Europei, ci siamo. Non seriamente ma ci siamo

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Europei? Ritorna la visione di Maurizio Zoppolato, la nostra firma più tagliente ed anticonvenzionale.

Ghe semmu, come diceva mia nonna quando il treno arrivava alla stazione di Lavagna, e io non vedevo l’ora di cacciarmi in quell’acqua che a me sembrava la più bella del mondo e invece a guardar bene era solo il mar ligure con una spiaggia di ciottoli. 

Questa edizione degli europei la vivo con uno stato d’animo che mi rimanda a quei momenti: l’eccitata attesa di vedere -di persona o in streaming- qualcosa che si avvicina al meglio esistente nella mia personale prospettiva del basket, ma con “quella faccia un po’ così” per il recapito a domicilio della prima fase, che mi impedisce di approfittare del torneo per una settimana di viaggio/vacanza. Ah, sì, poi ci sono le limitate aspettative sulla nostra nazionale… 

Vabbé, andiamo con ordine.

Eurobasket | Eurodevotion

Sede a Milano, si diceva. Chi ha avuto occasione di assistere altrove a qualche evento sportivo di una certa portata, sa come ci si trovi avvolti dall’atmosfera sin dall’aeroporto o dalla stazione: nella diffusa consapevolezza che qualche migliaio di tifosi/partecipanti meritano enfasi e accoglienza, e chissà mai che l’effetto futuro sia di moltiplicare le presenze turistiche qualificate. 

Ora, bene la “fan zone” promessa in piazza Duomo a partire dal 1° settembre, e ci rendiamo conto che sarebbe stato difficile per il Comune dedicare ad una tifoseria una intera porzione di spiaggia, come accadde per i lituani a Tel Aviv. Però, ecco, solo quello? Proprio nient’altro? 

Diciamo che qualche informazione diffusa in più (per dire, la pagina web sull’evento è aggiornata al… 2 agosto), qualche iniziativa preliminare, qualche manifestazione collaterale simile a quelle che accompagnano gli eventi cittadini di moda o design, avrebbero evitato l’effetto attuale di rendere i milanesi consapevoli dell’Europeo casalingo quanto lo erano del saturimetro prima del 2020. 

Del resto, perché perdere l’occasione di perdere un’occasione? 

La nazionale, dal canto suo, rischia fortemente di adeguarsi al clima di sostanziale disinteresse e svolgere il compitino senza sogni o velleità: impossibile non passare tra le prime 4 del girone a 6, probabile un accostamento favorevole agli ottavi, e poi a casa ai quarti con la “soddisfazione” di essersela giocata fino a 2’ dalla fine con una delle big, che tanto “sono di un altro pianeta”.

Certo, se vuoi suscitare entusiasmo o almeno coltivare aspirazioni di appartenenza nel pubblico (soprattutto quello più giovane), poteva essere una buona idea non lasciare a casa i due giovani appena chiamati al draft NBA; e pure non spedire a un indirizzo nuovo le labbra del miglior realizzatore italiano del campionato, scegliendo invece di tenerti accanto in panca un Baldasso che con tutto l’affetto -e vi assicuro, l’affetto c’è- nel torneo sarà utile quanto un mangiacassette rotto.

Il Punto di Toni Cappellari

Tant’è, queste sono state le scelte, giustificate dal Poz con frasi che andrebbero benissimo per una sedicenne che lascia il fidanzatino (“sei una persona bellissima, ma non sei funzionale al mio futuro…”), ma che quanto a spessore tecnico non superano le perplessità.

Vero che proprio all’ultimo ci si è messo anche il ginocchio del Gallo, con conseguente precipitoso richiamo di “Tex” Tessitori, ma insomma gli infortuni in un torneo così li puoi anche mettere in conto. Se guardiamo alle provenienze, 9/12 sono dall’asse Milano-Virtussino (ok, dai, conto anche il Tex in uscita da Bologna), con i soli Spissu, Polonara e Fontecchio a completare il gruppo: tre attualmente all’estero, ma soprattutto i primi due ex sassaresi di quando Poz allenava in Sardegna, e l’ultimo un ex Olimpia. Insomma, non un segno di grandissima salute del campionato nostrano, o forse non un segno di ampia visione dei selezionatori.

Sportivamente, sarà una squadra sulle spalle di Fontecchio e Melli, e che il fato ce li conservi sani.

Le altre del nostro girone. Il Forum esaurito godrà delle prodezze di Antetokounmpo, a cui personalmente imputo solo la commercializzazione di sue canotte che rendono gli acquirenti inconsapevoli parodie. “Tex, prova tu a fermarlo!”, e fa già ridere così.

La penultima serata metterà presumibilmente in palio il secondo posto del girone, e sappiamo bene che giocare contro la Croazia è sempre gradevole quanto la telefonata di fine luglio del commercialista; fortunatamente, qui non ci sarà in palio l’accesso alle Olimpiadi (sì, sanguino ancora dal 2016…), ma un incrocio agli ottavi comunque abbordabile.

Per il resto, ferma la prevedibile collettiva partecipazione emotiva per l’Ucraina, gli altri incontri non dovrebbero produrre grandi sorprese, a meno che non considerate già sorprendente che abbiano recuperato una dozzina di britannici che sanno giocare a basket. Insomma, Estonia-Gran Bretagna rischia di rivelarsi avvincente quasi quanto la vicenda Letta-Calenda sotto ferragosto, e con lo stesso successo di pubblico.

Le big degli altri gironi. Rinviando a ben più competenti analisi, nel girone “parallelo” al nostro ci godremo una Serbia che si permette di pensionare Teodosic (e noi nel ruolo portiamo Baldasso. Sigh.) e che passeggerà nel girone di qualificazione: avendo avuto in passato la fortuna di condividere il piano di albergo con Jokic e compagnia per una settimana, non oso pensare alle birre e alle sigarette che accompagneranno la tranquillità della prima fase.

Il Punto di Toni Cappellari | Teodosic vuol superare Dino Meneghin con le espulsioni? ! Eurodevotion

Dall’altra parte (almeno fino ai quarti) del tabellone, una Spagna che sembra sempre sul viale del tramonto e poi ti ritrovi inesorabilmente alle battute finali (mai scommettere contro la Spagna. Mai. Neppure un gelato. Rischieresti di trovarti con Scariolo dietro al bancone che ti domanda beffardo se ci vuoi anche le praline), e un girone B così duro che Dante non avrebbe neanche provato a immaginarlo, con Francia, Slovenia e Lituania che vorranno definire le gerarchie, e la Germania che tenterà di scardinarle. 

Da questo elenco, uscirà la “big” che da copione dovrebbe emettere agli azzurri il biglietto Berlino-Fiumicino. Nel mio piccolo, faccio un voto: se non accade, scrivo un altro pezzo. Promesso.

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