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Shavon Shields, il ritratto di una superstar totale

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DATI E CARRIERA

Shavon Shields si appresta a giocare la sua quinta stagione consecutiva in Eurolega, la terza con la casacca dell’EA7 Emporio Armani Milano dopo le prime due trascorse in Spagna con il Baskonia.

Nato nel Kansas il 5 giugno 1994 da papà americano (Will, Hall of Famer NFL) e mamma danese, Shields si mette in luce già nei suoi anni dell’high-school, diventando leader all-time della sua scuola (la Olathe Northwest) per punti, rimbalzi, tiri liberi segnati, tiri dal campo realizzati, palle recuperate e rimbalzi. Gioca al fianco di Willie Cauley-Stein, big-man poi visto per diversi anni in NBA tra Sacramento, Golden State, Dallas e Philadelphia.

La sua ottima carriera da liceale gli permette di ricevere diverse offerte per il passaggio al college. Shields sceglie la University of Nebraska, preferendola ai programmi di Texas Tech, Oregon State, Weber State, Long Beach State e Wyoming. Gioca quattro stagioni con i Cornhuskers, migliorando di anno in anno le cifre: nel suo campionato da senior chiude con 16.8 punti di media (miglior marcatore della squadra), 5.1 rimbalzi, 2.7 assist e il 47% al tiro.

Le statistiche gli valgono l’inserimento nel terzo miglior quintetto della Big Ten Conference, ma non sono sufficienti per catturare l’attenzione degli scout NBA. Shields, valutato tra le due/tre stelle dai principali portali di recruiting, inizia la sua carriera da professionista nel 2016-17 in Europa, con gli Skyliners di Francoforte. Nel finale di stagione sbarca in Italia, ceduto in prestito alla Dolomiti Energia Trentino, e il suo impatto è talmente buono da meritarsi la conferma anche per l’anno successivo. La stagione 2017-18 vale la sua consacrazione nel nostro campionato, con quella serie delle finali-scudetto giocata da leader assoluto contro l’Olimpia Milano.

Shavon Shields in azione con la maglia del Baskonia

L’esplosione con la canotta dell’Aquila gli permette il grande salto al piano superiore. Nell’estate del 2018 firma con il Baskonia, dove, dopo una prima annata di assestamento, fiorisce nella seconda metà della stagione successiva con l’arrivo in panchina di un guru come coach Dusko Ivanovic.

Ormai maturato, Shields finisce sul taccuino di coach Ettore Messina, che lo sceglie come pezzo chiave nella costruzione della sua nuova Olimpia Milano. Le sue prime due stagioni in biancorosso sono in continuo crescendo, step per la definitiva trasformazione in una superstar di Eurolega. Shields è miglior marcatore dell’Armani per due anni consecutivi (13.8 punti nel primo, 13.0 nel secondo), punta di diamante del sistema offensivo, e viene inserito per due volte nel secondo miglior quintetto di Eurolega.

Shavon Shields abbracciato con Malcolm Delaney e Sergio Rodriguez

Nel 2020-21 vince Supercoppa, Coppa Italia ed è grande protagonista della qualificazione dell’Olimpia alle Final Four di Colonia, con una gara-5 di playoff dominante contro il Bayern Monaco (34 punti, suo career-high). Nel 2021-22 è costretto ai box per oltre tre mesi a causa di un brutto infortunio al polso, ma mette in bacheca la Coppa Italia e il suo primo scudetto.

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CARATTERISTICHE TECNICHE DEL GIOCATORE

Shields è un giocatore all-around e two-way. Insomma, traducendo in italiano, è quanto di più completo si possa trovare nel basket contemporaneo. Per caratteristiche fisiche e tecniche è lo specimen perfetto per la pallacanestro moderna, un’ala atletica di 201 cm per 97 kg, in grado di giocare anche da guardia in sistemi pesanti e strutturati e di difendere su qualsiasi avversario sul perimetro.

Il repertorio offensivo è totale. Shields sa costruire dal palleggio, sia in situazione di blocco sulla palla che di isolamento, sfruttando ottime qualità di ball-handling, un primo passo rapido e qualità fisiche e atletiche che gli danno spesso vantaggio sul difensore diretto.

