Oly-Efes è partita stupenda: il talento batte la solidità. Micic da fenomeno manda in finale i turchi!

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La prima semifinale di queste Final Four di Eurolega tra Olympiacos ed Efes è stata un’autentica goduria per ogni appassionato di pallacanestro: emozioni a non finire, tanto spettacolo ed enorme qualità in campo per singoli e per collettivi.

Come in un perfetto gioco di pesi e contrappesi, nonostante qualche strappo, ha regnato l’equilibrio sulla gara. Serviva una giocata da campioni, da fenomeni, per rompere quell’equilibrio e per decretare il vincitore della sfida. Bene, quella giocata è arrivata: Micic nell’ultimo possesso prende la palla, fa scorrere il cronometro, sfida Vezenkov che difende più che bene e manda in aria una tripla che è poesia: solo retina. Campione assoluto!

Si ammutolisce la Stark Arena piena di tifosi reds e gioisce invece la compagine turca che sabato si giocherà di nuovo la finale per difendere quel titolo conquistato lo scorso anno. Ci sarebbe tanto, tantissimo da dire riguardo a questa partita. Proviamo a farlo attraverso 5 punti!

Oly Efes F4
La palla a due

Larkin comanda nel primo tempo, Micic vince la partita

Sono due fenomeni: lo hanno confermato questa sera. Un backcourt formato da due giocatori di questo calibro fa alzare i trofei; ormai dovrebbe essere chiaro.

Larkin gioca un primo sontuoso in cui l’Efes parte lentamente e poi inizia a macinare gioco e punti. Nei primi scampoli di gara sembra di vedere la versione turca vista per tutta la stagione, ma poi cambia tutto. La palla in attacco ristagna di meno, gira molto meglio, e di conseguenza si trovano tiri ad alta percentuale.

Anche in difesa gli uomini di Ataman tengono molto bene ruotando con grande precisione e costringendo l’attacco greco a faticare terribilmente nel trovare soluzioni pulite. Però la prima parte di gara è anche quella di Shane Larkin. Guida lui la produzione offensiva dei turchi mandando a segno quelle soluzioni personali che esteticamente sono magia. Chiuderà con 21 punti, 7 assist, 8 falli subiti e 21 di PIR.

L’Olympiacos forse pecca a lasciargli troppo spazio in diverse circostanze e lui punisce sistematicamente. Giocherà in tutto più di 38 minuti su 40 e quindi nelle fasi finali la stanchezza si è fatta sentire, ma è proprio in quel momento che è salito in cattedra un Micic fino a quel momento non strabiliante.

Il campione serbo si prende sulle spalle l’attacco e fa quello che sa fare: ovvero fare canestro. Il buzzer beater finale è poi un “Matisse” straordinario!

Il capolavoro finale di Vasa Micic

Cosa è mancato ai greci? Sasha Vezenkov

Difficile davvero rimproverare qualcosa alla squadra di Bartzokas. Partita giocata con grande intensità ed attenzione ai dettagli, difesa che cambiava su tutto (con Martin in campo) e spesso granitica, il cuore dei vari Sloukas e McKissic, il lavoro fatto sotto canestro, e tante altre cose.

Se c’è una cosa che è mancata quella è stata la presenza di Sasha Venzekov. Il primo quintetto di Eurolega di quest’anno gioca una partita anonima: non riesce mai ad entrare sulla lunghezza d’onda dell’incontro e quando avrebbe l’opportunità per farlo non coglie l’occasione. Emblematica la sua “serata no” quando sbaglia diverse triple piedi a posto che durante l’anno ha messo a segno ad occhi chiusi.

Forse è stata colpa della pressione, ma quello che rimane, oltre ad una difesa comunque sempre buona ed attenta, è una fase offensiva in cui praticamente non si è mai visto. E se ad una squadra come l’Oly che già manca di talento offensivo, viene tolta una delle sue prime bocche da fuoco, allora è davvero difficile riuscire a vincere l’incontro.

I 5 punti, 1/8 dall’arco e 6 di PIR sono numeri che parlano da soli.

La serata anonimia di Vezenkov

L’importanza di Dunston, Bryant e Singleton

E’ vero che l’Efes è una corazzata perché può schierare in campo Larkin e Micic, ma le partite sono vinte anche dalle piccole grandi giocate dei giocatori che stanno più in secondo piano.

Ecco, questa sera nel novero della lista dei giocatori decisivi non potevano mancare due senatori dell’Efes come Dunston e Singleton. In più ci si è aggiunto anche un Elijah Bryant che ha scelto il momento giusto per lasciare il segno: nel momento in cui Micic fa fatica, segna 6/6 dal campo con 4/4 dall’arco, diventando un vero e proprio grattacapo per la difesa greca.

