sono stati tutti, forse era lecito attendersi qualcosa di più in termini di impatto sulle gare. Quando sta bene resta uno dei primi tre in Europa nel ruolo.

Nikola Kalinic – Come sempre una certezza, tuttavia poche volte lo abbiamo visto nel territorio di caccia preferito (post), forse per i tanti spazi occupati da Jokic. Ha finito con il 53,8% da due, il 60% da tre, 11 punti, 3,5 rimbalzi e 2 assist. Sarà una delle chiavi del Barça di Jasi, per cui pare giocatore perfetto.

Rokas Jokubaitis – Il talento si conferma a tutto campo, ma il 27,8% da tre pesa nel suo europeo.

Sertac Sanli – Molto poco efficace, non è stato protagonista in una squadra che ha dato il meglio quando nel ruolo era in campo Sengun, mai sostituito a dovere quando ha avuto problemi di falli. 8 punti e 6,3 rimbalzi non devono trarre in inganno.

Mike Tobey – Partito alla grandissima (24+8) sulle ali dell’asse con Doncic, ha subito uno stop fisico che ne ha limitato il rendimento in seguito. Il rendimento, nella fase ad eliminazione, è stato un po’ come quello della squadra, ondivago e poco deciso.

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REAL MADRID (6)

Rudy FernandezEurobasket memorabile per un campione unico. Oltre i numeri (comunque 16/37 da tre, pari al 43,2%) è stato leader totale in campo e fuori. Merita il titolo, con tutta la commozione derivante dalle dure vincente personali recenti, affrontate con una professionalità unica.

Vincent Poirier – Il secondo, a volte il terzo lungo delle rotazioni di Collet, si è spesso pestato i piedi con l’altro centro quando utilizzato in formula “twin tower”. 12′ ingiudicabili perchè mai sfruttato a dovere.

Guerschon Yabusele – Europeo solido, da grande giocatore che ormai è. Qualcosina in più a rimbalzo (3,8) si può chiedere, ma è uno dei pochi 4 del continente che ha reale doppia dimensione (46,4% da tre e 59,3% da due).

Mario Hezonja – Decisamente deludente, mai al livello che può toccare. Un po’ come tutta la Croazia, disordinata e poco impattante. Ha fatto cose che uno come lui può fare in ciabatte, è stato lontano dal resto.

Dzanan Musa – Eurobasket da star, con il capolavoro da 22+5+5 contro la Slovenia. Ha tutto per esplodere definitivamente a Madrid, dove l’ambiente potrà pesare, ma avere di fianco Rudy e Sergi sarà una spinta fondamentale. 62,8% da due e 45% da tre, con 4 assist e 3,4 rimbalzi. Super!

Adam Hanga – Guai muscolari, due sole gare, comunque da leader. Il solito Hanga, uno dei pochi che sa fare tutto sui 28 metri.

OLIMPIA MILANO (7)

Gigi Datome – Oltre numeri, comunque buonissimi (8,1 punti col 52,4% da due ed il 39,3% da tre a cui aggiunge 2,4 rimbalzi), una leadership totale. Ora che il futuro della Nazionale sembra in grado di riservare soddisfazioni sarebbe un vero peccato che Gigi non potesse avere al collo una medaglia. E’ l’uomo che ha portato avanti la barca azzurra anche negli anni tempestosi, merita una “standing ovation” infinita. Deciderà, come sempre, con maturità e saggezza.

Nicolò Melli – Europeo da protagonista assoluto, con Alberto Diaz e Pajola divide il premio di miglior difensore. E’ però ottimo anche davanti, dove sa di dover essere un fattore e si prende tutte le responsabilità del caso. 12,6 punti, 4,3 rimbalzi, 3 assist, 1,6 recuperi 14,7 di valutazione ed un plus/minus medio di +5: l’Italia non è l’Italia senza Nik.

Stefano Tonut – Alti, non molti, e bassi, parecchi soprattutto in difesa dove ha sempre sofferto. L’Eurolega sarà un altro mondo, sinora mai toccato. Non saranno soltanto un 48,6% da due ed un 20% da tre a richiedere crescita, ma un’attenzione difensiva che verrà richiesta con costanza.

Tommaso Baldasso – Presenza totalmente marginale, come abbondantemente previsto. Continuiamo a non capire perchè, in tali condizioni, non si sia data la possibilità di approcciare una grande manifestazione internazionale a Matteo Spagnolo, futuro azzurro nel ruolo.

Giampaolo Ricci – Come accade diverse volte va oltre i propri limiti e dà un discreto contributo anche a livelli che si pensa non dovrebbero essere i suoi. Chi avrebbe pensato a Pippo in campo oltre 17′ in un europeo?

Paul Biligha – Nelle poche volte in cui è chiamato in causa fa il suo come sempre a livello di impegno, con tutti i limiti di una stazza e di una tecnica che va in sofferenza con tutti i pari ruolo.

Johannes Voigtmann – Niente di che, soprattutto considerando l’alto livello messo in campo dai compagni. Bene nella “finalina”, conferma i suoi pregi (efficacia a rimbalzo, tiro dall’arco e capacità di aprire il campo) ed i suoi difetti (quando mette palla per terra è un incubo per i compagni). 6,7 rimbalzi sono un dato notevole.

(Photo: http://www.fiba.basketball)

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