Nonostante i miglioramenti costanti nel tiro pesante, sia come spot-up shooter che dal palleggio, le sue aree di maggior efficacia sono il verniciato e, soprattutto, il mid-range, in antitesi con il trend del basket moderno, fatto di tiri al ferro e dall’arco, ma arma determinante a livello di Eurolega, dove le difese sono più accorte nella protezione dell’area e del perimetro.

Shavon Shields difende il pallone dalla pressione di Lorenzo Brown

Quando è lanciato in palleggio, Shields ha capacità per arrivare con forza al ferro e un fisico robusto per assorbire i contatti, ma il suo movimento più affidabile è probabilmente il pull-up dalla media distanza dopo aver disorientato il difensore con finte dal palleggio o per anticipare l’intervento in aiuto di un secondo avversario dal lato debole o dal centroarea.

Le capacità di lettura del gioco, per quanto buone, sono migliorabili. Shields tende a forzare in isolamento o ad accontentarsi di conclusioni dal mid-range a minor percentuale nelle fasi più confusionarie o finali di partita, quando la lucidità mentale cala per la fatica. E anche il numero degli assist, tendenzialmente sempre compreso tra i 2.0 e i 2.5 a partita, potrebbe essere alzato considerando la mole di gioco che passa tra le sue mani. A 28 anni, si affaccia ora alla stagione della grande verità.

Shavon Shields al tiro contro Kyle Weems nella finale scudetto tra Olimpia Milano e Virtus Bologna

L’efficacia offensiva va di pari passo con quella difensiva, aspetto che lo ha reso sin dalle sue prime partite il giocatore perfetto per il sistema di coach Ettore Messina. Shields ha le qualità mentali, fisiche e atletiche per difendere su tutti i ruoli perimetrali, ed è spesso l’uomo cui viene affidato l’attaccante avversario più pericoloso, che sia un grande playmaker, un tiratore formidabile o un’ala bidimensionale.

Quei 201 cm lo rendono un difensore perfetto nelle situazioni di cambio sistematico sul pallone cavalcatissime da coach Messina. Shields ha la capacità di reggere fisicamente contro i lunghi una volta lasciato il proprio uomo tra le mani di big-man difensivi eccelsi come Kyle Hines o Nicolò Melli. Da non sottovalutare, infine, il suo apporto come rimbalzista aggiunto. Nella sua ultima stagione di Eurolega ne ha raccolti 3.6 (3.9 in campionato), importantissimi per una squadra come l’Olimpia che, per strutturazione fisica, tende a soffrire vicino a canestro contro avversarie più muscolari, atletiche e pesanti.

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SHAVON SHIELDS, RUOLO E IMPATTO PREVISTO NELL’EA7 EMPORIO ARMANI MILANO

Shields si appresta a vivere la sua terza stagione da titolare, protagonista e leader dell’Olimpia Milano di coach Ettore Messina. Il suo ruolo all’interno del sistema è in continuo divenire. All’exploit del primo anno, quando componeva una coppia letale e perfettamente amalgamata/bilanciata con Kevin Punter, è seguita una seconda stagione di enorme responsabilizzazione, in cui è stato eletto, in maniera più o meno esplicita, come leader offensivo della squadra.

Una promozione sicuramente meritata, ma forse affrettata per un giocatore non ancora pronto ad assorbire le complete responsabilità di una squadra top di Eurolega e in controtendenza con un basket europeo che vive di sistemi più che di individualità. Il prossimo anno lo riproporrà nuovamente al centro del progetto, ma all’interno di un gruppo molto più solido, esperto, profondo e competitivo, in cui potrà trovare tante spalle su cui appoggiarsi in ogni momento.

Shavon Shields al tiro contro Pierria Henry nella partita tra Fenerbahçe Beko Istanbul e AX Armani Exchange Milano

Il grande cambiamento richiesto sarà a livello di leadership. Gli addii di Sergio Rodriguez e Malcolm Delaney aprono un vuoto da colmare sul perimetro, in cui Shields dovrà inserirsi come trascinatore vocale, emotivo e tecnico. Un cambiamento non necessariamente semplice per una persona, prima che un giocatore, umile, modesta e di buonissime maniere.

Alla leadership nel sistema offensivo dovrà fare eco, come già successo nelle sue prime due stagioni in biancorosso, quella nella metacampo difensiva. Shields resterà sempre il difensore principe sul perimetro assieme a Devon Hall, una coppia ringhiante che ha già dimostrato di essere potenzialmente insuperabile anche contro l’élite di Eurolega.

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