Zizic, l’uomo da corsa dell’Efes degli All Star

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I PRO E I CONTRA DEL SUO GIOCO

Un centro moderno e classico allo stesso tempo: si potrebbe riassumere così l’Ante Zizic
giocatore, capace di catturare l’occhio per alcune caratteristiche fisiche e atletiche
clamorose se parametrate all’altezza e alla lunghezza infinita delle sue braccia.


La modernità del suo gioco risiede senza dubbio nella capacità di correre in transizione
come un esterno e di risultare quindi irraggiungibile dal suo marcatore in campo aperto: nelle
rare volte in cui il Maccabi è riuscito ad andare in campo aperto l’efficacia del croato è stata
esponenziale. L’unico pari ruolo al suo livello da questo punto di vista è forse Steven Enoch
del Baskonia, ma tra i due c’è una differenza nell’apertura alare totalmente appannaggio dello spalatino. Se a queste doti aggiungiamo un atletismo sopra la media ecco che abbiamo un centro dominante per certi aspetti e per il quale i rimpianti aumentano per ciò che avrebbe potuto fare dall’altra parte dell’oceano.


Ci sono però ovviamente dei punti di domanda e questi risiedono nell’essere, come
premesso, per molti versi un centro vecchio stile, non un fatto negativo in senso assoluto,
ma limitante se guardiamo all’evoluzione e allo sviluppo della pallacanestro oggi. Si può dire,
per esempio, che l’utilizzo del piede perno e l’eleganza dei suoi movimenti nel pitturato
provocano quella sorta di nostalgia felice per gli appassionati nati negli anni ’70 e all’inizio
del decennio successivo, ma di contro la sua mancata crescita nel tiro dalla media e da fuori
ne fanno un giocatore su cui è facile preparare un game plan difensivo, in particolare
quando il cronometro comincia a correre verso lo scadere dei 24 secondi: le zero triple
tentate in carriera testimoniano la necessità per Zizic di dover necessariamente ampliare il
suo bagaglio offensivo per diventare il migliore di tutti nel continente.

Zizic in azione con la canotta del Maccabi (fonte: Euroleague.net)


Le delicatezza dei suoi polpastrelli inoltre farebbe pensare ad un giocatore à la Vujcic – per
restare a Tel-Aviv – per quanto concerne la capacità di passare il pallone, ma gli 0.7 assist in
carriera ci dicono che nonostante i lampi mostrati questo fondamentale dovrebbe essere
sfruttato in maniera molto più massiccia.


C’è poi un aspetto legato alla metà campo difensiva e riguarda senza dubbio la mobilità
laterale che rende difficile il cambio sui pick ‘n’ roll in cui spesso gli avversari lo coinvolgono,
cosa che rese la convivenza con Bender, difensore ben sotto la media, praticamente
impossibile. Sfairopoulos, maestro difensivo, ha nonostante creato un sistema efficace che è
riuscito spesso a togliere questa situazione all’attacco, costringendo, l’esterno vicino al ferro
nei pressi del quale invece Zizic si è affermato come buonissimo intimidatore.
La stragrande maggioranza dei giocatori, tifosi e soprattutto allenatori in Europa credono
però (a ragione, a parere di chi scrive) ancora in una sia svolta definitiva, motivo per cui
Ergin Ataman non ha esitato un secondo questa estate al momento di metterlo sotto contratto

(2/3, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

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