Ma un grande plauso va al lavoro fatto ancora una volta da Bryan Dunston. L’Efes parte in quintetto con Pleiss, ma lo paga subito in difesa dove non riesce mai a contenere lateralmente le virate dei lunghi avversari. Allora è il momento di Dunston e l’ex Varese mette in campo tutta la sua esperienza: ridimensiona Fall, dà grande solidità a tutta la difesa turca togliendo pericolosità ai greci nel pitturato, sgomita a rimbalzo ed in attacco segna canestri di grande importanza.

Poi esce per falli nel quarto periodo, ma dimostra ancora una volta come sotto canestro sia lui l’uomo di Ataman. Parlando di uomini di Ataman, poi, è normale parlare anche di Singleton. Sembra quasi si sia tolto qualche primavera di dosso prima di scendere in campo: soprattutto quando attacca clamorosamente il canestro e chiude con una schiacciatona tonitruante. Roba da stropicciarsi gli occhi.

Lui e Dunston in una gara sola hanno ridato in questa gara quella solidità che era mancata all’Efes per tutta la stagione e che era stata una delle chiavi fondamentali per la vittoria del titolo nello scorso anno. Chapeau.

Oly Efes Dunston
Dunston in missione speciale su Fall

Applausi per l’Olympiacos! Una squadra che è andata oltre i propri limiti

Non staccano il pass per le finali di Eurolega perdendo contro una squadra con molto talento in più e lo fanno a causa di una giocata da fenomeni sulla sirena. Obiettivamente non si poteva chiedere di più alla squadra di Bartzokas che ha fatto un lavoro straordinario nascondendo tutte le lacune di un gruppo che ne aveva diverse e portando alla luce un organico di una solidità davvero di marmo.

Ci sono stati diversi momenti durante la partita in cui i reds potevano crollare e decretare quindi la vittoria all’Efes: non lo hanno mai fatto rimanendo sempre aggrappati con le unghie e con i denti alla partita.

Il tutto grazie ad una difesa che spesso ha rasentato la perfezione per energia e mobilità e che ha avuto, forse, l’unico demerito di lasciare troppo spazio sul perimetro agli esterni dell’Efes nei primi tre quarti. Ma ciò non toglie all’Olympiacos il fatto di aver davvero portato a termine una stagione europea che è andata oltre ogni aspettativa pre-stagionale.

Sarà bello rivederli anche il prossimo anno e con un mercato oculato, ma nel segno del percorso fatto fino ad ora. E allora potranno tornare a rigiocarsi la chance per alzare la coppa.

Dunston, Sloukas e Larkin

Le percentuali dell’Efes: sono tornati!

Sono tornati quando è arrivato il momento di fare sul serio. Hanno fatto una fatica enorme per tutto l’anno ed i dubbi su di loro sono stati tanti, tantissimi. A maggior ragione dopo la serie tutt’altro che brillante vinta contro Milano.

Stasera, però, si sono visti momenti di grande Efes. La percentuale dall’arco, quella più cara a questa squadra parla da sola: 41.2%. E non è un dato che arriva a caso: i tiri presi dai turchi in diverse circostanze sono stati costruiti in maniera ottima. Poi molti, come al solito, sono venuti anche dagli isolamenti di Larkin e Micic, ma sarebbe strano non sfruttare gli uno contro uno quando hai due attaccanti di quel tipo.

Spesso però la squadra di Ataman ha ritrovato quella fluidità di manovra dei tempi migliori: per esempio, vedere le quattro triple consecutive segnate da Bryant. Sono tutti tiri ben costruiti, presi con margine al termine di giochi che hanno fatto stringere la difesa greca creando quindi dello spazio extra da sfruttare. Insomma, quei numeri non sono il risultato di una serata fortunosa.

Poi c’è anche una fase difensiva attentissima e rocciosa con la presenza di giocatori fisici ed esperti come Singleton e Dunston che hanno letteralmente chiuso l’area. Da non sottovalutare nemmeno l’apporto sugli esterni di Larkin e Bryant che hanno difeso in modo ordinato e pulito lasciando pochi tiri liberi agli avversari. Larkin è arrivato con la lingua a terra a fine partita: quei 38 minuti che ha giocato vanno soppesati anche alla luce di una fase difensiva interpretata in maniera affatto superficiale.

Insomma, l’Efes ha giocato da campione ed ha vinto da campione. Ora, come il condottiero Ergin Ataman ha ripetuto a fine partita con sorriso smargiasso, le parole che risuonano sono due: ONE MORE!

(Credits photos: EuroLeague, Efes)

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura e cinema sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare. Vorrebbe avere l'eleganza di Anthony Hopkins.
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