Valencia-Baskonia (G1) Dimitrijevic sbaglia, Baskonia sorride. I taronjas sono già spalle al muro

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Il playoff di Liga Endesa si aprono subito con un colpo di teatro, il Baskonia sbanca la Fonteta negli ultimi minuti e respinge la rimonta valenciana

Se il primo quarto è stato interlocutorio, infatti, il seguito della gara non ha di certo lesinato emozioni, a cominciare dalla seconda frazione basca, che ha scavato per gli ospiti un discreto divario, mantenuto con resilienza nei confronti dei ripetuti assalti taronja nel secondo tempo.

L’ultimo quarto però, vedrà la rimonta dei padroni di casa, che si porteranno sul +4 con 2′ sul cronometro. La tripla di Baldwin prima, la schiacciata di Costello poi, con corollario una gestione taronja non ottimale, condannano però Valencia, le cui speranze si infrangono sull’ultimo errore di Dimitrijevic.

Baskonia vince - Eurodevotion

La serie ora si sposta a Vitoria e la truppa di Penarroya si trova già con l’acqua alla gola, con il format dei quarti che prevede una serie al meglio delle tre. I baschi, d’altro canto, avranno ottime carte a disposizione per completare lo scherzetto alla terza forza del campionato.

Non abbiamo motivi, quindi, per non augurarci ed aspettarci un’altra sfida equilibrata ed emozionante.

Le sensazioni del primo atto della post-season di Acb, conclusosi per 79-80 a favore degli ospiti, le affidiamo alla classica analisi per punti di Eurodevotion.

Il secondo quarto

Perchè va bene il finale, i parziali, la rimonta, i dettagli, ma l’incipit fondamentale che conduce al concitato sta lì, il resto ne è solo conseguenza, in positivo e in negativo.

Il secondo quarto ha visto infatti una netta affermazione basca, dopo i primi 10′ di sostanziale equilibrio (21-21).

Il Baskonia ha qui acquisito il predominio sulla gara, grazie ad un’ottima efficacia both ends, come evidenziato dal parziale di riferimento di 22-14. La difesa è stata competente, attenta e aggressiva, nutrendosi delle incertezze di un attacco taronja molto disordinato.

La qualità e la confusione della manovra dei padroni di casa sono sottolineate dal rapporto assist/palle perse del secondo quarto, che presenta un solo passaggio vincente a fronte di ben 7 possessi gettati al vento.

Le perse saranno 17 a fine partita e, in un corollario che vede Valencia essere la seconda squadra più “sprecona” di Acb, confermeranno la tendenza secondo cui nel doppio confronto diretto stagionale con i baschi, i taronjas abbiano vinto laddove hanno controllato questo aspetto (9 sole perse nella successo di aprile) e perso quando la cura del pallone è stata deficitaria (20 nella sconfitta di settembre).

I baschi hanno così alimentato una sana transizione offensiva, ma hanno anche saputo attaccare diligentemente la retroguardia domestica, tanto esponendo la loro difesa sul pick and roll, quanto servendo propriamente i tiratori (42% dall’arco la statistica conclusiva), come si addice alla quarta miglior squadra della Liga dai 6,75.

D’altro lato i ragazzi di Penarroya faticavano a trovare una dimensione interna e al contempo cercavano risorse nel tiro dalla lunga distanza, dove invece le polveri erano particolarmente bagnate (20% da tre all’intervallo).

Non si trattava però soltanto di difficoltà tecniche: come spesso accade in questi casi manca anche un approccio agonistico adeguato. “Un p**a falta” è il grido poco eufemistico lanciato dal tecnico catalano durante un time-out, nel mettere in evidenza l’unico fallo commesso nel quarto da Valencia, sintomo della scarsa aggressività messa in campo dai suoi.

Il vantaggio è stabilito quindi, ed è proprio con questo tesoretto che la truppa di Spahija arriva al finale.

La gestione del finale

Proprio nel pre-partita il tecnico croato ritrovava il principale difetto della sua squadra nella loro inconsistencia. Incostanza, inconsistenza, discontinuità, ognuno traduca come preferisce. Quello che è chiaro è che il Baskonia quest’anno è stata davvero una squadra da corrente alternata e un ennesimo esempio lo abbiamo avuto anche ieri sera.

Su questo solco si è inserita anche una Valencia rientrata dagli spogliatoi con un volto del tutto diverso, capace di svoltare il ritmo del proprio attacco, di moltiplicare la concentrazione e di eseguire con convinzione la manovra offensiva.

La palla ha iniziato a girare, i tiri presi ad essere in ritmo e le percentuali dall’arco a lievitare progressivamente. Il bottino offensivo del quarto, infatti, sarà di ben 27 punti.

Tuttavia, sebbene l’inerzia si stesse invertendo, i taronjas stavano continuando a vedere respinti i loro assalti, poiché il Baskonia è stato abile a mantenere sempre un margine di almeno +5 e a punire, con le zingarate di Enoch e con le triple di Fontecchio, le iniziative casalinghe.

Arriviamo così ai minuti più caldi, dove per la truppa di Spahjia si spegne completamente la luce. Arriva una vorticosa serie di errori, di palle perse – tanto che queste quasi si appaierano a quelle dei padroni di casa, salendo a 16 – e la produzione offensiva subisce un’importante battuta d’arresto, fino al -4 a 2′.

E’ un 20-10 dilagante quello inflitto dai valenciani, che sembrano sul punto di strappare il trionfo.

Lì, la reazione e la freddezza, anche all’interno di una gestione non entusiasmante. Una volta ripreso il vantaggio, i baschi non chiuderanno infatti con cinismo la partita, anzi lasceranno occasione di vendetta a Valencia, dopo l’ultimo possesso concluso mestamente con un air-ball di Baldwin.

Chiaramente di solidità ancor minore è stata la rendita taronja degli ultimi istanti di gioco, che non hanno segnato più per gli ultimi 2′, e hanno sbagliato le azioni del contro-sorpasso sia con il brutto attacco concluso dalla tripla, impiccatissima sul cronometro dei 24, di Lopèz-Arostegui, sia con il tentativo all’ultimo di Dimitrijevic.

Errori che, da entrambe le parti, hanno rischiato di scoprire la giugulare per i canini degli avversari. Questa volta il predatore è stato il Baskonia, ma è chiaro come tensione e nervi in queste partite hanno e avranno sempre di più un ruolo fondamentale.

I protagonisti, in negativo e in positivo

Perchè nell’equilibrio di una serie tra due big del basket spagnolo, laddove l’aria è rarefatta e contano i dettagli, l’apporto che i singoli hanno garantito e garantiranno è (e sarà) più che mai decisivo.

La prima individualità da analizzare è secondo me quella della bandiera valenciana, Bojan Dubljevic, oltremodo determinante in questa gara uno. In negativo…

La squadra di Spahija ha infatti fatto un grande lavoro per controllarlo. Le sue ricezioni sono sempre state rese difficili, grazie ad una difesa sul suo post che ha mirato a impedire che gli arrivasse il pallone, ma che ancora di più lo ha contrastato quando tentava di far valere la sua posizione. E’ certo che avere un quintetto che può vantare dai 2 metri di Giedraitis in guardia, ai 2,08 di Enoch in 5 – con Baldwin come 1 che non è certo un fuscello – è in questo caso un’arma importante, vista la mobilità e la fisicità garantita su ogni cambio.

La feroce opposizione sul tentativo di prendere posizione del montenegrino è stata poi coadiuvata dall’utilizzo di raddoppi, mandati con i tempi giusti, tanto che quasi mai hanno visto scoprire la coperta della difesa baskonista. Solo 2 dei suoi 7 punti sono arrivati da dentro l’area, l’unica volta che ha conquistato posizione profonda.

Così “Dubi” è stato reso più che una minaccia offensiva, soltanto una zavorra difensiva, situazione in cui è stato attaccato spesso, in particolare dal pick and roll, ed esposto sia sulla tripla dal blocco, sia in penetrazione. Non è un caso che Penarroya abbia optato per panchinarlo per buona parte del secondo tempo, ma è altrettanto importante notare come sia argomento di primaria importanza tornare a far rendere il lungo a dovere in vista di Gara 2.

Lato Baskonia, invece, Wade Baldwin è stato autore di giocate dal peso specifico assoluto, così come ha dimostrato di essere anche paradigma di quella inconsistencia di cui abbiamo parlato prima, vedasi le tre palle perse e l’air-ball finale.

Ancora una volta protagonista – e top scorer – è stato Simone Fontecchio, grazie ad una mira invidiabile dalla lunga distanza (3/4), sebbene anche lui sia caduto in qualche disattenzione di troppo, con 5 possessi sprecati.

Tornando al Valencia, grande apporto è stato quello di Nenad Dimitrijevic (15+6), il quale, salvo poi sbagliare parecchio nel finale, è stato unico baluardo della squadra di casa nei momenti di secche offensive, sfuggendo sempre in 1vs1 ai disattenti esterni baschi e concludendo più volte a canestro.

Insieme al macedone, importantissima è stata la prova di quella che è secondo chi scrive la vera chiave della rimonta di Valencia, ovvero Mike Tobey, che ha portato agonismo e quel riferimento interno che era mancato nel primo tempo, per lui sono 12 punti in 15′.

Chiudiamo con colui che ha segnato l’ultimo canestro di questa Gara 1, Matt Costello. Il coltellino svizzero del Baskonia si rivela ancora una volta risorsa fondamentale per Spahija, portando a casa la giocata decisiva e dimostrandosi utile in tutta la sua mobilità e versatilità.

Sipario, quindi, con l’attesa ansiosa e ardente di chi brama nuovi capitoli leggendari dello spettacolo dei playoff di Liga!

Photo credit: Baskonia Twitter, Valencia Basket Twitter e Facebook

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